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Raimondo scrive all'operaio Aim aggredito che perdona. Ma anche a Variati, Zaia e...

Di Citizen Writers Domenica 30 Novembre 2014 alle 18:58 | 0 commenti

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Pubblichiamo la lettera di Giuliano Raimondo, ex sindacalista, a Maurizio, l'operaio Aim aggredito a Bolzano Vicentino, e i consigli operativi dati a chi di dovere per evitare in futuro nuovi rischi per chi svolge mansioni a rischio come quelle di Maurizio.

Caro maurizio, la tua scelta del perdono, che leggo oggi 29 novembre 2014 ne Il Giornale di Vicenza, fa onore a te ed è motivo di orgoglio per la tua famiglia e per tutti gli uomini e donne animati e impegnati per il bene comune.

 

Ma il fatto stimola ad approfondire al fine di prevenire il ripetersi di situazioni che minacciano la vita delle persone addette a funzioni delicate, come quella che svolgi come dipendente di AIM. "Sinceri complimenti!".

L'altra mattina, quando per caso ci siamo incontrati e mi hai spiegato l'accaduto, non ti ho detto che appena ho saputo del fatto ho redatto un mio piccolo contributo "sui rischi alle persone preposte alle attività di sigillatura e riallaccio di contatori sigillati per morosità e o per controlli presso la residenza dell'utente"

Quel contributo che nella prima versione avevo già diffuso, ma che ho aggiornato il 25 novembre scorso, lo invio al sindaco di Vicenza e Presidente della Provincia Achille Variatia, al Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia (per quanto di loro competenza) e a tutte le persone che conosco e che operano nelle società del gas, dell'acqua e dell'energia elettrica nell'ambito della Provincia di Vicenza, in particolare.
Consideralo come una fattiva partecipazione nella scia culturale e religiosa che guida il tuo e "nostro" vivere, nella sempre più complessa società di cui si fa parte.

Di nuovo gli auguri per la pronta guarigione e arrivederci per quelli di Buone Feste.

Giuliano
p.s. segue testo di quanto richiamato sopra


di Giuliano Raimondo (=)
"aggiornato il 25 novembre 2014"


Dopo l'accoltellamento di un operaio di AIM, addetto alla riapertura del contatore del gas, e al ferimento del suo collega, nel rinnovare loro i più sinceri auguri per la salute, e per il futuro nel loro lavoro,

esprimo

OPINIONI PROPOSITIVE "sui rischi alle persone preposte alle attività di sigillatura e riallaccio di contatori sigillati per morosità e o per controlli presso la residenza dell'utente"


PREMESSA.

La sigillatura e riallaccio contatori per morosità o per controlli presso l'utente consumatore (del gas, dell'energia elettrica e dell'acqua) è un lavoro sempre più difficile che viene svolto in un Pese che sta impoverendo anche sul piano culturale.

Sono attività importanti ma sempre più spesso a rischio, svolte tra le regole dell'Autorità per l'energia elettrica, gas, acqua, e persone con comportamenti sempre più variabili.

Sono attività che spesso avvengono anche in ambienti angusti e spesso fuori norma, in zone a alta concentrazione di foresti, di cui molti senza lavoro e che capiscono poco la lingua italiana.

Attività svolte tra crescenti discussioni calorose, condite spesso con minacce verbali e qualche volta con vere aggressioni fisiche che possono pregiudicare anche la vita delle persone addette a sigillature o controlli presso l'abitazione dell'utente, come nel caso citato sopra.

Siamo un Paese a memoria corta e in declino per varie cause, tra le quali l'ignoranza di ritorno, la mancanza di lavoro, il ritorno dello sfruttamento delle persone nella prestazione di lavoro, la corruzione, i furti in aumento, datori di lavoro che non pagano, direzioni di azienda prevalentemente burocratiche, code agli sportelli, file o tempi lunghi per accedere a cure mediche, ecc. ecc.

Un Paese sfilacciato che arranca perché zavorrato anche da una gestione politico amministrativa che sempre più spesso fa incavolare (tutti contro
tutti!) e da parole, parole e parole, a fronte delle urgenti necessità
(diritti) che la crisi economico e sociale richiede. Per dirla in breve, oltre alla propaganda e agli spot "non si vede granché per il futuro" (altro che strumentalizzare i giovani e i disoccupati rispetto ai diritti che la Costituzione Italiana prevede per tutti)

Diversi anni fa l'Italia era un Paese sostanzialmente diverso perché vi era più lavoro, meno corruzione, meno ingiustizie, meno egoismi e sicuramente più partecipazione e solidarietà. Questo è servito anche a umanizzare il lavoro anche se, sempre più grave è, oggi, la divisione delle quote di lavoro tra il sud e il nord nel nostro Paese. Viviamo in una situazione economico sociale che alimenta, in crescendo, anche tensioni e comportamenti sempre più asociali provenienti anche da tanti italiani senza futuro. (Papa Francesco sembra "parlare" solo a quel deserto sordo e sempre più cieco, rappresentato dell'indifferenza, ma non è così perché vuole mobilitare tutti i cuori!)

Ora con la mondializzazione dell'economia senza governo, con la prevalenza del mercato finanziario rispetto a quello del lavoro per la promozione umana, la situazione è ancora più grave e il conto più salato. Un conto salato che sembra senza fine per carenza di investimenti per il lavoro, orientato a migliorare la qualità della vita delle persone, intesa come fruizione dei diritti sanciti nella Costituzione e per tutela del territorio. Lo ricordano anche le ripetitive esondazioni di fiumi, torrenti e frane, l'aumento della povertà e i crescenti disagi nella società i quali generano un miscuglio di tensioni con pesanti riflessi sulla sicurezza delle persone. Lo evidenzia bene anche l'accoltellamento del lavoratore di AIM e il ferimento del suo collega, da parte di una persona che sul suo comportamento deciderà opportunamente la competente autorità giudiziaria.

Certi "mestieri", che nel nostro territorio si facevano senza tanti problemi, come la sigillatura dei contatori per morosità e il loro riallaccio o per controlli presso l'utente, erano, qua tra noi, fino a pochi anni addietro, un "mestiere" abbastanza "tranquillo", a differenza del Piemonte, per esempio, ove dette attività sin dalla fine del 1960 cominciavano ad essere rischiose perchè svolte in concentrazioni di persone con tradizioni e abitudini molto diverse tra loro (allora errano quasi tutti e solo italiani)


CIÃ’ PREMESSO,

a mio avviso, in tutte le società o aziende dei servizi per le energie, che prevedono, in particolare, slacci e riallacci dei contatori presso le abitazioni degli utenti in stato di morosità, o per controlli, è urgente verificare e aggiornare:

Þ le procedure di intervento, considerando anche il rapporto previsto
dalle regole (Autorità per l'Energia Elettrica, Gas e Acqua) per i fornitori e distributori. Ossia il rapporto tra il venditore di energie e i distributori delle stesse in quanto proprietari della rete e dei misuratori, i quali, su ordine del venditore, devono tecnicamente intervenire in tempi definiti (e in situazioni di traffico sempre più critiche);

Þ l'organizzazione del lavoro nelle aziende distributrici, in coerenza
con le regole della citata Autorità;

Þ la puntuale programmazione esecutiva intesa come tempi di intervento
( "non si deve rischiare perché si arriva tardi al posto d'intervento a causa di situazioni non programmabili");

Þ se gli operatori del distributore devono andare anche
nell'appartamento dell'utente/cliente per verificare, prima della riapertura del gas, se i rubinetti sono regolarmente chiusi e o per sfiatare l'impianto dell'utente/consumatore;

Þ la tipologia delle comunicazioni scritte verso gli utenti/clienti
consumatori perché siamo un Paese che deve essere al passo con i tempi (la sola lingua italiana non basta);

Þ i criteri di selezione per la individuazione di chi è adatto alle
funzioni tecniche sopra citate anche perché in grado di dialogare con persone che vengono da paesi lontani (la sola lingua italiana non basta. È anche l'occasione per assumere giovani diplomati disoccupati);

Þ gli indumenti/dpi in modo che i cittadini possano identificare sin
da subito: il nome della società che interviene, nonché il n. di matricola dei preposti, in quanto stampigliati negli indumenti con caratteri e numeri ben leggibili;

Þ i sistemi per interventi in sicurezza sotto il profilo della
prevenzione e protezione, alla luce delle prescrizioni nel vigente Decreto
81/2008 e sue integrazioni;

Þ la formazione dei preposti operatori anche sotto l'aspetto culturale
e psico/comportamentale, ossia di come comportarsi a fronte di minacce verbali o peggio, di vere aggressioni fisiche;

Þ che gli interventi siano sempre realizzati tramite una coppia di
preposti operatori, governata da un predefinito preposto coordinatore;

Þ se esiste un rapido sistema per dare l'allarme per interventi veloci
(o Vigili Urbani, o Carabinieri, o Polizia di Stato...) a fronte di emergenze che mettono a rischio fisico le persone, considerato che siamo un Paese che stenta di integrare e di integrarsi con persone che provengono da altri Paesi del mondo o da italiani esasperati dai devastanti effetti della crisi.

Aggiungo, che per gestire correttamente e in sicurezza il complesso di tali attività, è indispensabile, oltre che una nuova mappatura dei rischi, una specifica funzione di coordinamento in modo da evitare, anche in ossequio alle previsioni nel decreto 81/2008 in tema attribuzioni e limiti di responsabilità tra i vari livelli di preposti, eventuali pressappochismi o abitudini operative che espongono a rischi di varia natura.

Aggiungo inoltre, che le società o aziende dei settori citati, debbano prevedere con urgenza una specifica tutela legale ai vari preposti -tramite contrattazione e accordo sindacale- in modo da garantire agli stessi di poter contare su una adeguata e concreta assistenza, anche sul fronte dei costi, in caso di ricorsi in sede giudiziaria.

È questo un contributo che mi sento di proporre -considerata la personale esperienza sindacale nei settori dell'energia- per concorrere a migliorare la situazione sul piano delle sicurezze preventive e non solo, anche perché, in alcuni casi, vi potrebbe essere bisogno non solo di primo soccorso.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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