Rassegna stampa: economia, politica e fatti
Venerdi 18 Maggio 2012 alle 12:10 | 0 commenti
Alcune notizie tratte dalle edizioni odierne di GDV, Corriere del Veneto e Gazzettino
- Condannato a dieci mesi per non aver pagato Iva per 400mila euro. Giuseppe Trevisan, 59 anni, residente a Montecchio Maggiore e legale rappresentante della società "Impresa Trevisan Pietro e figlio snc" di Arzignano, è stato condannato, su richiesta del pubblico ministero Paolo Pecori, a dieci mesi di reclusione, per non aver versato i 414 mila euro che avrebbe dovuto entro il dicembre 2007 in base alla scorta dichiarazione annuale per l´Iva. La denuncia penale era scattata, oltre alla sanzione pecuniaria, poiché lal cifra di Iva dovuta era superiore a 50 mila euro.
- Pene (sospese) comprese fra 15 e 20 mesi per i Mastrotto che hanno patteggiato. La vicenda giudiziaria che coinvolto i vertici della società conciaria di Arzignano per evasione fiscale e corruzione si è chiusa con i fratelli Bruno e Santo che, dopo l´indagine della Guardia di finanza, che si sono accordati con la procura e hanno deciso di patteggiare in sede penale, dopo aver iniziato il pagamento di circa 28 milioni di euro al fisco. Il vertice del "Gruppo Mastrotto spa" era accusato di evasione fiscale e corruzione. Bruno Mastrotto, 70 anni, ha patteggiato un anno e otto mesi; il fratello Santo, 73, un anno e tre mesi ma per entrambi la pena è stata sospesa. La società verserà una sanzione pecuniaria di 100 mila euro in relazione alla vicenda della corruzione all´Agenzia delle entrate.
Bruno Mastrotto doveva rispondere di corruzione per una tangente da 200 mila euro versata tramite il fiscalista Marcello Sedda a Roberto Soraci, direttore delle Entrate di Arzignano, e ad Angelo Fiaccabrino, funzionario della direzione regionale sempre dell´Agenzia delle entrate di Venezia: nel febbraio 2008 i 7 milioni di euro da corrispondere dopo i rilievi emersi nel corso di una verifica fiscale della guardia di finanza erano, così, scesi a 700 mila. Inoltre diversi erano i tipi di evasione fiscale contestati, dall'omissione di dichiarazioni di utili da parte della società per 9 milioni di euro fra il 2007 e il 2009 all'aver celato al fisco, personalmente i due fratelli Santo e Bruno, 382 mila euro a testa per il 2006, fino al fatto che alcune società con sede in Lussemburgo ("Texcoco sa", "Orio sa", "Spic sa" e "Corium holding sa") non avevano presentato la dichiarazione dei redditi in Italia dal 2005 fino al 2009, configurando quella che secondo l´accusa viene definita "esterovestizione" perchè il regime fiscale lussemburghese è più favorevole.
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