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Regina mossa

Di Marco Milioni Domenica 3 Novembre 2013 alle 14:56 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 259 in distribuzione e sfogliabile comodamente dagli abbonati online - Le dimissioni di Mantovani dalla presidenza della spa di via dell'Oreficeria assomigliano sempre di più alla prima spaccata durante una partita di biliardo. Tra posizioni contrapposte, manovre e  contromanovre il caso innescato in settembre dall'affaire Bulgarini potrebbe sfociare in qualcosa di più ben più difficile da gestire per l'intellighenzia cittadina.

Il primo dato che emerge è una sostanziale scollatura in seno alla Confindustria berica. A sostenere l'operato dell'ex presidente della fiera Paolo Mantovani c'è il numero uno di piazza Castello Giuseppe Zigliotto, che ha dalla sua la base. La quale per giunta vede di cattivo occhio, questi i boatos che arrivano da palazzo Trissino, la recente convergenza di interessi creatasi tra alcuni big di Assindustria come Maltauro e Gemmo, che per altro sono mani e piedi immersi nei lavori di ampliamento del polo di Vicenza Ovest. Il fatto che nel cda della stessa fiera segga Giuseppe Michelazzo, marito di Irene Gemmo, ha provocato l'urticaria a molti soci di Assindustria, che non hanno mancato di far conoscere il loro disappunto ai vertici della associazione.

In un contesto del genere emerge il secondo dato che è quello relativo al forsennato fuoco di sbarramento iniziato all'improvviso da Stefano Stenta, presidente pro-tempore della fiera non appena da un pezzo del mondo politico vicentino e non solo sono stati chieste le carte e i documenti sullo stato dei lavori di ampliamento, che potrebbero costare più del previsto o potrebbero portare ad un'opera diversa da quanto preventivato inizialmente. Il niet di Stenta finito sui media la settimana passata (Vicenzapiu.com del 3 ottobre) ha acuito ulteriormente tensioni già presenti sotto forme le più varie.

Il M5S, che dall'estate punta l'indice sulle liason con casa Gemmo, ha alzato la posta chiedendo lumi sui conti e prendendo di mira il sindaco democratico Achille Variati dopo che si è scoperto l'altarino degli affidamenti della fiera alla Regina Rossa srl di cui è socio il suo vice Jacopo Bulgarini d'Elci. Della situazione ne ha approfittato il Pd. Che per marcare le sue differenze dal cerchio magico di Variati non ha esitato a prendere le distanze dal comportamento dello stesso Bulgarini. Sia con un silenzio eloquente in consiglio comunale, sia con una serie di bordate partite dai big della sala Bernarda durante alcune riunioni di partito. Lo stesso ha fatto la lista civica di Manuela Dal Lago, la quale ha cercato di ravvivare un centrodestra più immerso a contemplare un futuro poco roseo, che teso a fare le pulci ad una giunta che da settimane manovra senza una opposizione dura e combattiva.

Rimane l'eccezione del gruppo consiliare del M5S, che pur scontando, almeno al momento, la scarsa forza di sfondamento del duo Liliana Zaltron, Daniele Ferrarin, il 26 settembre in consiglio, con un paio di domandine sul caso Regina Rossa è riuscito a mettere in difficoltà, come mai era successo prima, il sindaco. Segno evidente che l'ansia non è generata dalle marachelle politiche del vice, bacchettato persino dal suo capo, ma dal pericolo che l'affaire consulenze potesse fornire la stura utile a scoperchiare la pignatta della fiera.

A questo punto i grillini, come succederà per il caso Cotorossi, si giocheranno la faccia. Perché se non saranno in grado di far saltare fuori le carte (il che spetta loro di diritto, sostengono), «faranno la figura dei pierini col fucile caricato ad acqua invece che a pallettoni». Ma la partita potrebbe presto spostarsi anche su un campo da gioco giudiziario.

Sempre durante la seduta-match del 26 settembre, Bulgarini, in evidente disagio, si è lasciato scappare una frase indirizzata al M5S che potrebbe costar caro al suo esecutivo:  «Io credo che voi sappiate benissimo come so benissimo io da chi l'avete ricevuta e perché... Chi dentro la Fiera vi ha ha girato quei documenti ha commesso un illecito... e mi auguro che sarà chiamato a rispondere...». La questione è delicata. Il vicesindaco afferma di conoscere nome e cognome della persona che illecitamente ha fornito le fatture che squarciavano il velo su Regina Rossa. Ora quindi è tenuto a fare quel nome. Ma che cosa succederebbe se la condotta della persona presa di mira fosse in realtà irreprensibile sotto il profilo penale? In casi del genere è sempre bene leggere con attenzione gli articoli 368 e 595 del codice penale (calunnia e diffamazione). Come fa infatti il membro di una giunta comunale a non sapere che i consiglieri comunali hanno sempre diritto ad ottenere dagli uffici del comune «nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso...»? Così almeno sancisce il Testo unico degli enti locali all'articolo 43 comma due. La materia infatti si è fatta scivolosa. Subito dopo il consiglio del 26 settembre Bulgarini aveva più volte ripetuto di avere la denuncia pronta. Da allora poca acqua è passata sotto i ponti. Il vicesindaco ha annunciato di volere vendere ad un socio terzo le suo quote di Regina Rossa. Stenta fa sapere che le richieste sugli affidamenti avanzate dai grillini non possono essere esaudite per ragioni di privacy. Questi ultimi annunciano una battaglia a suon di diffide e esposti in procura. Di conseguenza i mesi di novembre e dicembre saranno cruciali per capire se la battaglia cominciata in estate rimarrà alle schermaglie iniziali o se i Cinque stelle decideranno di aumentare il tenore dello scontro.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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