Rapina a Roma nella gioielleria del "vicentino" Roberto Coin: suoi mille negozi nel mondo
Giovedi 2 Febbraio 2012 alle 02:48 | 0 commenti
Due colpi in due gioiellerie ieri, mercoledì 1° febbraio, in centro a Roma e in pieno giorno e una “riguarda†Vicenza: 600mila euro si sono involati in pieno giorno da una gioielleria in via Vittoria, una delle più prestigiose non solo in Italia ma soprattutto nel mondo (dice l’Ansa). E’ la gioielleria Roberto Coin, un veneziano per nascita ma vicentino per adozione, "doc" come imprenditore: nel 1977 a Vicenza ha, infatti, fondato l'azienda che porta il suo nome. Inizialmente l'attività era finalizzata alla produzione per conto di alcuni tra i più celebri marchi dell'alta gioielleria internazionale, mentre è del 1996 il lancio del marchio Roberto Coin.
Il successo è rapido e straordinario: già nel 2000, a soli quattro anni dalla nascita del brand, Roberto Coin si posiziona al settimo posto fra i marchi di gioielleria più conosciuti negli Stati Uniti e solo due anni più tardi, nel 2002, sale al terzo posto nel panorama internazionale ed al primo fra i gioiellieri italiani. Oggi Roberto Coin conta 1000 punti vendita nel mondo, la sede centrale è sempre a Vicenza, affiancata da sedi estere e da Roberto Coin Inc., la sede di New York. Tra le “gemme†di Roberto Coin c’è una tradizione perpetuata dal 1996 in tutte le sue collezioni, tanto da essere divenuta la firma esclusiva di ogni suo gioiello: incastonare un piccolo rubino al loro interno, in una posizione nascosta, che consenta il contatto diretto della pietra con la pelle. Ritenuto il Re delle gemme – racconta il sito del gioielliere vicentino - il rubino è da sempre circondato da un alone di leggende, che gli vede attribuiti poteri magici, tra cui la capacità di donare pace, di favorire una lunga vita, ricca di salute e di felicità . Le donne, nei tempi antichi, pensavano che il rubino favorisse la fertilità , mentre i guerrieri Birmani inserivano veri rubini sotto la propria pelle, per proteggersi dal ferimento in battaglia.
Da questo alone leggendario nasce la tradizione del rubino incastonato a contatto della pelle: un dono segreto e un bene augurale ad ogni donna che possa avere la fortuna e la gioia di indossare, ed amare, una delle sue esclusive creazioni.
Ecco, infine, il racconto Ansa della rapina
E’ il colpo di via Vittoria ora ad impegnare gli uomini della Squadra Mobile in una caccia serrata in tutta la città . Si cercano tre-quattro uomini, alcuni dell'est, altri italiani, eleganti, distinti e armati. Mancano pochi minuti a mezzogiorno, quando due persone distinte, di bella presenza e ben vestite, si presentano nel negozio a due passi da via del Corso. Con un inglese fluente spiegano alle due donne di stare tranquille, mentre le minacciano con l'arma e le immobilizzano con le manette. Fuori uno, forse due complici ad attenderli. “State buone e non vi succederà nullaâ€, le parole dei ladri. La titolare viene costretta ad aprire la cassaforte, mentre i due banditi fanno razzia di gioielli, catenine, anelli, bracciali e si avviano verso l'uscita, dove ad attenderli c'e' un'auto bianca di piccola cilindrata. Prima di andare, da veri professionisti, portano via anche le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso del negozio. Ma ad immortalarli sono le telecamere di un'altra gioielleria di via Vittoria, dove restano impresse le immagini dell'auto che sfreccia a tutta velocità verso via del Babuino. Le immagini vengono subito prese in consegna dalla Squadra Mobile, che sta passando al setaccio anche i video delle altre telecamere di via del Corso e di tutto il centro storico per risalire ai malviventi. Secondo fonti investigative, si tratterebbe di stranieri dell'Est Europa e di italiani.â€Pochi minuti prima della rapina ho visto la stessa auto parcheggiata in via Belsiana - afferma il gioielliere il cui circuito di sicurezza ha ripreso l'auto - poi è sfrecciata davanti al mio negozio con un rombo incredibileâ€. Oltre ai tre rapinatori descritti dalla titolare della gioielleria, dunque, potrebbe essercene anche un quarto che ha atteso nell'auto parcheggiata il momento in cui i tre sono usciti per prelevarli dal negozio e darsi alla fuga. “Sicuramente è stato un colpo preparato - ammette la gioielliera, ancora visibilmente scossa -. I due sembravano proprio dei clienti, erano distinti ed anche avvenenti. Abbiamo avuto paura quando ci hanno puntato l'arma addossoâ€. Intanto è Sos sicurezza da parte dei commercianti che si sentono in costante ‘allerta’. “C'è chi ha la pistola sotto il bancone - ammette un gioielliere - ormai aspettiamo solo che ci sparinoâ€. Si infiamma anche la polemica politica con il centrosinistra che attacca il sindaco Alemanno, proprio nel giorno in cui il Campidoglio diffonde i dati sulla percezione della sicurezza dei romani. Secondo le rilevazioni Ipsos, “il 55% degli intervistati si sente molto/abbastanza sicuro, contro il 44% che, al contrario, si sente poco/per nulla sicuroâ€. IL Pd ribatte con i suoi numeri: secondo dati della Swg il 71% dei romani non si sente sicuro nella sua città . Ma, intanto, i commercianti del salotto buono di Roma, si sentono “tutti in allertaâ€
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