Raddoppiare i costi pubblici è un male... ma il GdV fa pagare il doppio la pubblicità agli ingenui della politica
Martedi 21 Aprile 2015 alle 23:00 | 0 commenti
Su tutti i media, nazionali e locali, si individuano tra i mali maggiori dell'Italia la corruzione della classe politica italiana con i suoi lacchè e il conseguente aumento dei costi delle opere pubbliche, teso ad alimentare proprio quei corrotti che le fanno appaltare ai corruttori di turno. È così che le opere pubbliche e le infrastrutture, denunciano i giornali italiani, nazionali e locali, costano almeno il doppio rispetto a quelle dei Paesi "normali".
Condannare con degli articoli corruzione e malcostume non è, poi, così difficile, direi che è normale.
Così come è ovvio scandalizzarsi contro l'ingordigia degli imprenditori disonesti che danneggiano gli italiani e anche i loro "colleghi" concorrenti e che per il loro tornaconto sfruttano e pagano la pura o dolosa incapacità dei politici.
Politici che per farsi eleggere spendono in campagne elettorali finanziate da piccoli e grandi elettori.
E che proprio nei primi loro passi per conquistare nuovi incarichi o confermarne di vecchi sono chiamati a fare scelte di spesa per la loro "pubblicità ", la cui avvedutezza potrebbe e dovrebbe essere il primo parametro per valutare le loro capacità di saper gestire la cosa pubblica.
Se non sanno gestire le loro spese in campagna elettorale con accortezza senza prendere bidoni come si può sperare che sappiano gestire la spesa pubblica senza bidonare, per dolo o incapacità , i cittadini contribuenti?
E in questo primo, significativo test in occasione delle regionali del Veneto la Athesis spa, l'editore, di proprietà di Confindustria Vicenza e Verona, de Il Giornale di Vicenza, non aiuta certo i candidati a fare bella figura.
Per legge in periodo elettorale gli editori devono rendere pubblici i listini fissi degli spazi pubblicitari e così ha fatto l'Athesis che, tramite la concessionaria PubliAdige srl, ha fissato, ad esempio, in 4.000 euro il prezzo netto imponibile di una pagina intera (310 x 406 mm) su Il Giornale di Vicenza e in 1.400 euro quello dello spazio web principe denominato Leaderboard (728 x 90 pixel).
E allora?
Provate a chiedere a PubliAdige, anche senza aver avuto rapporti commerciali precedenti con la concessionaria, il costo di un pagina a colori per un compratore qualunque di una società qualunque. Avere uno sconto di almeno il 50% è normalissimo e senza condizioni particolari per una pagina così come avviene per gl altri spazi del listino riservato ai candidati. Provare per credere, come è ben noto che il prezzo tipico commeciale per gli spazi è ancora inferiore.
Eppure i candidati comprano a 4.000 euro con i soldi loro o dei loro "sostenitori"  quello che i "sostenitori", da manager delle loro aziende non pagherebbero la metà .Â
E per il web? Il listino massimo per i mortali, comuni ma più accorti degli aspiranti nostri futuri governanti regionali, è di 600 euro per lo spazio che su il GdV.it Moretti, Zaia, Tosi & c.  sono  pronti a  pagare 1.400 euro.
Di certo le elezioni regionali sono un piccolo ma pur sempre buon affare in tempi di magra per Il Giornale di Vicenza e i suoi editori confindustriali, che, però  non si fanno scrupolo, loro che sono etici più dell'editore di VicenzaPiù, come ha decretato tempo fa il presidente di Vicenza Giuseppe Zigliotto, di far fare brutta figura per qualche misero euro in più a candidati che magari loro stesso finanziano.
Ma se l'editore de Il Giornale di Vicenza raddoppia ai politici i costi della sua pubblicità , caro Zigliotto sia intelligente questa volta ed eviti di lamentarsi tramite il suo giornale e come presidente di Confindustria della corruzione checraddoppia i costi pubblici e promossa da imprenditori suoi colleghi, tipo il plurirecidivo Maltauro, ovviamente per costrizione.
Per costrizione di chi?
Di chi non è capace neanche di accorgersi di pagare almeno il doppio la pubblicità sul foglio locale da lei guidato editorialmente?
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