Piccioni in centro: l'emergenza parte da Schio
Venerdi 31 Dicembre 2010 alle 11:55 | 0 commenti
Le intense piogge hanno indubbiamente alleggerito l'emergenza, ma il problema piccioni resta. Il centro storico è stato colonizzato massicciamente dai volatili, con una densità che sfiora quella di Piazza San Marco, dove però fanno parte del folklore e quindi vengono decisamente più tollerati.
"Imbrattano di guano dappertutto- sbotta Filippo Boniver, un commerciante che ha l'attività a due passi dal Duomo- costringendoci a ripulire continuamente auto in sosta, tendaggi e pareti. Finchè erano qualche decina si pazientava, ma ora bisogna decisamente limitarli".
Sì, perché il piccione (columba livia, per gli entomologi) si trova perfettamente a suo agio nel centro di Schio, pieno di comodi terrazzi, soglie, pertugi nelle molte abitazioni disabitate e soprattutto perché riccamente rifocillati almeno due volte a settimana dai resti del mercato cittadino.
"Fino a qualche mese fa ci scherzavo anch'io, sdrammatizzando quando mi arrivava qualche lamentela da residenti- conferma Mario Buzzacchera, presidente del Consiglio di Quartiere 1- ma ora credo sia divenuto un problema di igiene pubblico, destinato ad esplodere con la primavera e coi primi caldi. I piccioni sono troppi e sporcano ovunque, chi mi dice non veicolino anche malattie? Abbiamo sottoposto la questione all'Assessore Daniela Rader e riteniamo giusto monitorare per avere risposte".
I più arrabbiati, come detto, sono i commercianti, ma le imprecazioni si sprecano ogni mattino quando qualcuno va a riprendere l'auto in sosta nei pressi del torrente Roggia o in Via Porta di Sotto.
"Inutile lavare la carrozzeria- sbotta Flavio Chimento- tanto il giorno dopo se la lascio qui mi ritrovo souvenir su vetri e portiere. Qualche volta mi fa schifo entrare in auto e mi debbo portare sempre un Kleenex dietro per aprire senza sporcarmi".
Addirittura infuriato l'Ingegner Diego Schiavo, progettista in vari cantieri in centro, che si è fatto recentemente promotore di una raccolta di firme di protesta: "su alcuni terrazzi, prima di iniziare i lavori spesso dobbiamo scalzare con la sabbiatrice centimetri di escrementi, consolidati nel tempo. Non è una cosa piacevole. Ci sono alcune zone in cui i cittadini non possono nemmeno aprire le finestre perché altrimenti i piccioni entrano in casa, sporcando di conseguenza mobili e divani in modo indelebile, oppure insudiciano i davanzali in continuazione. Mi è stato riferito che qualcuno ha perfino traslocato perché non ne poteva più e so di solai di case in disuso, crollati dal peso dello strato di guano prodotto dai piccioni che si erano trasferiti nel sottotetto. La gente prova anche ad arrangiarsi con i dissuasori a spillo, ma non è sufficiente poiché sono a migliaia. Non dico che si debba arrivare ad avvelenarli o ad utilizzare prodotti chimici per contenere la riproduzione, però perché non si imita la Provincia di Treviso che ha affittato i falchi come deterrente per i piccioni?"
In realtà è un esperimento che l'Amministrazione Comunale ha già pianificato, anche se non di facile attuazione. "I falchi sono naturali antagonisti e predatori dei colombi- spiegano all'Ufficio Tecnico Comunale- però vanno addestrati e non li possiamo tenere in città per sempre. Pensavamo di farne insediare qualche coppia nel vicino cimitero, dove anche esiste il problema e dove spesso dobbiamo intervenire per pulire il guano. Vedremo, la situazione non ci pare così drammatica come la descrivono però non la sottovalutiamo. Negli edifici pubblici abbiamo montato spuntoni in ferro e dissuasori, invitiamo i residenti a fare altrettanto per scoraggiare i piccioni a posarsi sulle loro proprietà ".
Ora è Schio a subire i piccioni. Domani?
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