Preti pedofili, monsignor Carlo Maria Viganò “scomunica” il Papa
Lunedi 27 Agosto 2018 alle 11:43 | 0 commenti
“Papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a cardinali e vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loroâ€. La richiesta, durissima e senza precedenti, arriva da monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Usa, in una lunga lettera pubblicata su La Verità . Il diplomatico attacca Bergoglio accusandolo di aver coperto per 5 anni, ovvero dall’inizio del suo pontificato, gli abusi sessuali dell’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick, al quale recentemente Francesco ha tolto la porpora.Â
Secondo Viganò il Papa non poteva non sapere quello che l’ex porporato statunitense aveva commesso, anche perché era stato lui stesso, appena 3 mesi dopo l’elezione, a comunicarglielo in un colloquio privato. Nel suo atto di accusa il diplomatico rivela che già “Papa Benedetto aveva comminato al cardinale McCarrick sanzioni simili a quelle ora inflittegli da Papa Francesco: il cardinale doveva lasciare il seminario in cui abitava, gli veniva proibito di celebrare in pubblico, di partecipare a pubbliche riunioni, di dare conferenze, di viaggiare, con obbligo di dedicarsi ad una vita di preghiera e di penitenzaâ€. Sanzioni, però, che, come l’ex nunzio negli Usa riporta di aver costatato personalmente, non erano state minimamente rispettate. “Papa Francesco - scrive Viganò - ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti. In ogni caso - l’affondo - il Papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto Papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliereâ€.
Un attacco che, non a caso, è arrivato proprio mentre Francesco era in Irlanda, un Paese duramente segnato dallo scandalo della pedofilia del clero, dove per 4 anni è stata perfino chiusa l’ambasciata della Santa Sede, poi riaperta nel 2014. Nell’isola il Papa ha più volte chiesto perdono per gli abusi sessuali su minori commessi dal clero e ha incontrato 8 vittime, tra cui Marie Collins che lui stesso aveva nominato nella Pontificia Commissione per la tutela dei minori e che si è poi dimessa accusando la Curia romana di ostacolare il lavoro di contrasto della pedofilia. Proprio su questo tema il Papa ha recentemente scritto una lettera ai fedeli di tutto il mondo condannando duramente gli abusi. Gesti e parole, però, che non gli hanno risparmiato la durissima accusa rivoltogli da Viganò: “Nel caso di McCarrick non solo non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare nella loro azione di distruzione della Chiesa! Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristoâ€. Ma il diplomatico è andato ben oltre mettendo nero su bianco i nomi di tutti i cardinali e i vescovi che, a suo giudizio, si sono resi complici coprendo la pedofilia di McCarrick, indicando anche coloro che farebbero parte della lobby gay.
Nelle parole di Viganò riemergono con forza anche i tanti veleni curiali che hanno logorato il pontificato di Benedetto XVI e che da tempo stanno tentando di incrinare quello di Francesco. La lettera del diplomatico, infatti, è intrisa dal suo forte risentimento per essere stato allontanato da Roma da Ratzinger per volontà del cardinale Tarcisio Bertone con il quale era entrato in forte contrasto. Viganò, come è emerso quando furono pubblicati alcuni documenti riservati del Papa tedesco nello scandalo Vatileaks 1, nutriva la certezza che sarebbe diventato cardinale, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Un desiderio che neanche Francesco ha esaudito limitandosi a mandarlo in pensione nel 2016 al compimento dell’età canonica delle dimissioni.
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