Reati tributari in rialzo rispetto al 2012 con la crisi e balzo delle indebite compensazioni
Lunedi 6 Ottobre 2014 alle 16:15 | 0 commenti
Cristiano Dell'Oste, Valentina Maglione e Giovanni Parente su Il Sole 24 Ore, il prestigioso quotidiano di Confindustria nazionale, analizzano oggi il fenomeno dei reati tributari in rialzo con la crisi, evidenziati dall'aumento di tutte le ipotesi di illecito rispetto al 2012 e dal balzo delle indebite compensazioni.
L'analisi e le considerazioni riguardano l'intero Belpaese di cui Vicenza, dal punto di vista economico finanziario è parte consistente e da cui, basta tenersi aggiornati anche sul pur "accordo" e "selettivo" quotidiano locale della meno "aperta" Confindustria indigena, non pare distingersi anzi...
Leggere il pezzo anche qui da noi, quindi, male non fa.Â
Se qualcuno se lo fosse perso, vi riproponiamo allora di seguito l'articolo inchiesta.
Di Cristiano Dell'Oste, Valentina Maglione e Giovanni Parente su Il Sole 24 Ore del 6 ottobre 2014
La crisi moltiplica le denunce per i reati fiscali. Quest'anno nelle Procure arriverà quasi il 18% di segnalazioni in più rispetto al 2012 per mancati pagamenti dell'Iva, mentre sono destinati ad aumentare di quasi il 40% gli omessi versamenti di ritenute da parte dei datori di lavoro. In entrambi i casi, si tratta di somme che le imprese hanno dichiarato al Fisco, ma che poi non hanno pagato: un comportamento che spesso si spiega con una cronica crisi di liquidità . Quest'anno aumentano di oltre il 50% sul 2012 anche le indebite compensazioni di imposte. Un altro "reato di versamento" che può dipendere dal fatto che le casse aziendali sono vuote.
D'altra parte, la crisi non è l'unica spiegazione del trend crescente dei reati tributari. A maggior ragione in un Paese in cui l'evasione fiscale è cronica ed erode ogni anno 91 miliardi di imposte, secondo le ultime stime del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Lo dimostra anche il dato sulle omesse dichiarazioni - il reato dell'evasore totale - in crescita di quasi il 40% negli ultimi due anni.
Sono questi i dati-chiave che emergono dall'indagine condotta dal Sole 24 Ore del Lunedì sull'andamento dei reati tributari. A scattare la fotografia hanno contribuito 43 Procure, tra cui quelle che sono destinatarie del maggior numero di segnalazioni di agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza: a partire da Milano, Roma e Torino che, nel primo semestre del 2014, hanno accolto la metà delle notizie di reato del totale del campione considerato.
Il confronto tra i dati del 2014 (proiettati a fine anno) con quelli di due anni prima è quello che meglio permette di misurare l'impatto della crisi. Al contrario, se si guarda al 2013, in diversi casi si nota una diminuzione delle denunce, che potrebbe far pensare a una sorta di "assestamento" della tendenza. Ma i dati vanno letti distinguendo tra i diversi tipi di illecito: secondo gli addetti ai lavori, le frodi con fatture false e le dichiarazioni infedeli sono reati tipici dei periodi in cui l'economia "gira".
Un altro elemento da considerare è lo sfasamento temporale con cui i fascicoli arrivano sul tavolo dei magistrati. In linea di massima, ora alle Procure stanno approdando le segnalazioni sulle dichiarazioni e i versamenti sospetti degli anni d'imposta 2009 e 2010, sui quali si stanno concentrando ora gli sforzi delle Entrate e della Fiamme gialle. Si tratta di una fotografia, quindi, che non considera ancora la fase più dura della crisi economica e l'abbassamento delle soglie di punibilità dei reati, introdotto a partire dal 17 settembre 2011 dalla manovra di Ferragosto del Governo Berlusconi (Dl 138/2011).
Tre anni fa, in particolare, è stata "anticipata" la rilevanza penale di alcuni illeciti dichiarativi. Ad esempio, chi non presenta la dichiarazione, prima doveva rispondere in sede penale solo se evadeva l'Iva o le imposte dirette per poco più di 77mila euro (150 milioni di lire), mentre ora è sufficiente occultare al Fisco 30mila euro per rischiare un processo e la reclusione.
Tutto lascia pensare, quindi, che ci sarà un forte aumento delle notizie di reato non appena i funzionari del Fisco inizieranno ad accertare in massa l'anno d'imposta 2011. Ma bisogna considerare che la disciplina penale è in evoluzione su diversi fronti, dalla voluntary disclosure e alla delega fiscale.
In settimana, arriverà in aula alla Camera la proposta di legge sul rientro dei capitali dall'estero. Il testo attuale depenalizza diversi dei reati commessi da chi ha esportato valuta oltreconfine, ma non le ipotesi di dichiarazione fraudolenta.
Nella cornice della voluntary rientra anche il nuovo reato di autoriciclaggio, su cui nei giorni scorso il Governo ha messo a punto un testo che - rispetto alla versione di origine parlamentare - non punisce più i casi di «utilizzo personale» delle somme frutto di evasione o altri illeciti. La modifica potrebbe restringere il perimetro del reato, anche se si tratterà pur sempre di un nuovo illecito penale con cui i magistrati dovranno confrontarsi.
Più in prospettiva, tutto il quadro dei reati tributari sarà investito dalla delega per la riforma fiscale, che affida al Governo il compito di riscrivere le sanzioni in modo proporzionale alla gravità delle infrazioni. Anche depenalizzando le violazioni che saranno ritenute meno gravi.
L'Esecutivo dovrà anche intervenire sullo snodo cruciale del raddoppio dei termini di accertamento: oggi, quando denunciano un reato, le autorità fiscali guadagnano più tempo per completare i controlli. Ma le sentenze dei giudici tributari dimostrano che a volte le segnalazioni sono strumentali, cioè fatte ad arte per allungare i tempi. Per questo la delega prevede che venga inserito un limite massimo entro cui effettuare le denunce, collegato al termine ordinario per l'accertamento fiscale. Tutta una serie di fattori che potrebbero limitare di molto il flusso di fascicoli verso le Procure.
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