Profughi, lettera di un cittadino a Renzi: "suggerimenti non apprezzati..."
Lunedi 6 Luglio 2015 alle 21:58 | 0 commenti
Pubblichiamo la lettera che Enzo Corani di Vicenza ha spedito a Matteo Renzi: "al momento non pare che i suggerimenti siano stati apprezzati" scrive Corani
Le immagini di massimo degrado e di mancanza di Ordine Pubblico, che vediamo riferite alla Stazione Centrale di Milano, non sono un buon biglietto da visita per chi vuole venire all’EXPO.
Sono del pari poco invitanti e rassicuranti i resoconti , che giungono dalle città interessanti per cultura e turismo, nonché quelle che pervengono dalle zone balneari, con la precisazione che –per quanto riguarda quest’ultime- sono già giunte numerose disdette alle prenotazioni effettuate a suo tempo.
Ormai, dopo l’abrogazione del “reato di clandestinità â€, l’arrivo di centinaia di migliaia di esseri umani, profughi o anche solo desiderosi di cambiare vita, è divenuto un dramma e un peso per l’Italia, che continuerà in eterno, se non verranno presi provvedimenti seri e concreti. Chi governa ha la responsabilità di ciò che sta accadendo, ma, soprattutto, non può rimanere in attesa di eventi divini, considerato che l’Europa tutta ha ormai deciso che il problema sia solo nostro. Di tempo in attesa di dimostrazioni di buona volontà , ne è trascorso troppo e ciò non fa ben sperare. Non voto PD, ma, come italiano, mi sento di poterle dare alcuni suggerimenti, perché la situazione sta diventando insostenibile e drammatica, in quanto si sta trasformando in una specie di lotta tra poveri.
Ecco, alcune iniziative urgenti e concrete. – 1 - Chiedere la sospensione provvisoria o attuarla “unilateralmente†–con effetto immediato e per motivi di sicurezza- del trattato di Dublino, per quanto concerne la norma che impone al primo dei Paesi dell’UE -raggiunto dai nuovi arrivati- di occuparsi direttamente della loro accoglienza e sistemazione. Un impegno sottoscritto,quando la Libia era ancora alleata dell’Italia e i barconi venivano fermati, prima della partenza per le sponde italiane e che fotografava una situazione totalmente diversa da quella attuale. – 2 – Le operazioni di pattugliamento e di aiuto nel Mare Mediterraneo (che non sono acque territoriali), devono essere effettuate da un gruppo di mezzi navali, provenienti da tutti i Paesi dell’EU. Quattro o cinque navi per ogni Nazione (Inghilterra, Irlanda, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Danimarca, Germania, Polonia e gli altri paesi scandinavi), rappresentano uno sforzo minimo, equo e non troppo impegnativo per “marine militariâ€, che attualmente non hanno alcun impegno . La nave che prenderà a bordo i profughi, provvederà anche a trasferirli direttamente nella Nazione di proprietà del mezzo, che ha effettuato il soccorso, dove verranno identificati e si provvederà alla loro “accoglienza†o a trasferirli in altro Paese europeo, in base alle quote fissate per ogni Nazione. - 3 – Informare il Parlamento Europeo che dal 1° giugno 2015 e fino a quando le richieste di cui ai punti precedenti (punto 1 e punto 2) non saranno operative, lo Stato italiano bloccherà totalmente le rimesse economiche, previste a carico del nostro Paese, in quanto membro dell’EU. – 4 – Tenuto conto che la Libia non ha interesse a bloccare le partenze, visto che l’ONU non esiste, far intervenire la NATO, individuare con i satelliti spia, gli aerei senza pilota o con semplici droni, la presenza di imbarcazioni in prossimità o attraccate alla costa libica –ancora senza occupanti- e affondarle. – 5 – Istituire nei Paesi, ove sono presenti dei Consolati Europei, Organismi preposti a valutare e decidere le richieste di “espatrioâ€, in cui venga indicato il luogo che si intende raggiungere. Dopo l’accettazione della domanda potrebbero partire con mezzi comuni (aereo, treno o altro), risparmiando il 90 % di quanto oggi spendono. Non avremmo più il peso morale delle ingiuste e vergognose morti nel Mediterraneo, avremmo liquidato, senza colpo ferire “scafisti†e “nuovi schiavistiâ€, ma anche tanti approfittatori di casa nostra. – 6 – Serve naturalmente da parte dell’Europa, un grande e reale progetto di aiuti economici e di sviluppo, un Piano di Aiuti destinato ai quei Paesi, per incentivare i residenti a rimanere ed a impegnarsi per migliorare le condizioni di vita e a crearsi un futuro migliore nella propria terra.
Se abbiamo ancora un minimo di dignità , sentimento che fino ad ora non abbiamo dimostrato, ci vuole determinazione e, se serve, anche lo scontro aperto, per imporre le nostre condizioni all’Europa tutta, che fino ad ora ci ha solo presi in giro. Un comportamento che ha determinato una situazione pesantissima per l’Italia, che mette in crisi i nostri Servizi Sociali e che potrebbe rendere difficile persino la nostra sopravvivenza economica come Nazione.
L’Europa deve capire che per il nostro Paese, il tempo delle lunghe ed inutili attese, ma soprattutto della buona fede è terminato.
Sono certo, signor Presidente, che non mancherà di tenere nella giusta considerazione quanto sopra esposto.
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