Processo breve: una favola!, di Renato Ellero
Mercoledi 23 Febbraio 2011 alle 18:23 | 0 commenti
Da tempo, con alterna fortuna, sentiamo parlare dai nostri politici e dai loro domestici di processo breve. Sgombriamo il campo dalle favole e dalle menzogne: in diritto non esiste il processo «breve» o «lungo». La brevità o la lunghezza di un processo sono concetti elastici che appartengono al bagaglio di conoscenza e giudizi dell'opinione pubblica.
É, cioè, un concetto relativo. Per l'opinione pubblica del Paese X un processo che dura tre anni può essere breve, mentre per quella del Paese Y può essere lungo. Dipende, ribadisco, dal complesso di conoscenza, valutazioni, esperienze e tradizioni di una certa comunità . In realtà , profittando dell'ignoranza della gente, si vuole contrabbandare un intervento sull'istituto della prescrizione del reato col termine processo breve. Tale istituto non è un proscioglimento (con buona pace di Berlusconi, legali dello stesso, e politici colf) ma è causa estintiva del reato. Significa che, anche se Tizio è colpevole di un certo reato, decorso un certo periodo di tempo senza che sia intervenuta una sentenza definitiva, lo stesso non può più essere condannato. E se lo era stato in un grado di giudizio non definitivo, tale effetto viene meno. Nel 2005 il governo Berlusconi tentò (vedi Cirielli) di ridurre i termini della prescrizione del reato. L'operazione, a causa di una certa reazione pubblica, riuscì in parte, ed oggi con il «processo breve» si cerca di arrivare al risultato allora mancato.
Va precisato che coloro che sostengono che la prescrizione di reato è espressione di civiltà sono dei cialtroni. Eticamente la prescrizione non dovrebbe esistere. Va, tuttavia, sottolineato che nell'ambito del diritto non sempre prevalgono principi assoluti. Effettivamente vi sono ragioni di opportunità che portano a ritenere non produttiva per una società l'attività di prescrizione di un reato dopo un certo periodo di tempo. Va sottolineato che la maggior parte degli Stati non conoscono la prescrizione di reato e quelli che come il nostro hanno nell'ordinamento questo istituto, distinguono tra reati prescrittibili e reati imprescrittibili (es. i delitti di sangue). Avendo il governo Berlusconi dell'epoca potuto realizzare solo in parte quella rivoluzione dei termini prescrittivi che avrebbe consentito di sfuggire alla condanna praticamente a tutti gli autori dei cosiddetti reati dei colletti bianchi (v. reati contro la Pubblica Amministrazione e societari), tentò, e ritenta oggi, di intervenire sulla prescrizione del reato, con una diversa denominazione, tale da ingannare il cittadino che giustamente si lamenta della lunghezza dei processi. Ma i processi lunghi resteranno lunghi perché le cause non sono nel lavoro giudiziario, ma nelle garanzie che rallentano il lavoro giudiziario. Con un buon avvocato, magari in buoni rapporti con qualche P.M., i reati dei colletti bianchi sono così strutturati da finire tutti in prescrizione (scusate, in «processo breve»). Nella struttura che verrà normata tra durata del processo e dei vari gradi intermedi (fasi del processo) vedremo che entreranno come in uno stampo tutti i processi del Presidente del Consiglio. Un ultimo commento: perché si lamenta del processo immediato chi vorrebbe legiferare sul processo breve? Ricordate la favola del lupo e dell'agnello? A buon intenditore poche parole! (all'opposizione neanche quelle!)
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