Profughi a Vicenza, Roberto Cattaneo di Forza Italia scrive al ministro Angelino Alfano: "basta leggere il nostro quotidiano..."
Martedi 9 Agosto 2016 alle 23:07 | 0 commenti
Di seguito pubblichiamo la lettera di Roberto Cattaneo che si firma Cittadino di Vicenza Capo Gruppo F.I al Ministro degli Interni Angelino Alfano
Preg.mo Signor Ministro, mi permetta di trasmetterLe il mio pensiero, che però essere condiviso da molti miei concittadini, circa la situazione che si è venuta formando nella nostra Città di Vicenza e in molte comunità del Vicentino, a causa dei continui arrivi di profughi che, per la maggior parte, non ottengono poi il riconoscimento di aventi diritto di asilo. Queste persone, quasi tutti giovani, a volte giovanissimi, forse per il fatto che trascorrono il giorno, salvo pochissime eccezioni, senza nulla fare, cedono più di quanto si ritenga possibile, alla lusinga del malaffare, alla violenza gratuita, alla prostituzione, allo spaccio di droga.ÂMa oltre a ciò, assumono spesso atteggiamenti arroganti e pretendono il riconoscimento di diritti di ogni genere contestando anche il tipo di ospitalità che viene, direi generosamente, loro offerto. Di doveri, in primis il rispetto delle nostre leggi, non pare proprio che se ne facciano una ragione. Basta leggere il nostro quotidiano, Il Giornale di Vicenza, in un qualsiasi giorno della settimana, e potrà riscontrare quanto di vero vi è nelle mie parole. In Città , ad esempio, abbiamo una zona, via Medici, che ormai è diventata, per scelte non del tutto comprensibili ma assolutamente inaccettabili, una zona sotto il controllo di queste realtà straniere causando non pochi disagi alla popolazione residente. Ma questo è avvenuto anche in altre zone della Città ma così pure in non pochi Paesi della nostra Provincia, tra gli ultimi, ma non certo i soli, cito Schio, Tonezza, Arcugnano, Sandrigo ecc.- Il Signor Prefetto pare abbia come unico scopo della sua attività quello della sistemazione, a tutti i costi, anche quello della creazione di una diffuso disagio tra la popolazione, verso la quale assume a volte atteggiamenti imperiosi, scaricando poi la responsabilità sui sindaci che, in nome e per volontà dei loro concittadini, non intendono ospitare persone che non abbiano già ottenuto il giusto riconoscimento di profughi fuggiti da zone di guerra. E questi sindaci sono la stragrande maggioranza dei sindaci della provincia. La nostra è una terra di persone solidali e portate al volontariato, pronte anche al sacrificio se necessario ma indubbiamente strenui difensori della loro identità e dignità . Pare che questo indispensabile equilibrio non venga compreso da chi,per mandato dello Stato dovrebbe invece farsene carico con sensibilità anche nell’uso del linguaggio. Se Le riferiscono che tutto è sotto controllo, ne dubiti perché così non è proprio. La esasperazione delle popolazioni delle nostre comunità è a livelli altissimi e non serve a nessuno qualche goffo tentativo di fare azioni di scarica barile. Tanto meno allo Stato e al territorio vicentino. La necessità assoluta della nostra gente è quella di ristabilire il sentimento comune di sicurezza, e a dire il vero le Forze dell’Ordine svolgono, in questo settore una azione eccellente, ma spesso messa in difficoltà dalle prese di posizione, estemporanee, della Prefettura. Tutto questo in un quadro generale dove le turbative si sommano. Oltre alla presenza eccessiva di soggetti spesso, per la maggior parte, non profughi ma clandestini, si aggiunge la tensione proveniente dalla vicenda del terrorismo , quella della crisi generale che ha colpito il nostro Paese e molto anche la nostra realtà produttiva, quella della deflagrazione della ex Banca Popolare di Vicenza, che ha messo in seria, ma anche in gravissima , situazione decine e decine di migliaia di famiglie e di aziende, senza che una sola parola di solidarietà sia giunta alla gente coinvolta, ridotta spesso alla miseria, una sola parola di solidarietà da parte del rappresentante dello Stato. Credo che la situazione della nostra Provincia sia quella che vivono altre provincie italiane ma di certo conosco quella della mia realtà territoriale. Signor Ministro, la politica dell’accoglienza, parola e sentimento nobile se svolto con equilibrio e con il rispetto dovuto agli italiani, abbia necessità di essere migliorata nel metodo e nel concetto. Siamo come sull’orlo di un vulcano che potrebbe esplodere in qualsiasi momento. Voglia accettare le mie parole non come una critica negativa fine a se stessa, ma come il ritratto di una realtà estremamente delicata che necessita di particolare attenzione.
La ringrazio per l’attenzione che vorrà riservare a questa mia e Le porgo distinti saluti.
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