Pfas e inquinamento dell’acqua, Colombara: dopo due anni quali risposte da regione e governo?
Martedi 16 Febbraio 2016 alle 19:25 | 0 commenti
Di seguito l'interpellanza comunale di Raffaele Colombara, Lista Variati Sindaco
Due anni fa l’allarme; poi, gli interventi di filtraggio, le rassicurazioni, gli esposti, fino alle analisi che mettono in evidenza una diffusione dei pfas anche in uova, carni e ortaggi a Creazzo. Inquinamento a Km Zero. La falda contaminata dai Pfas (sostanze impermeabilizzanti presenti per esempio in Goretex e Teflon) si sta allargando: l'area ha raggiunto i 180 chilometri e interessa 29 Comuni di cui venti vicentini.
PREMESSO che gli amministratori dei territori alle prese con l’inquinamento da PFAS, tra cui Vicenza, hanno sottoscritto due lettere, indirizzate rispettivamente al Ministero dell’Ambiente e all’ARPAV, in cui i Comuni sollecitano
al Ministero azioni che permettano di incidere concretamente sulla rimozione della fonte contaminante.
all’Arpav invece chiedono di fare chiarezza sull’inquinamento da PFAS e le sue cause, anche per poter valutare i presupposti di eventuali ulteriori iniziative a tutela della salute e dell’ambiente. La richiesta è quindi di comunicare quali siano le concentrazioni di PFAS e di definire il perimetro complessivo del fenomeno di deterioramento ambientale.
PREMESSO che il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas ha lanciato due petizioni con raccolta firme da consegnare ai Ministeri competenti e agli Enti Regionali del Veneto:
la prima petizione dal Titolo METTIAMO UN LIMITE AI LIMITI chiede al Ministro dell’Ambiente e alla Ministra della Salute che vengano finalmente fissati dei limiti di Legge ai Pfas;
la seconda petizione dal Titolo ACQUEDOTTI LIBERI DA PFAS E PFOA indirizzata al Presidente della Giunta Regionale del Veneto chiede che gli acquedotti contaminati dalla presenza delle sostanze perfluoroalchiliche (pfas) vengano allacciati a fonti di approvvigionamento esenti da sostanze inquinanti.
PREMESSO che non sono stati ancora stabiliti in Italia veri e propri dei limiti di legge alla concentrazione di PFAS nelle acque, limiti che sono oggi costituiti da semplici valori obiettivo provvisori come performance (0,5 microg/l) stabiliti dal Ministero, valori peraltro messi in discussione in merito al valore di soglia da talune ricerche. Dal 2006, per esempio, in Germania, è vietata la somministrazione di acqua contenente più di 500 ng/litro di PFAS totali ai bambini di età inferiore ai tre anni e alle donne gravide. In Italia, invece, si permette l’utilizzo di acque contenenti anche più di 1000 ng/L.
Tutto ciò premesso,
SI CHIEDE ALL’AMMINISTRAZIONE
quali risposte siano pervenute alle lettere inviate dai comuni coinvolti, tra cui Vicenza, indirizzate rispettivamente al Ministero dell’Ambiente e all’ARPAV, in particolare quali siano le concentrazioni di PFAS nei terreni, nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali dei territori comunali; quale il perimetro complessivo del fenomeno di deterioramento ambientale; quali le azioni intraprese e da intraprendere;
se sia a conoscenza a quale punto sia e quali risultati dia il monitoraggio biologico (analisi del sangue) sulle persone previsto quasi un anno fa dal piano coordinato e finanziato dalla Regione;
di continuare a rendere pubblici, per quanto di sua competenza, anche attraverso le società partecipate, tutti i dati disponibili in merito alla presenza ed alla concentrazione dei Pfas nelle acque;
di fare proprie le petizioni presentate, dando un’adeguata pubblicità all’iniziativa e predisponendo uno spazio comunale adeguato per la raccolta delle firme stesse;
se sia aggiornata la mappa dei pozzi pubblici e privati contaminati del territorio cittadino; se essi siano chiusi o utilizzati; in questo secondo caso, se e per quali usi ad essi si attinga (privato, industriale) e con quali controlli sulla sicurezza e la salute;
se intenda agire per ottenere il risarcimento dei danni nei confronti dei responsabili della contaminazione da sostanze Pfas, visto che anche il nostro territorio ne è stato coinvolto.
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