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Una lavatrice, materassi, del mobilio smontato appoggiato alle pareti, il furgone - nella foto - pronto a partire. I richiedenti asilo di viale Milano al numero 86, come avevamo già preannunciato, hanno fatto i bagagli. Erano rimasti solo un sette, dopo che sei di loro sono stati spostati la settimana scorsa e lasciano un appartamento di più di 200 metri quadrati vuoto. Restano invece tanti dubbi e perplessità, ma non riconducibili a loro. 

In primo luogo una campagna mediatica cittadina che altro non ha fatto che alimentare paure inutili. Come abbiamo riportato più volte, i ragazzi del Mali ospitati in appartamento difficilmente possono essere messi in relazione con le zone di degrado dell'area tra Viale Milano e Campo Marzo e non hanno mai rappresentato un problema se non nella percezione di paura di una parte di vicentini. Casomai le domande che ci si dovrebbe porre sono di altra natura. Ad esempi, indiscrezioni riferiscono che quell'appartamento di un palazzo una volta abitato dalla borghesia vicentina e ora in una stato che necessita di interventi, sia stato affittato alla cooperativa Altre Strade a un prezzo tre volte superiore a quello di mercato. Un italiano, affittandolo, avrebbe speso molto meno. Ma sono in molti i proprietari di case che hanno fiutato l'affare, le domande di disponibilità che arrivano in prefettura sono, in alcuni casi, accompagnate da richieste di affitto non plausibili. 

L'unica domanda che abbiamo fatto a uno dei ragazzi prima che il furgone con il trasloco, iniziato questa mattina verso le dieci, chiudesse le porte e partisse assieme a loro è stata: "Adesso dove andate?" Ci ha risposto uno di loro, sorridendo alla domanda: "Andiamo vicino all'hotel Adele".