Quotidiano |

Ciambetti: i territori si conquistavano con le guerre, oggi si comprano in Borsa

Di Emma Reda Mercoledi 21 Gennaio 2015 alle 18:55 | 0 commenti

ArticleImage

Roberto Ciambetti, assessore regionale del Veneto al Bilancio e ai rapporti con il sistema creditizio, analizza la questione sulle banche popolari (tra cui BPVi e Veneto Banca) affermando che c'è "l’Alta Finanza, che mira ai miliardi dei risparmiatori, dietro l’operazione sulle Popolari". "Un tempo - dice Ciambetti - i territori si conquistavano con le guerre. Oggi si comprano in Borsa".

Con un colpo di mano il governo cancella le banche popolari. Molto c’è da dire in questa scelta. Innanzitutto il metodo: il ricorso alla decretazione di urgenza sottrae al Parlamento il diritto-dovere di pronunciarsi su una provvedimento che muta gli equilibri economico finanziari di una parte del Paese. E’ chiaro che è saltato ogni meccanismo democratico con tutte le conseguenze del caso: c’è chi decide e chi subisce le decisioni altrui imposte dall’alto.

La grande finanza a dire il vero  aveva già provato a mettere le mani sulle Popolari: gli stress test a cui erano state sottoposte le banche sembravano confezionati apposta per giustificare provvedimenti di emergenza e rottamare un modello capace di resistere alla grande crisi e alle devastazioni perpetuate proprio dalla finanzia internazionale.

Andata male questa mossa, si è passati all’azione di forza. L’eliminazione del voto capitario è il preludio alla svendita di un patrimonio inestimabile: nel mirino della grande finanza a breve non ci sono le banche, quanto le partecipazioni in fondi come Arca,  controllate apponto dalle Popolari, tra i principali gestori del risparmio in Italia,  più che un boccone prelibato.

Chi darà la scalata alle grandi Popolari non è interessato a sportelli e all’innervamento nel territorio Per costoro, il futuro non è lo sportello ma la piattaforma digitale mentre il governo degli Istituti sarà concentrato nelle mani di una ristretta élite soggetta ad una responsabilità quasi del tutto fittizia di fronte a degli azionisti remoti e dispersi.

Ma questo scenario, più che realista, elimina dal tessuto socioeconomico la banca popolare che, almeno nel Nordest, viveva in stretta simbiosi con il territorio e i suoi attori. In un’area, come il Veneto,  dove le imprese soffrono di sottocapitalizzazione il pericolo è quello di lasciare il rubinetto del credito nelle mani di una ristretta oligarchia internazionale e cosa significhi questo rischio è facilmente comprensibile.

Il credito può sancire il successo o la sconfitta di una idea produttiva,  determina l’evoluzione come la chiusura di una impresa,  condiziona la qualità del vivere di  una bottega, di una famiglia e di un intero territorio. Se il Veneto uscirà con molti meno danni rispetto ad altri dalla crisi, lo si deve anche alla rete delle nostre Popolari che hanno saputo difendere le imprese e quel risparmio su cui, come già detto,  molti vogliono mettere le mani.  

Un conto è sapere che quel risparmio viene re-investito nelle nostre imprese, un altro è ipotizzare che quei soldi  verranno canalizzati chissà dove e magari  usati per speculazioni folli. Non dimentichiamo che i guai maggiori in questi anni li hanno creati, dai mutui sub-prime ai derivati tossici proprio le grandi Spa, non certo le Banche popolari e i casi italiani di malgoverno, Monte Paschi e Pop Genova, hanno precisi padrini politici.  

Con questo non intendo di certo sottovalutare il problema  del dimensionamento delle Popolari che devono essere giustamente patrimonializzate e modernizzate. Ma questo problema può essere risolto in maniera ben diversa e qui lancio la mia proposta: le Popolari facciano fronte comune, si aggreghino, si costituiscano come unico grande soggetto per rimanere al servizio dei nostri cittadini, del mondo del lavoro e del nostro risparmio.

Senza controllo del credito e senza l’oculata gestione della raccolta e del risparmio lo sviluppo del territorio, le nostre imprese, la qualità della vita, l’occupazione, i consumi,  la ricerca e l’innovazione sono violentemente condizionati dall’esterno. Un tempo i territori si conquistavano con le guerre, oggi si comprano in Borsa.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network