Quote latte, interviene Manzato
Mercoledi 10 Settembre 2014 alle 19:30 | 0 commenti
Regione Veneto - “Parliamoci chiaro: il Governo deve politicamente controbattere all’Unione Europea e non può effettuare prelievi forzati alle aziende agricole produttrici di latte per liberarsi da una procedura d’infrazione europea che, in questa fase, potrebbe essere profondamente viziata sin dall’inizio della vicenda che ha tormentato il nostro settore produttivoâ€.
Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, non ci sta “al prelievo forzoso nelle imprese di allevamento delle cosiddette multe per la sovrapproduzione di latteâ€. “Una sovrapproduzione – spiega – che potrebbe essere solo cartacea e non reale. Io voglio prima vedere i risultati finali conseguenti al rapporto dei Carabinieri del Ministero dell’Agricoltura, secondo il quale il calcolo del latte prodotto sarebbe stato fatto sulla base di una mandria fittizia, che conteggiava anche vacche di ottant’anni. Pretendo di sapere se questa analisi e se i dati che la supportano sono veritieri, attendibili o inesistentiâ€.
“Non è una questione di lana caprina, visto anche il caos normativo con il quale è stata gestita tra gli anni 80 e 90 questa partita, su presupposti storici di scarsa attendibilità oggettiva e di regole inventate e corrette a tavolino che hanno visto alla fine assegnare quote di produzione a territori che non producevano latte. Dico di più – aggiunge Manzato – e cioè che la produzione storicamente accertata del Veneto venne tagliata all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso di circa un milione di quintali sulla base di una suddivisione nazionale che forse doveva premiare o salvare qualcun altroâ€.
“Se il rapporto dei Carabinieri venisse confermato, bisognerebbe mandare le Forze dell’Ordine a casa di quanti hanno falsificato le carte e dei loro complici, non dai contadini. Ma soprattutto voglio sapere se il governo vuole salvare la faccia nascondendo tutto questo sotto un tappeto, o intende salvaguardare una produzione nazionale che crea lavoro, ricchezza e benessere e che rischia di essere messa in ginocchio dallo Stato prima ancora che dal mercato mondializzatoâ€.
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