Profughi, il Seminario vescovile di Vicenza apre le porte per tutto l'anno
Venerdi 24 Febbraio 2017 alle 09:10 | 0 commenti
Profughi al seminario, rimarranno tutto l’anno. È stata infatti prolungata l’accoglienza inizialmente istituita come risposta d’emergenza. «Ospitiamo 36 ragazzi al massimo - spiega Pierandrea Turchetti, presidente della Croce rossa italiana nel Vicentino - funziona un po’ come un hub ma senza forti numeri in arrivo tutti i giorni: qui rimangono qualche settimana e poi vengono inviati in accoglienze più piccole». La curia vescovile coordina il tutto. «Non chiediamo affitto all’associazione, solo il rimborso delle spese. Il fine è evitare di vedere altri profughi inviati a dormire in stazione» avverte il rettore del seminario don Carlo Guidolin.
 Ai richiedenti asilo è stata destinata un’ala della struttura religiosa di Borgo Santa Lucia. Sono gli spazi che fino a pochi mesi fa erano destinati alla comunità  Il Mandorlo. Tutto in realtà è iniziato a cavallo fra ottobre e novembre scorso, dopo che 18 richiedenti asilo erano stati sistemati dalla prefettura, in un momento di emergenza assoluta, in alcuni locali dentro la stazione ferroviaria. I profughi avevano atteso fuori, al freddo, per varie ore prima che venissero resi accessibili gli spazi. La diocesi in quel momento ha deciso di farsi avanti in prima persona. In questi due mesi, l’accoglienza è stata strutturata. «Rimangono qualche settimana, dipende dai casi – precisa Turchetti – in tutto finora sono passati da noi una sessantina di richiedenti asilo. Alcuni ragazzi, penso a dei senegalesi, dopo poco sono stati inviati ad altre comunità più piccole. Alcuni, nigeriani, sono invece qui quasi dall’inizio. È comunque sempre un’accoglienza temporanea, siamo al servizio della prefettura e gli ospiti a seconda delle necessità e delle valutazioni del caso poi vengono redistribuiti altrove». Attualmente ci sono 36 profughi nel seminario. Durante tutte le 24 ore sono seguiti da volontari della Croce rossa in pettorina. La formazione va dal livello base – tenere in ordine gli spazi e cucinare – ai corsi di italiano con insegnanti, tre giorni alla settimana. «Gli altri giorni con i volontari fanno il ripasso delle lezioni. Progressivamente, vorremmo coinvolgere i richiedenti asilo in attività volontarie legate all’ambito della Croce rossa – osserva il presidente di Cri Vicenza – sul piano logistico, non il primo soccorso. Tutto il ricavato viene reinvestito nell’ospitalità stessa, noi siamo un’associazione di volontariato». Gli spazi dei profughi sono a breve distanza dai seminaristi dell’ala tutt’ora attiva della struttura religiosa. «La scadenza per l’accoglienza era stata inizialmente prorogata al 30 giugno, ora a fine dicembre – precisa il rettore Guidolin – sin da subito si era deciso che l’accoglienza fosse per brevi periodi, un luogo dove accogliere i richiedenti asilo appena giunti in città quando ancora non è stata decisa la destinazione. E l’accoglienza è gratuita, alla Croce rossa chiediamo solo un rimborso per il riscaldamento. Non vogliamo nessun affitto, solo dare una mano in una situazione di emergenza».
Di Andrea Alba, da Corriere del Veneto
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