Protesta silenziosa contro i tagli al sociale davanti a palazzo Trissino
Martedi 10 Settembre 2013 alle 13:57 | 0 commenti
Davanti a palazzo Trissino va in scena da questa mattina una protesta silenziosa e discreta che non potrà però rimanere indifferente ai tanti che passeggiano per corso Palladio o a chi dovrà accedere agli uffici comunali. Mario, disabile settantaduenne che non vuole che il suo nome completo venga reso pubblico a dimostrazione di “una presa di posizione pensata a nome di altri disabiliâ€, resterà nella sua posizione fino a stasera. A fargli compagnia il cartello appeso alla sua sedia a rotelle che recita: “I tagli al sociale fanno male â€.
La voce di Mario si unisce al coro dei tanti che nell’ultimo mese si sono ribellati alla decisione della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 6 che potrebbe portare da ottobre alla progressiva dismissione dei centri diurni per i disabili che alloggiano nelle residenze.  La scure dei tagli doveva divenire operativa a partire dal primo settembre ma la protesta delle famiglie e delle associazioni che si occupano di disabili ha avuto come conseguenza la sospensione provvisoria del provvedimento. Il problema quindi è tutt’altro che risolto. Â
“Questo è un taglio che va a ferire in maniera profonda i cittadini disabili e le loro famiglie, ma ancor di più la civiltà di un popolo che non può definirsi libero, paritario nei dirittiâ€, si legge nella denuncia che Mario ha scritto sui fogli che distribuisce ai passanti. “Sono qui perché voglio dare un tono alla protesta – riferisce invece a Vicenzapiù -. Non ho ancora incontrato né il sindaco né alcun assessore, ma non era questo il mio obiettivo.†Il dissenso di Mario, infatti, non è limitato all’ultimo provvedimento calato sul sociale, ma si estende ad un intero sistema regionale che da anni “investe in opere non di prima necessità (ospedali, grandi opere stradali come la Pedemontana..)†a discapito del “bene dell’uomoâ€.
Queste sono le parole conclusive del suo urlo silenzioso di protesta: “Questo sistema va sostituito mettendo nella stanza dei bottoni, dove si decide la sorte della gente, uomini e donne che non hanno nulla di loro da difendere: potere, prestigio, carriera, soldi. Va creata una società nella quale per i disabili e le loro famiglie ci siano spazi concepiti affinché possano portare la loro missione per uno stile di vita senza privilegiâ€.
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