Placido e Rubini al Teatro Comunale di Vicenza con "Zio Vanja"

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 28 Gennaio 2014 alle 12:12 | 0 commenti

ArticleImage

Teatro Comunale di Vicenza - Nuovo, attesissimo appuntamento in gennaio per la Stagione di Prosa al Teatro Comunale di Vicenza: in scena, giovedì 30 e venerdì 31 gennaio alle 20.45, “Zio Vanja” di Anton Cechov nella nuovissima versione di Marco Bellocchio, con un cast di protagonisti di primissimo ordine: Michele Placido, Sergio Rubini, Pier Giorgio Bellocchio, Anna Della Rosa.

Lo spettacolo, che ha debuttato in dicembre a Roma, è in tournée sui palcoscenici italiani; ha le scene di Giovanni Carluccio, le musiche originali di Carlo Crivelli, i costumi di Daria Calvelli; è realizzato da Goldenart, la casa di produzione di Michele Placido e rappresenta l’anticipazione del film che Marco Bellocchio intende realizzare a breve. Questo “Zio Vanja” è sicuramente uno degli spettacoli più attesi dell’attuale stagione teatrale italiana e si annuncia come un Cechov umanissimo, grazie alla coppia più conflittuale, più popolare e più "meridionale" cui mai la commedia Zio Vanja abbia fatto ricorso: il barese Rubini nel ruolo del titolo, Vanja, il generoso e rassegnato amministratore di una tenuta di campagna, e il foggiano Placido nei panni dell'estraneo accademico in pensione Serebrjakov, proprietario della tenuta.

Il titolo e il cast d’eccezione fanno si che per le due recite restino ancora pochissimi biglietti in vendita.

La Stagione di Prosa del Teatro è promossa e sostenuta dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza in collaborazione con Arteven, responsabile della direzione artistica, con l’importante sostegno di Fiamm, Develon, Colorcom, Gruppo Mastrotto e Aim come partner; AC Hotel Vicenza, Camera di Commercio, AFV Beltrame, Burgo Group, Inglesina, Pal Zileri, Confartigianato, Lions Club Vicenza Palladio e Vicenza La Rotonda, Confcommercio come sponsor; Il Giornale di Vicenza come media partner.

Il regista Marco Bellocchio, affermatissimo regista cinematografico ribelle e rivoluzionario, alla sua terza prova teatrale, dopo Timone d’Atene di Shakespeare al Piccolo di Milano e Macbeth al Teatro di Roma nel 2000 ancora con Placido, porta qui in scena un gruppo di famiglia, in un interno borghese, che nulla sembra poter scuotere e in cui tutto rimane uguale a se stesso, anche di fronte agli accadimenti più gravi. Capolavoro del teatro di Anton Cechov, “Zio Vanja” rappresenta un caposaldo della drammaturgia moderna, pur essendo stato scritto nel 1896, con le sue descrizioni quasi minimaliste del dissolvimento delle coscienze dei personaggi, impietriti allo scorrere degli eventi, che solo qualche fremito di ribellione, prontamente soffocato, sembra scuotere da una abulica accettazione del caso.

La trama ha il suo inizio nella casa di campagna ereditata dal professor Serebrjakov, cognato di zio Vanja e padre di Sonia. La prima moglie, sorella di Vanja, è morta e il professore si è risposato con la giovane Helena. Tra amori e vicissitudini di vario genere, Serebrjakov comunica a Vanja che è intenzionato a vendere il podere e questo fa uscire fuori tutto il temperamento del povero zio, che alla fine tenta di uccidere il professore con dei colpi di pistola, che miseramente non andranno a segno. Alla fine l’agiato ereditiere e la giovane moglie torneranno in città, lasciando a Vanja la possibilità di continuare ad amministrare la tenuta.


“Zio Vanja” è uno dei capolavori assoluti del teatro cechoviano, in cui si intrecciano le monotone conversazioni e le banalissime vicende di un gruppetto di personaggi. La ricostruzione minuziosa di atmosfere sospese e vagamente inquietanti, l'indifferenza abulica dei personaggi intorno agli eventi, l'indefinito senso di attesa di una catastrofe incombente rendono questo testo una geniale anticipazione della drammaturgia novecentesca. 

Marco Bellocchio è uno dei registi più anticonformisti della storia del cinema italiano. Coraggioso, puntuale, deciso, ha saputo portare avanti le sue idee laiche, difendendole con la forza espressiva dell'arte, entrando nella complessità degli argomenti, dalla politica sessantottina alle conseguenze drammatiche degli anni di piombo, dalla follia dei manicomi all'incapacità di amare delle persone comuni.

Nel cinema di Bellocchio la presenza del teatro è imponente, da Enrico IV di Pirandello con Mastroianni a Il principe di Homburg di Kleist fino al film per la tv da Il gabbiano di Cechov. Di questo il regista dice:

“Subisco il fascino del teatro. Rare le regie che ho firmato, ma ritrovo sempre il piacere del contatto con gli attori, che nel cinema è frammentario. Mentre con la cinepresa mi barrico nella mia esperienza, qui vado senza rete”,

Il testo teatrale di Anton Cechov debuttò a Mosca nel 1899 ottenendo un buon successo; fu apprezzato da tutti i critici, tranne che da Tolstoj, che rimproverò all’autore la mancanza di drammaticità e di azione della pièce.

La versione teatrale di “Zio Vanja” di Marco Bellocchio, in scena al Teatro Comunale di Vicenza, giovedì 30 e venerdì 31 gennaio alle 20.45, diventerà copione per il cinema e sarà il regista piacentino a girarlo nell’estate 2014 in una “masseria pugliese”, come da lui richiesto per “piantarlo nella terra, in una cultura che non c’è più”.

 

I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale (viale Mazzini 39, Vicenza - tel. 0444.324442  [email protected]) aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15, sul sito del Teatro Comunale www.tcvi.it, e in tutte le filiali della Banca Popolare di Vicenza. I prezzi sono: 28 euro il biglietto intero, 22 euro il ridotto over 65, 14 euro il ridotto under 30.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network