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Popolare Vicenza, il gruppo "Noi che credevamo nella BPVi" chiama a raccolta i soci delusi: "Assieme facciamo un plotone di esecuzione"
Giovedi 1 Ottobre 2015 alle 22:03 | 0 commenti
Il gruppo informale su Facebook "Noi che credevamo nella Banca Popolare di vicenza" ha organizzato questa sera, all'indomani della presentazione del piano industriale della BPVi e a una settimana dall'apertura a Prato di un'altra inchiesta sulla banca, un dibattito, nella sala conferenze del ristorante Gelosi a Quinto Vicentino, con i soci delusi per il deprezzamento delle azioni dell'istituto.
Tra i coordinatori del gruppo Luigi Ugone, già promotore del comitato "Multavilla" (sulla vicenda delle multe "selvagge" ad Altavilla Vicentina): "Lo scopo è di fare aprire inchieste in più procure attraverso esposti e appelli - ha spiegato alla platea affollata - assieme possiamo essere un plotone di esecuzione".Â
Intenzione del gruppo è chiamare a raccolta chi si è sentito tradito dalla Popolare e attraverso  più incontri raccogliere i profili dei problemi degli azionisti per poi mettere i soci a confronto con gli avvocati che collaborano con il gruppo in previsione di azioni legali. L'obbiettivo è arrivare ad una azione legale coordinata, visto che una class action in Italia non è ancora possibile. "L'unica nota positiva arrivata da Iorio è che  faranno dei profili per trovare degli accordi con gli azionisti per poter chiedere un conciliato, ma non con tutti - ha spiegato Ugone - la situazione di Popolare non è comunque buona, se le cose vanno avanti così si arriva in Borsa a un valore bassissimo e dobbiamo aspettarci il peggio, tanto più che non esiste più il salvataggio di Stato, esiste il fatto che adesso per i debiti della Banca rispondono gli azionisti sopra i centomila euro".Â
Il gruppo ha annunciato che si sta coordinando anche con altri comitati fuori dal Veneto per scambiarsi informazioni con legali di altri comitati. "La procura di Vicenza aveva già  degli esposti da qualche anno, e un'inchiesta è già stata archiviata - ha aggiunto Ugone - noi abbiamo fiducia nella legge, però se facciamo qualcosa di nostro magari è meglio, e non escludiamo nessuna strada nè civile nè penale".
I soci si sono dimostrati molto preoccupati ma anche rassegnati. "Aumento di capitale? È già dallo scorso anno che me lo chiedono, ho sempre detto di no e dico no anche ora", dice una signora aggiungendo: "Speranze ne ho poche, vediamo se l'unione davvero fa la forza". Dello stesso avviso anche la sua vicina, alla quale la banca ha proposto delle azioni per ottenere un finanziamento "Adesso spero solo che mi venga rifinanziato il mutuo passando a un'altra banca che magari possa accettare il pacchettino di azioni".
"Se Unicredit compra, siamo stati comprati a briciole" è il timore del gruppo che vuole accelerare i tempi per l'azione legale coordinata. Da parte degli azionisti è arrivata la richiesta al gruppo sul costo eventuale dell'azione legale. "L'azione legale è una delle cose - ha specificato uno dei relatori - se ci lasciate il nome vi contatteremo personalmente". E Marangoni ha concluso: "Un piano dei costi non c'è ancora, l'unica maniera è aspettare che i fascicoli siano depositati presso la procura".
Tutto rimandato il 12 ottobre per una serata, in sede da definire, con i legali, per coordinare l'inoltro dei fascicoli nelle procure.Â
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