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Stop discarica, Pipitone e IdV: tuteliamo falda che alimenta acquedotti Vicenza e Padova

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 23 Luglio 2012 alle 21:39 | 0 commenti

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Antonino Pipitone, Italia dei Valori Veneto  -  «Come intende intervenire la Regione, per quanto di sua competenza, per fermare il progetto della discarica di Marano Vicentino?». Lo chiede Antonino Pipitone, consigliere regionale di Italia dei Valori, nell'interrogazione depositata oggi dal titolo "Fermare la conversione della discarica di Marano Vicentino, a rischio l'acqua degli acquedotti di 20 comuni, tra cui Vicenza e Padova".

«I cittadini di 20 comuni - dice Pipitone - delle province di Vicenza e di Padova, tra cui le due città capoluogo, rischiano di vedersi inquinare l'acqua che esce dai rubinetti. Gli acquedotti, tra cui quello di Padova gestito da Acegas Aps, attingono tutti dall'impianto idrico di Novoledo a Villaverla, nel vicentino, che pesca l'acqua che beviamo quotidianamente da una falda che dista solo 60 metri dal fondo della discarica».

«La stessa discarica - ricorda il politico padovano, medico di professione - di cui adesso la Provincia di Vicenza ha autorizzato la conversione, permettendo di ricevere 60 tipologie di rifiuti fino al 2018, per un volume complessivo di oltre 3 milioni di metri cubi di materiale, di cui non è possibile verificare preventivamente la pericolosità. Arriveranno ceneri dal coincenerimento, scarti del trattamento fisico o chimico di minerali, le scorie di fusione o non trattate dall'industria del ferro e dell'acciaio, residui di pulizia stradale».

«A seguito delle piogge abbondanti cadute l'anno scorso, la falda sotterranea si è alzata, fino a raggiungere livelli mai registrati negli ultimi 40 anni, arrivando così ad spuntare sul fondo delle cave, con il conseguente rischio di contaminazione. Anche perché - fa notare il dipietrista - l'ARPAV ha fatto notare come il terreno della Pedemontana vicentina, per la sua conformazione, sia il meno adatto a preservare la falda acquifera da eventuali liquidi inquinanti».

«Insomma, qui non è tempo di carte bollate, di balletti di competenze. Si tratta di fermare per sempre un progetto insensato. Scaricare 3 milioni di metri cubi di prodotti potenzialmente velenosi a pochi metri dalla riserva d'acqua che alimenta gli acquedotti di mezzo Veneto è talmente assurdo che rasenta la follia. Qualcuno ha mai sentito parlare del principio di precauzione, per cui le autorità devono "adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l'ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici"? Dire che in questo caso sia stato applicato mi pare quantomeno azzardato».

lunedì 23 luglio 2012

qui di seguito il testo integrale dell'interrogazione di Pipitone:

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
NONA LEGISLATURA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N.

FERMARE LA CONVERSIONE DELLA DISCARICA DI MARANO VICENTINO, A RISCHIO L'ACQUA DEGLI ACQUEDOTTI DI 20 COMUNI, TRA CUI VICENZA E PADOVA

presentata il 23 luglio 2012 dal Consigliere Pipitone

Premesso che:
nel territorio del Comune di Marano Vicentino (VI), sorge una discarica di rifiuti inerti, che sconfina peraltro nel territorio del limitrofo comune di Thiene, di proprietà della ditta Servizi s.r.l. di Montecchio Precalcino, la quale ne gestisce anche l'esercizio;
in base al decreto n° 62/2012 del 20/04/2012, a firma del dirigente del settore ambiente della Provincia di Vicenza, questa ex cava, che da vent'anni è utilizzata come deposito di calcinacci e mattoni, diventerà una discarica che riceverà 60 tipologie di rifiuti, dei quali non è possibile verificare preventivamente la pericolosità, tra i quali le ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, quelli prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell'acqua e dalla sua preparazione per uso industriale, gli scarti derivanti dal trattamento fisico o chimico di minerali, le scorie di fusione o non trattate provenienti dall'industria del ferro e dell'acciaio, ed i residui di pulizia stradale, tra cui ceneri di inceneritori, per un volume complessivo di oltre 3 milioni di metri cubi;
il limite inferiore della discarica si trova a soli sessanta metri sopra una falda acquifera dalla quale attinge l'impianto idrico di Novoledo, a Villaverla (VI), che alimenta la città di Padova, quella di Vicenza ed una ventina di altri comuni delle due province, serviti da tre distinte installazioni, tra cui l'acquedotto di Padova, gestito da Acegas Aps;
l'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto (ARPAV) ha fatto notare come la conformazione del terreno della Pedemontana vicentina risulti il meno adatto a preservare la falda acquifera da eventuali liquidi inquinanti.

Considerato che:
a seguito delle piogge abbondanti cadute l'anno scorso, la falda sotterranea si è alzata fino a raggiungere livelli mai registrati negli ultimi 40 anni, arrivando così ad spuntare sul fondo delle cave, con il conseguente rischio di contaminazione;
agli enti preposti dovrebbe essere noto il principio di precauzione, fondamento generale del diritto comunitario che fa obbligo alle autorità competenti di "adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l'ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici". Nella fattispecie che stiamo trattando, dire che tale principio sia stato applicato, appare quantomeno azzardato.

Rilevato che:
durante un incontro interprovinciale contro la conversione della discarica di Marano Vicentino, si sono espressi venti amministratori di comuni vicentini e padovani, affiancati dai responsabili di Acque Vicentine spa, Acegas Aps e Centro Idrico Novoledo;
come da dichiarazioni apparse sui mezzi di stampa, le amministrazioni comunali di Marano e Thiene presenteranno ricorso al Consiglio di Stato contro l'autorizzazione di cui in premessa, appoggiate anche dai comuni presenti all'incontro sopraccitato, i quali hanno redatto una lettera da allegare al ricorso stesso;
i sindaci dei comuni che si approvvigionano dalla falda acquifera, preoccupati per la possibile contaminazione della stessa, chiederanno all'ARPAV di eseguire un carotaggio urgente, per capire lo stato del sottosuolo e verificare la consistenza ed il tipo di impermeabilizzazione realizzata a protezione della falda.

Il sottoscritto consigliere

interroga la Giunta regionale

per sapere:
quali informazioni disponga sulla nuova autorizzazione riguardante la discarica citata in premessa;
quali iniziative, per quanto di competenza, intende promuovere al fine di tutelare i cittadini delle province di Vicenza e di Padova e del loro hinterland;
se intende intervenire e come, per fermare questo ennesimo progetto inquinante e dannoso per la salute dei cittadini veneti.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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