Quotidiano | Categorie: Politica

Prove di integrazione a Caldogno? i tempi li dettano gli americai

Di Martina Lucchin Lunedi 25 Marzo 2013 alle 11:43 | 1 commenti

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E' prevista per il 4 maggio l'inaugurazione ufficiale della base Dal Molin, mentre da giugno il sito sarà progressivamente operativo. Il comune di Caldogno, coinvolto anche negli anni passati nelle questioni relative alla costruzione della base militare per la contiguità territoriale con la stessa, si dice pronto ad accogliere le famiglie dei soldati americani in arrivo e a dare il via a progetti di integrazione delle due comunità.

Prove di aggregazione si sono già verificate nei mesi di settembre ed ottobre, quando sono stati coinvolti soldati americani in lavori di pubblica utilità nel comune, tramite un'azione congiunta del sindaco e del colonnello David Buckingham. L'inizio della collaborazione sembrava essere promettente, peccato che si sia arenata proprio nel suo divenire in essere. Il sindaco di Caldogno Marcello Vezzaro, infatti, ci riferisce di aver riscontrato dal comando della Setaf "una volontà politica diversa", volta a favorire l'integrazione delle famiglie dei soldati nel territorio in cui prestano servizio. "Non più creare zone chiuse, ma villaggi aperti con spazi pubblici per tutti...vogliono essere attori della vita del Paese e collaborare con il comune", queste le intenzioni degli americani secondo le parole del sindaco. Vezzaro aggiunge, inoltre, che è dato per certo che risiederanno a Caldogno soldati con le loro famiglie, che "è risaputo dare meno problemi", perché i singoli militari che sono destinati, invece, alle diverse missioni che partono dalla base, avranno i loro alloggi dentro la caserma. La sperata integrazione però per adesso rimane solo a parole. Lo stesso sindaco ammette che al momento non ci sono progetti concreti in atto o in via di realizzazione perché il muro dei protocolli americani e della politica tradizionalmente adottata dalla Setaf verso i territori locali in cui si insediano, è difficile da scalfire. "Per loro è una novità", considera il sindaco, "serve del tempo perché maturi questo tipo diverso di mentalità...già il fatto che lo vogliano fare è una cosa positiva". E' solo una questione di tempo, quindi, per l'amministrazione della provincia di Vicenza. Intanto però i lavori per la costruzione degli alloggi destinati alle circa 100 famiglie che arriveranno sono avviati ed entro due anni, previsti dal sindaco, ci sarà non solo quello che viene definito come un "villaggio aperto", ma anche strutture sportive destinate agli americani, che li risiederanno, e alla comunità calidonense. La cui utilità non è proprio ben chiara, visto che sono strutture che andranno ad aggiungersi al nuovo centro sportivo di 11.000 metri quadrati realizzato a Caldogno qualche anno fa. Non mancheranno comunque i benefici, secondo il sindaco. Non solo per la postulata integrazione e l'arricchimento culturale che ne deriverebbe, ma anche per l'indotto economico. Si spera, infatti, che una migliore conoscenza della nostra cultura spinga sempre più gli statunitensi a fornirsi dei prodotti locali. Il sindaco ribadisce poi che quei progetti integrativi strutturati e continuativi, che il comune vorrebbe attuare, saranno ben accolti dalla popolazione. La contrarietà alla base espressa nel 2006 dal 64% dei cittadini secondo il sondaggio demos&pi, non risultava essere un'opposizione al popolo americano in sé ma al posizionamento di una base militare in centro città, inopportuna per motivi di sicurezza e viabilità, considera Vezzaro. "L'abbiamo subita e adesso quindi dobbiamo anche gestirla", conclude.

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Commenti

25aprile
Inviato Lunedi 25 Marzo 2013 alle 11:58

patetico Vezzaro, che non ha mosso un dito contro la base... schei, schei, schei...
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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