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Regione: ricetta rossa, acquisti on-line, digital divide, protezione civile

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 26 Marzo 2015 alle 23:14 | 0 commenti

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Le note della Regione Veneto su acquisti on-line, ricetta rossa, digital divide, protezione civile

Dal 1 aprile 2015 in Veneto anche le prescrizioni di esami e visite specialistiche diventano digitali. Si chiude così il percorso di dematerializzazione del ciclo prescrittivo avviato all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale il 1 settembre 2014, quando un promemoria bianco ha sostituito la ricetta rossa farmaceutica.

La nuova procedura garantisce di avere a disposizione in tempo reale in un sistema unico regionale dati verificati delle prestazioni prescritte e prenotate dai cittadini. Il Veneto è la prima regione in Italia che procede a digitalizzare il ciclo prescrittivo attraverso l’attivazione di un sistema di accoglienza regionale oltre a quello previsto per legge a livello di Ministero dell’Economia e delle Finanze.

“In sanità – sottolinea l’Assessore Luca Coletto – digitalizzazione significa procedure più veloci e sicure, più comodità per la gente, più possibilità di monitorare l’andamento delle prescrizioni e delle cure, minori costi, gestione efficace delle liste d’attesa. Si chiama modernizzazione e il Veneto è fiero di essere la prima Regione d’Italia a raggiungere il traguardo. Sull’informatizzazione dell’intero sistema – ricorda Coletto - abbiamo investito somme ingenti partendo praticamente da zero ed ora, grazie anche al lavoro del Consorzio Arsenàl.it, se ne vedono i risultati. Altri se ne vedranno a breve – conclude – con la sparizione di ogni elemento cartaceo nelle procedure”. 

Cosa cambia? Dal 1 aprile tutti i veneti che necessitano di una prescrizione di visite specialistiche, esami diagnostici e di laboratorio al posto della consueta ricetta rossa riceveranno dal medico un promemoria stampato su carta bianca. Una precauzione che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di adottare per evitare disservizi. In un prossimo futuro anche il promemoria scomparirà e all’utente, molto probabilmente, basterà rivolgersi agli sportelli, avendo con sé la tessera sanitaria. La vera novità sta nel fatto che questo permetterà di digitalizzare via via tutti i dati sanitari del cittadino collegati alla prescrizione e, quindi, al suo percorso di cura. Dati disponibili ovunque e in qualsiasi momento on line: questo l’obiettivo del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, chiave di volta per l’accesso ai propri dati da parte dell’assistito, ma soprattutto occasione per garantire migliori processi di cura da parte dei professionisti della sanità.

Uno dei vantaggi offerti dal nuovo sistema è che garantisce alla Regione di conoscere in tempo reale l’effettivo numero e genere di prestazioni prescritte e prenotate dall’utenza. Questo perché i dati digitali  sono raccolti e verificati sulla base di un sistema unico regionale. Tutto ciò permette di eliminare le doppie prenotazioni e gli errori, con positive ricadute sulle liste di attesa. Dal 1 aprile, infatti, il cittadino una volta prenotata una prestazione in una delle aziende ospedaliere o sociosanitarie del Veneto non potrà più utilizzare il promemoria per una seconda prenotazione in altra struttura come avviene oggi. Per procedere ad un cambio di data o sede è necessario chiedere l’annullamento della prima prenotazione.

Il cittadino sarà informato attraverso una campagna di comunicazione su base regionale dal titolo “Cambia il colore, aumenta il valore” che illustra attraverso materiali cartacei, video e siti web come la ricetta digitale sia una tappa essenziale verso il Fascicolo Sanitario Elettronico regionale (FSEr). Iniziativa coordinata da Arsenàl.IT, Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale, il FSEr, attraverso una complessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari di ogni azienda, rivoluziona i servizi di cura al fine di garantire una assistenza sociosanitaria più puntuale, efficiente e sostenibile.

 

“Compro on line… così spendo meno: ma cosa avrò messo nel carrello? – Rischi e opportunità del mercato digitale per consumatori e imprese”: questo il focus del convegno organizzato oggi dalla Regione del Veneto alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia, che ha coinvolto le associazioni dei consumatori e i maggiori enti di controllo, analisi e prevenzione delle frodi.  Obiettivo è quello di fotografare la situazione esistente e consigliare gli acquirenti su come muoversi in un mercato che offre grandi vantaggi ma può nascondere anche qualche insidia. Sono intervenuti, tra gli altri, Mauro Giovanni Viti, dirigente tutela del consumatore, il Ten. Col. Ivan Toluzzo della Guardia di Finanza di Venezia, Massimiliano Dona, Segretario Unione Nazionale Consumatori, Francesca Bazzi del Consorzio Netcomm, Luigi Curto, Presidente di Confartigianato Veneto, Gianni Potti per Confindustria, Maria Sole Porta di Impresa FiloBlu, Dario Loison, pasticcere professionista.

“Il consumatore può sempre tutelarsi attraverso una buona informazione – sottolinea l’Assessore alla tutela del consumatore Franco Manzato - apprendendo in questo modo le nozioni necessarie per acquisti online consapevoli e senza rischi. Per raggiungere questo obiettivo può servirsi dell’aiuto delle associazioni di categoria presenti sul territorio, organismi competenti in materia di consumi che offrono consulenze gratuite. Credo comunque che i consumatori veneti siano più avvezzi a questa nuova tendenza, rispetto alle aziende produttrici. Ciò nonostante rileviamo un importante aumento delle vendite online nel settore agroalimentare e vitivinicolo. Le nostre imprese del settore primario si stanno muovendo nel web con ottimi risultati, con l'obiettivo di ampliare le vendite nei mercati stranieri. Hanno dimostrato la loro capacità di internazionalizzazione in occasione dei programmi di incoming organizzati dalla Regione del Veneto, durante i quali si sono confrontate in modo abile e competente con partner stranieri per valorizzare il “Made in Veneto” nel mondo".

Sono 919 i le imprese che utilizzano l’e-commerce in Veneto (dato 2014), +11,5% rispetto all’anno precedente. Padova è in testa alle vendite on line con 222 imprese attive, il 24% del totale regionale, in crescita del 12,1% dal 2013. Il gradino più alto della classifica per crescita in valore percentuale spetta però a Rovigo che, con un +34,6%, ha raggiunto quota 35 imprese, scavalcando cosi la provincia di Belluno che, unico caso in regione, ha perduto nell’ultimo anno 4 realtà. Nella classifica assoluta seguono quindi Verona (189 imprese, +15,2%), Vicenza (167, +8,4%), Treviso (157, +9%) e Venezia (121, +14,2%).               

Emerge anche che le imprese venete del commercio on line sono per due terzi ditte individuali; in quasi un caso su tre il titolare è donna e in circa la metà dei casi ha meno di 40 anni (dati Camera di Commercio di Milano). Ampliando la ricerca si denota che in Italia solo il 5% dei produttori di beni e servizi vende in rete, contro il 14% della media europea, con punte del 22% in Germania. Ma è un mercato in continuo aumento, cresciuto costantemente a doppia cifra nell’ultimo decennio, che ha interessanti margini di sviluppo nei prossimi anni.

L’offerta è in crescita, ma qual è la domanda? Sono oltre 1 miliardo gli acquirenti online nel mondo, di cui 364 milioni in Europa e 16 milioni in Italia. Gli acquirenti italiani sono fortemente soddisfatti dell’acquisto on line, con una valutazione media pari a 8.5 (scala 1-10). E nel 50% delle famiglie italiane vi è un componente che fa acquisti sul web. Il metodo di pagamento più utilizzato è il sistema PayPal con il 37.2% delle preferenze, lo seguono le carte prepagate con il 24.8%. Il valore delle frodi sul transato è dello 0.13% sul totale di 13.278 milioni di euro delle vendite da siti italiani. (dati Consorzio NetComm).

Ci sono però anche dati negativi forniti da Adiconsum, che partecipa al Centro Europeo Consumatori, incaricato dell’assistenza sugli acquisti transfrontalieri: nel 2014 i reclami relativi all’e-commerce gestiti dal CEC Italia, sono stati 807, in crescita del 32% rispetto all’anno precedente, e rappresentano il 67,5% dei reclami totali. 421 casi riguardavano reclami di consumatori italiani verso aziende europee, e 386 al contrario reclami di consumatori europei verso aziende italiane. Di questi 807 casi la maggioranza, il 55,7% era relativo ai trasporti, seguito da prodotti e servizi ricreativi e culturali (11,6%) e arredamento (7,6%).

Le frodi possono essere legate alla transazione economica o al fatto che il prodotto acquistato non soddisfa il consumatore. La Guardia di Finanza ha fornito alcuni consigli per evitare situazioni spiacevoli:  diffidare dei prodotti offerti con ribassi eccessivi, utilizzare piattaforme di pagamento elettronico (PayPal o GooglePly) associate ad una carta di credito ricaricabile; non fornire i dati della propria carta di credito telefonicamente; acquistare solo da siti web che forniscono transazioni protette; ricordare che gli acquisti fuori dalla UE sono soggetti a dazi doganali a carico dell’acquirente, quindi un acquisto apparentemente conveniente potrebbe alla fine rivelarsi un pessimo affare;  infine prestare particolare attenzione al “pishing”, pagine web fittizie del tutto uguali a quella del servizio originale dove viene richiesto l’inserimento delle proprie credenziali o dettagli sulla propria carta di credito.

Da un’indagine Nielsen condotta su più di 30.000 consumatori on line in 60 Paesi risulta che in Italia l’e-commerce va a due velocità, con prodotti più acquistati via web ed altri che restano sugli scaffali virtuali. Se da una parte si stima che l’italiano è propenso, ad esempio, ad acquistare on line voli aerei (42% della popolazione), appena l’8% è favorevole a comperare prodotti alimentari, vini e liquori (contro il 26% degli inglesi).

A livello globale vestiti, accessori e scarpe con il 46% guidano la graduatoria degli acquisti via web, mentre in Italia questa tipologia merceologica è acquistata online solo per il 30%, posizionandosi al quarto posto dopo la prenotazione di alberghi (35%) e i libri cartacei (32%); l’elettronica di consumo è acquistata online dal 24% della popolazione. E ancora: 3 italiani su 4 dichiarano di preferire ricercare nei negozi giochi e prodotti per l’infanzia.

 

 

Parte in Veneto la seconda fase del programma per il superamento del “digital divide” che prevede di fornire connettività con banda larga in 216 comuni per favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale. L’importante intervento infrastrutturale, che consentirà di raggiungere con la sola rete fissa una copertura di circa il 98,3% del territorio regionale, è stato illustrato oggi dal vice Presidente della Regione Veneto, Marino Zorzato, dal Responsabile Access Operations Area Nord-Est di Telecom Italia, Paolo Malgarotto, e dall’Amministratore Delegato di Infratel Italia, Salvatore Lombardo.

Telecom Italia si è aggiudicata, infatti, il Bando per la concessione di un contributo pubblico relativo a un progetto d’investimento per la realizzazione di infrastrutture a banda larga, in grado di erogare servizi innovativi a cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Il Bando, emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso Infratel Italia, la società del Gruppo Invitalia incaricata di attuare il “Piano Nazionale Banda Larga Italia” approvato dalla Commissione europea, prevede un investimento complessivo di oltre 27,6 milioni di euro, di cui 13,8 milioni di euro di finanziamento pubblico (di cui 7,8 milioni di cofinanziamento della Regione) grazie all’utilizzo dei fondi europei FESR e del MISE, a cui si aggiungono altri 13,8 milioni di euro da parte di Telecom Italia.

“Sul piano dell’infrastrutturazione – ha detto Zorzato – fino a cinque anni fa il Veneto erano nelle ultime posizioni in Italia, Oggi la situazione è profondamente cambiata e la parola Agenda Digitale è diventata prioritaria. Con questo ultimo intervento siamo arrivati spendere più di 100 milioni di euro e siamo nelle condizioni di poter concorrere in qualsiasi momento all’attribuzione di ulteriori fondi nazionali ed europei, quando questi saranno assegnati. Nella prima fase del piano regionale per lo sviluppo della banda larga in collaborazione con Infratel sono stati programmati 332 interventi per la posa di fibra ottica che hanno interessato 268 comuni. Ma restava il problema delle connessioni alla dorsale principale delle aree considerate dal privato meno remunerative, il cosiddetto “ultimo miglio”. Con questo seconda fase arriviamo a coprire praticamente tutto il Veneto ed è stato avviato un percorso di adeguamento tecnologico che non potrà non continuare anche nei prossimi anni”.

In particolare, il progetto presentato da Telecom Italia – ha spiegato Malgarotto -prevede la copertura di 703 località in 216 comuni veneti indicati dal Ministero dello Sviluppo Economico e da Infratel nel Bando di gara. I comuni interessati potranno sfruttare, su tutte le aree coperte, collegamenti con tecnologia broadband con velocità fino a 20 Megabit al secondo, accelerando in questo modo l’accesso ai servizi digitali innovativi rivolti a cittadini, imprese e istituzioni locali. Per raggiungere questo risultato verranno adeguate da Telecom Italia circa 270 centrali, che consentiranno così di abilitare oltre 86.000 linee telefoniche. L’architettura di rete scelta da Telecom Italia adotta una soluzione tecnica innovativa che consentirà in futuro di rendere fruibili servizi di connettività ultrabroadband per circa la metà delle linee telefoniche interessate dal progetto. Gli interventi dovranno essere completati entro dicembre 2015 ma Telecom ritiene che possano essere conclusi già a ottobre.

Da parte sua Lombardo ha sottolineato la valenza dell’infrastrutturazione finora realizzata in Veneto, rendendola disponibile a tutti gli operatori della telefonia, con un’attenzione rivolta anche a quegli interventi che il privato non avrebbe mai fatto perché non remunerativi. E’ stato avviato anche il percorso per arrivare alla banda ultralarga a 100 Megabit.

A questo proposito, la Regione con un finanziamento di circa 6 milioni di euro, intende avviare progetti per la banda ultralarga e ad aprile uscirà un avviso per chiedere la manifestazione di interesse da parte dei territori che intendano autocandidarsi.

 

 

Proseguono anche quest’anno in Veneto i Campi Avventura della Protezione Civile dedicati ai ragazzi tra gli 8 e i 19 anni, che avranno l’occasione di trascorrere alcuni giorni di vita all’aria aperta e di istruzione sull’universo della Protezione Civile, accompagnati e istruiti da esperti e volontari.

Il titolo degli incontri di quest’anno è: “E’ tempo di proteggere l’uomo e il territorio”.

L’iniziativa, voluta e varata dall’Assessore Daniele Stival negli anni scorsi e curata dal Centro Regionale di Protezione Civile in collaborazione con le Province e le Associazioni Agesci e Cngei, si svilupperà complessivamente nell’arco di tempo che va dal 2 al 26 aprile.

Nello specifico i  campi avventura si terranno:

- a Padova,  alla Fenice Green Energy Park (Lungargine Rovetta, 28) dal 2 al 4 aprile per i ragazzi dagli 8 agli 11 anni e dal 5 al 7 aprile per quelli dagli 11 ai 15 anni,

- a Venezia Isola Mazzorbetto (ex Forte Mazzorbo-Base Scout) dal 24 al 26 aprile per i ragazzi dai 15 ai 19 anni.

 “La Regione – sottolinea Stival – continua con molto piacere a sostenere questa iniziativa che ha già dimostrato molto gradimento da parte delle  famiglie e dai ragazzi. Ho la convinzione che una reale cultura della protezione civile debba essere creata partendo dai più giovani. Questi ragazzi – aggiunge Stival – impareranno divertendosi, ricevendo insegnamenti teorici e operando sul campo esattamente come un esperto del settore, senza peraltro dimenticare l’aspetto ludico”.

Con il lavoro di educatori esperti e grazie alle squadre di volontari presenti, i ragazzi verranno avvicinati alle metodologie operative utilizzate, partendo dai concetti fondamentali di conoscenza del territorio e dei rischi e risorse ad esso connessi. Impareranno a riconoscere le possibili situazioni di calamità e di rischio che l’ambiente e la relazione con l’uomo possono generare con attività pratiche sul campo utili anche alle gestione delle emergenze.

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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