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Prove Invalsi, Associazione Genitori de La Nostra Famiglia: troppo alto il rischio di mettere l'inclusione in secondo piano

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 13 Maggio 2017 alle 21:40 | 0 commenti

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Su stimolo di alcune famiglie vicentine di bambini e ragazzi con disabilità, l'Associazione Genitori de La Nostra Famiglia, nella nota che pubblichiamo, punta il faro sulla gestione spesso inappropriata delle prove Invalsi. ‘Qual è il vero senso delle prove Invalsi e come si ripercuote sull'inclusione scolastica?' Questa la domanda che ci siamo rivolti come associazione al fianco delle famiglie, dopo aver ascoltato alcune testimonianze di genitori con bambini e ragazzi con disabilità, preoccupati per una gestione poco chiara dello svolgimento dei test, in alcune scuole della città. Le valutazioni Invalsi hanno, per legge, unicamente scopo informativo: «offrire ai decisori istituzionali dati attendibili e indicazioni utili per le scelte di governo del sistema di istruzione e formazione e fornire alle scuole un utile e affidabile strumento di conoscenza per riflettere sugli esiti dell'attività di insegnamento/apprendimento».

Nella prassi, tuttavia, questo obiettivo si ripercuote sugli alunni e sugli studenti, che spesso si trovano a dover diventare competenti non in italiano e matematica, ma rispondendo alle domande "tipo Invalsi", per usare un termine spesso usato dagli stessi insegnanti. Questo comporta una sorta di "addestramento" (in Gran Bretagna esiste già un insegnamento Teach to test!) che fa sì che si perda di vista non solo lo scopo per cui le prove invalsi erano state introdotte (valutare la qualità dell'insegnamento per migliorarla) ma anche lo scopo formativo dell'insegnamento.
A conferma di questa deriva della scuola, c'è il fatto che per "motivare" gli alunni a conseguire alti risultati in questa valutazione, gli insegnanti hanno iniziato a far rientrare i voti delle prove invalsi nella media degli studenti: alla faccia dell'anonimato e del fatto che la valutazione è sulla scuola e non sull'alunno e che dovrebbe avere uno scopo solo informativo!

In questa corsa al punteggio più alto, si registra, inoltre, un enorme passo indietro della scuola rispetto al percorso di inclusione scolastica. Questo perché vengono esclusi dalla valutazione del sistema di istruzione gli esiti delle attività di insegnamento sui livelli di apprendimento degli alunni con disabilità. Questo cosa vuol dire? La scuola non deve essere valutata anche rispetto a come istruisce alunni e studenti con disabilità?
In più, nella corsa al massimo punteggio nelle prove Invalsi (che influisce sulla valutazione degli insegnanti, della scuola e quindi sui finanziamenti che gli istituti ricevono dallo Stato), si arriva in molte scuole ad escludere gli alunni con disabilità dalla vita della classe in tutta quella fase di pre-addestramento alla prova Invalsi.
E durante lo svolgimento della prova invalsi cosa accade?
La norma prevede che al dirigente scolastico spetti la decisone di far svolgere o una attività alternativa alla prova Invalsi o una prova invalsi personalizzata (ma non valutata) all'alunno con disabilità certificata, per farlo partecipare ad un evento che comunque coinvolge tutta la classe, a patto però che "non disturbi" lo svolgimento delle prove!
Per quanto riguarda invece gli alunni con BES (Bisogni educativi speciali) è previsto che siano automaticamente inclusi nello svolgimento delle prove, con eventuali strumenti di sostegno didattico.
Purtroppo però, spesso queste indicazioni non vengono rispettate e alcuni genitori si sentono addirittura proporre dalla scuola di tenere a casa i loro figli nei giorni dei test perché la scuola nemmeno si adopera per lo svolgimento di prove Invalsi personalizzate (anche se poi non valutate) o adattate, per quegli alunni che, con i cosiddetti strumenti dispensativi e compensativi, le prove invalsi "standard" potrebbero svolgere al pari dei loro compagni di classe.

A nostro parere un sistema di valutazione nazionale deve trovare il modo di valutare tutti gli studenti. Mettendoli nella condizione di affrontare con dignità e consapevolezza questa esperienza. Anche perché escludendone una parte, i dati che ne risulteranno saranno falsati e non rispecchieranno il reale posizionamento degli istituti.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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