Prostituzione, Forum donne PRC contro Cicero, Cecchetto e case chiuse
Lunedi 29 Luglio 2013 alle 14:13 | 0 commenti
Irene Rui Forum donne PRC Vicenza - In questi giorni bollenti le Amministrazioni che risento della questione della prostituzione, stanno andando di volta al cervello e ripropongono le vecchie ricette degli anni precedenti, senza realmente pensare alla risoluzione del problema. C'è innanzitutto, molta confusione sulle terminologie “case chiuseâ€, casini, bordelli e “case del piacereâ€.
Molti pensano che siano la stessa cosa, ma la storia lo nega.
Le “Case Chiuse†sono un triste ricordo del primo novecento, che non vorremmo ritornasse. Queste furono delle vere e proprie zone di sfruttamento ove le lavoratrici, vi risiedevano, avevano uno standard di lavoro che andava dalle 30 alle 50 marchette al giorno e per non più di 15 giorni, dopo di che la ragazza veniva cambiata, come uno strofinaccio. Le professioniste che vi esercitavano erano sottoposte a controllo statale sia dal punto di vista sanitario con visite coatte e umilianti, sia con schedatura e registrazione in un apposito libro, tanto che nei loro documenti vigeva la dicitura prostituta.
Le “case chiuse†nascono nel periodo Giolittiano, precisamente con Crispi a fine Ottocento, ove i casini, in cui si esercitava la prostituzione furono confinati ai margini dei centri storici, lontano da luoghi pubblici e avevano l'obbligo di tenere le serrande abbassate o gli scuri chiusi. Furono per questo chiamate “Case chiuseâ€, esse dovevano dare un segnale chiaro che lì si esercitava una professione considerata degradante per la società , ma utile all'uomo.
Le 560 “case della schiavitù†furono chiuse definitivamente nel 1958 con la legge 74 detta Merlin, poiché considerate gravemente limitanti per i diritti umani e meta dello sfruttamento della malavita. Lo scopo della legislatrice era non di vietare l'esercizio della prostituzione, ma di dare dignità alle donne anche le lavoratrici del sesso; purtroppo i legislatori maschi fecero opera di depauperamento della proposta di legge, riportandola ancora nei canoni del proibizionismo ufficiale e del permissivismo nascosto, al punto che non è vietata la prostituzione, ma l'adescamento.
Senz'altro a persone come Cicero, e a qualche perbenista, farà piacere il loro ritorno, ma a noi no. Pensiamo che il corpo di queste lavoratrici e lavoratori, non può essere definito come mero oggetto, da usare per il proprio piacere animale, ma abbia comunque una propria dignità e dei diritti; vanno quindi rispettate pause dal lavoro e il numero delle prestazioni da effettuare. L'abolizione della Legge 74/58, non risolverebbe le problematiche che l'esercizio crea, ma ne caricherebbe delle altre, accentuando il degrado dovuto allo sfruttamento della manodopera non consenziente e clandestina, che sfuggirebbe ancor di più dalle mani giustiziali. Ma soprattutto passerebbe il vecchio concetto patriarcale che il corpo di una donna va usato e abusato, naturalmente di nascosto dagli occhi cittadini.
Noi siamo invece per risolvere la questione relativa all'esercizio della prostituzione non abolendo la normativa vigente, ma riformandola, e magari permettere il mestiere in strutture riconosciute chiamiamole “Case del piacere†dove le lavoratrici e i lavoratori del sesso, esercitano, offrono un servizio che oltre a dare un piacere sessuale, insegna al/la cliente, a prendere coscienza delle sensazioni del proprio corpo e anche in alcuni casi a risolvere questioni di malattie psico-sessuali e di problematiche con il/la partner. Un luogo dove è assicurata alle lavoratrici/ori, oltre al cliente, una sicurezza si igienica e sanitaria, ma soprattutto delle normative sul lavoro; aperto e non emarginato nella periferia cittadina, nascosto al pubblico.
Ciò implica la legalizzazione del lavoro del sesso, regolamentazione di orari, tariffe e norme di ordine sanitario, onde evitare situazioni di sfruttamento e schiavizzazione delle lavoratrici. E i controlli devono essere fatti solo dal punto di vista del rispetto della legislazione sul lavoro.
Facciamo appello a tutto il mondo femminile e al vasto mondo delle sex worker affinché si alzi un grido contro il referendum per l'abolizione completa o in parte della legge 74/58, al fine di evitare l'ennesimo pasticciaccio all'Italiana e trovare una soluzione reale, che potrebbe essere anche farsi promotori affinché il disegno di legge presentato dal Sindacato delle Lucciole nella scorse legislature in parlamento, arrivi veramente alle camere e non rimanga nascosto in qualche cassetto essendo un argomento per qualcuno imbarazzante.
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