Pfas, il dottor Cordiano: monitoraggio per nascondere colpe passate di politici?
Domenica 18 Settembre 2016 alle 16:43 | 0 commenti
Di seguito pubblichiamo la precisazione del dottor Vincenzo Cordiano al suo precedente intervento Pfas, il dottor Vincenzo Cordiano: non necessario screening di 110.000 persone da 1,5 miliardi di euro
Vorrei precisare che lo screening sanitario previsto, che pur noi medici di ISDE Vicenza abbiamo chiesto fino dall'estate 2013, ha senso solo se associato alla determinazione dei PFAS nel sangue dei singoli soggetti residenti nelle zone più contaminate e in un campione di controllo molto più numeroso di quello finora usato. Solo se saranno disponibili i dati relativi alle quantità di PFAS presenti nel sangue dei singoli soggetti si potrà trarre qualche confusione di un certo valore significativo sul ruolo dei PFAS nel determinare o meno una eventuale patologia riscontrata nel soggetto anonimato.
Oltre a rendere un servizio di inestimabile valore alla comunità scientifica internazionale che potrà avere un altro contributo con il quale giudicare la pericolosità di queste sostanze. Altrimenti saranno solo soldi buttati al vento e resterà il dubbio, insinuato anche dall'autore dello studio del SER, che tali anomalie possano essere causate dai "soliti fattori di rischio già noti" e dai fantomatici stili di vita. I quali non is capisce perché da oltre 40 anni si siano annidati e concentrati in una determinata area, la zona "rosa" più contaminata dai pfas, e non in altre zone vicine. Voci di corridoio dicono che i PFAS nel sangue saranno cercati, ma dai documenti ufficiali ciò non si ricava. Si parla solo di non meglio definiti "esami di secondo livello" da effettuare qualora si verifichino determinate condizioni (quali?). Aspettiamo di vedere il protocollo definitivo del programma decennale di monitoraggio della popolazione esposta alla contaminazione da PFAS. Poi ci sarebbe da chiedersi perché i politici hanno deciso di sottoporre ad un monitoraggio accurato la popolazione esposta ai PFAS a spese del contribuente e non altre popolazioni ugualmente esposte a sostanze probabilmente più tossiche dei PFAs: per esempio i cittadini che vivono in vicinanza degli inceneritori di Schio o di Padova (e di tutti gli altri inceneritori più o meno nascosti del Veneto: cementifici di Monselice,, inceneritori interni alle industrie chimiche ecc), o quelli che risiedono attorno alle discariche, o quelli che vivono attorno al lago di Garda contaminato dalle diossina, o i milioni di cittadini veneti che respirano da decenni aria fra la più inquinata al mondo. I PFAS oggi sono di moda e un monitoraggio più o meno ben fatto potrebbe essere usato per nascondere colpe passate di politici e amministratori che avrebbero dovuto controllare e forse non l'hanno fatto, accontentare la popolazione che potrà farse delle analisi gratis e raccogliere qualche voto alle prossime elezioni.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.