Politiche di febbraio, in contrà Cavour il «sit-in» dei "no voto"
Martedi 19 Febbraio 2013 alle 14:33 | 0 commenti
In una Vicenza indaffarata con gli ultimi scampoli della campagna elettorale in vista delle elezioni politiche di febbraio un gruppo di attivisti decide di dare il là ad una singolare iniziativa: quella per il non voto. Sos Vicenza; Giustizia e legalità ; Liberi vicentinti e Disitalianizzati sono i quattro loghi che da stamani compaiono nei pieghevoli diffusi al banchetto di via Cavour all'angolo di corso Palladio.
Ad organizzare e gestire il tutto stamani c'erano due volti noti: Carlo Rizzotto, ex coordinatore dell'Idv berica e Franca Equizi, ex consigliere comunale con un lontano passato leghista: «I partiti - precisano i due - sono diventati dei comitati elettorali al servizio di questa o quella lobby. Fatta così la democrazia è una farsa perché in realtà nasconde il suo vero volto, quello di una oligarchia mascherata che si divide sui temi futili ma che è spregiudicatamente coesa nel perseguire e nel mantenere il proprio potere».
Dalle parole ai fatti gli attivisti suggeriscono pertanto di non recarsi ai seggi il 24 e il 25 di febbraio. Ma vanno oltre consegnando ai passanti un modulo da presentare al seggio per coloro che intendono fare una scelta «ancor più meditata». Ma di che cosa si tratta? Equizi e Rizzato spiegano che in ossequio «al decreto del Presidente della Repubblica 361 del 30 marzo 1957 e successive modificazioni è possibile accedere ai seggi e fare mettere a verbale il rifiuto della scheda poiché nessun candidato rappresenta correttamente il sentire del cittadino». Secondo Rizzotto, che parla della iniziativa di oggi come di un «sit-in» virtuale la mediazione fatta «da questa politica» anche «in ragione di una legge elettorale indecente» è inaccettabile tanto che «se si sommano i non partecipanti alle votazioni, con le schede bianche e quelle nulle si comprende chiaramente che quello è il primo partito in Italia». Rizzotto, che due anni fa uscì polemicamente dall'Idv, ha avuto poi una parola per Rivoluzione Civile, il raggruppamento in cui si è collocato proprio il suo ex partito: «Si tratta di un cavallo di Troia dentro il quale hanno ritrovato posto quei potenti o potentucoli la cui faccia era stata messa in cattiva luce dagli scandali che hanno attraversato quel partito».
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.