Pfas, Guarda: "L'urlo della mia terra è 'tutelateci'"
Lunedi 27 Febbraio 2017 alle 18:44 | 0 commenti
"Dati su dati, ricerche su ricerche, prelievi del sangue, prelievi dai pozzi... Ma ora si passi ai fatti!". Questo il grido d'allarme lanciato dalla consigliera regionale Cristina Guarda, che si fa portavoce di tutti i Veneti colpiti dal maxiinquinamento dell'acqua. "I Veneti coinvolti da questo inquinamento sono spaesati - afferma Guarda - e alcuni addirittura cambiano casa: non sappiamo cosa fare e i dati che la Regione divulga, sicuramente interessanti, non ci stanno dando né risposte né tranquillità . Affianco a queste notizie sarebbe il caso di far sapere quali sono i fatti!"
"Dopo ben 4 anni di silenzio, la Giunta ha incaricato la definizione del progetto per l'approvvigionamento degli acquedotti con fonti alternative - continua la Consigliera -ma per quanto tempo ancora dovremo pagare i filtri con le nostre bollette? Perché la Giunta non coordina l'assistenza agli agricoltori e agli allevatori per capire quale sia la strada migliore ed economicamente più sostenibile da imboccare, invece che limitarsi a chiamarli a rapporto per sapere ‘come intendono adeguarsi'? E ancora la Giunta, ad un anno dalla prima comunicazione del suo comparto prevenzione
che consegnava ai sindaci la possibilità di chiudere i pozzi degli allevatori, non ha ancora definito come aiutarli finanziariamente: dovremo attendere un altro anno? E l'acqua superficiale? Mi auguro che la Giunta non vieterà agli agricoltori di usare pure quella! Sarebbe utile, ad un anno dalle mie provocazioni sul tema, che finalmente si attivasse per sostituire la fornitura di acqua per l'irrigazione con risorse non contaminate sfruttando, ad esempio, il Canale Leb, che ancora attende il permesso per una maggiore concessione d'acqua proprio a questo scopo."
"La Regione - continua Cristina Guarda - ha quindi due responsabilità : è carente nel dialogo con i suoi cittadini e, fornendo dati preoccupanti senza indicazioni per la prevenzione, alimenta lei stessa l'allarmismo. E a pagare per questo immobilismo sono i cittadini, che si trovano in bolletta il costo dei filtri degli acquedotti, e allevatori, costretti a sostenere le spese per il filtraggio dell'acqua dei pozzi. E pensare che un anno fa era lo stesso Assessore alla Sanità a dirci che andava tutto bene!"
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