Piante (fitoterapia), lattosio (etichette): bye bye
Domenica 18 Luglio 2010 alle 11:34 | 0 commenti
La mia attenzione, dopo aver parlato della medicina allopatica e di quella naturale, si appunta su due fatti di carattere politico-economico che mi hanno lascito basito. Sono due fatti di cui sono a conoscenza, ma costituiscono la classica puntina dell'iceberg, perché se andassimo a cercare su altri argomenti, probabilmente scopriremmo il classico vaso di Pandora. Nelle cure fitoterapiche riguardanti l'ipertensione (pressione anormale del sangue) e la depressione (stato anomalo del sistema nervoso, coi classici sintomi di malinconia, infelicità , impulsi suicidari e molto altro), si conoscono numerosi tipi di piante.
L'uso di queste (o meglio l'uso delle parti di pianta adatte a queste cure: foglie, drupe, semi, frutti, radici, ecc.) può portare a notevoli miglioramenti. Ebbene, alcune di queste piante, le più efficaci, in Italia e in altri paesi non si trovano più in commercio. Nei paesi più civili si trovano ancora. Il motivo? Semplice, siccome le piante sono efficaci, il loro commercio disturba le grandi multinazionali del farmaco. Lo stato cosa fa per difendere la legalità massacrata? Ognuno si risponda da sé.
Il caso che conosco meglio è quello dell'uso di derivati dell'iperico (ipericum perforatum) nella cura della depressione. In questo caso lo si trova ancora in Italia, ma con una concentrazione del principio attivo talmente lieve da risultare insufficiente o poco efficace. Fino a qualche anno fa la concentrazione del principio attivo (ipericina) era sufficiente, e il preparato era largamente usato. Cosa si sono inventati? Che in quelle concentrazioni poteva recare qualche disturbo alle donne in gravidanza. Sarebbe stato semplice annotare sulla confezione: "Le donne in gravidanza, prima di usare questo fitoterapico, sono consigliate di rivolgersi al prorio medico". Troppo semplice, il preparato è stato reso inefficace per tutti.
Altro caso personale. Dovendo seguire una dieta che tiene conto delle intolleranze alimentari, ho preso l'abitudine di esaminare le famose targhette degli ingredienti dei prodotti che acquisto. Sapevo che parecchi tipi di affettato contengono lattosio, che io non devo assumere, ma sugli elenchi degli ingredienti non lo trovavo mai e mangiavo allegramente gli affettati. Però poi ho voluto andare a fondo e ho chiesto spiegazioni al direttore del supermercato nel quale mi servo. La risposta è stata pronta e precisa: "Sono reduce da un corso su questo e altri argomenti e le posso assicurare che esistono alcuni ingredienti per i quali non è obbligatoria la dichiarazione nell'elenco degli ingredienti, e uno di questi è il lattosio".
Grazie, ministero della salute, grazie per aver pensato a noi. Continuate così, finché non ci avrete uccisi tutti.
Viva l'Italia.
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