Preoccupazioni e bilancio regionale
Giovedi 7 Giugno 2012 alle 23:32 | 0 commenti
Di Roberto Ciambetti
E' tramontata ''l'illusione che sia possibile perpetuare un tipo di sviluppo fondato su quella artificiosa espansione dei consumi individuali -disse Berlinguer non a caso citato da Giulio Tremonti - che è fonte di sprechi, di parassitismi, di privilegi, di dissipazione delle risorse, di dissesto finanziario'. Noi abbiamo imboccato questa strada di pulizia tutta ancora da esplorare fino in fondo, ma avviata sebbene le politiche recessive del governo nazionale, "il sequestro" a Roma della nostra tesoreria, i vincoli del Patto di stabilità , l'abbattimento dei trasferimenti ci impediscano di svolgere un ruolo dinamico nell'affiancare e sostenere la nostra realtà .
Se potessimo avere l'autonomia dei nostri vicini trentini o friulani la musica sarebbe diversa: purtroppo dobbiamo suonare uno spartito eccessivamente condizionato da altri.
La prima preoccupazione, dopo aver evitato d'aumentare per quanto di nostra competenza le tasse ai cittadini, è stata quella relativa al debito: le spese per il rimborso dei prestiti incidono per il 5,1 per cento dell'intero bilancio e ciò significa che l'indebitamento regionale, tra i più bassi in Europa, è costantemente tenuto sotto controllo e in decisa contrazione negli ultimi due esercizi.
Per grandi macro aree di spesa su un totale di 12.922,3 milioni di Euro vediamo come il 74,3 per cento della spesa è indirizzato alla famiglia e alla persona, con la sanità - la cui spesa è aumentata di 248 milioni rispetto al 2011 - e l'assistenza sociale come voci preponderanti, il 2,1% allo sviluppo economico, l'11,2% al territorio, ambiente e infrastrutture.
Strategici gli interventi a favore del lavoro con 4 milioni di euro a favore del sostegno al reddito e all'occupazione, 6 milioni di euro per favorire l'occupazione dei diversamente abili, 23 milioni di euro sono destinati alle politiche per il sostegno delle politiche per il lavoro attraverso il Fondo FSE oltre ai fondi di garanzia garantiti attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo. Decisa è la diminuzione delle spese tra le quali ricordo l'abbattimento dell'80 per cento rispetto al 2010 delle voci relative alle consulenze mentre stiamo diminuendo drasticamente il numero delle società partecipate.
La vera scommessa, preoccupante quanto esaltante per dimensioni e portata storica, nasce in realtà dal Patto per il Veneto sottoscritto a maggio con le associazioni di categoria imprenditoriali, mondo dell'artigianato e la Cisl: un progetto operativo da concretare entro quest'anno con 16 milioni riservati a un fondo per la ricerca e l'innovazione, 11 milioni per il sostegno dell'imprenditoria giovanile e femminile, i 30 milioni per la riqualificazione dei cassintegrati e un milione di euro per sperimentare il «Contratto di mobilità per la buona occupazione», che prevede incentivi per i lavoratori in mobilità che accettano di intraprendere percorsi formativi; 50 milioni sono riservati all'ammodernamento della rete infrastrutturale dei trasporti e 14,5 milioni sono destinati al sistema ferroviario metropolitano regionale. In totale la Regione destina 403 milioni ma stimiamo che questa scommessa muova almeno 1,2 miliardi di €.
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