Quotidiano |

PFAS, Acque Vicentine: fronte comune dei sindaci

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 14 Ottobre 2015 alle 15:57 | 0 commenti

ArticleImage

Acque Vicentine

Controllare il danno ambientale prodotto dal rilascio di sostanze perfluoroalchiliche e prevenire ulteriori pericoli per ambiente e salute: i primi cittadini vicentini e padovani scrivono ad Arpav e Ministero dell’Ambiente. Un’azione congiunta dei Sindaci dei Comuni vicentini e padovani colpiti dall’emergenza PFAS.

Gli amministratori dei territori alle prese con l’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche si fanno parte attiva per controllare e gestire il danno ambientale legato al rilascio di PFAS: obiettivo, prevenire ulteriori pregiudizi ambientali ed effetti nocivi per la salute umana e nuovi deterioramenti a servizi essenziali quali l’approvvigionamento idro-potabile. 
A questo scopo, i Sindaci hanno iniziato da oggi a sottoscrivere il testo di due importanti lettere, indirizzate rispettivamente al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, e all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Veneto (ARPAV).
La forte presa di posizione dei Sindaci si affianca alle iniziative già avviate dai Gestori del servizio idrico integrato Acque Vicentine e Centro Veneto Servizi: in particolare, un’azione congiunta nei confronti dei soggetti inquinatori, in applicazione del principio “chi inquina paga”, per ottenere il risarcimento dei danni, ovvero le somme spese dai gestori per far fronte all’emergenza e all’approvvigionamento di acqua di buona qualità ai cittadini. Sindaci e Gestori del servizio idrico integrato insomma fanno squadra, affiancati nella loro azione anche dal Consiglio di Bacino ATO Bacchiglione, nella convinzione che un’azione coordinata sia più efficace per raggiungere l’obiettivo.
Cosa chiedono i Comuni al Ministero
Per evitare ulteriori rischi alla salute e all’ambiente, i Comuni sollecitano al Ministero azioni che permettano di incidere concretamente sulla rimozione della fonte contaminante. Il Ministero dell’Ambiente, infatti, ha poteri molto precisi in presenza di un danno ambientale accertato: può ordinare all'operatore responsabile del danno di adottare tutte le misure di ripristino necessarie o, se il responsabile non viene individuato, provvedere direttamente a tali misure. L’adozione di misure di prevenzione, unitamente a quelle di ripristino, rappresenta un atto dovuto e non derogabile. I Sindaci chiedono quindi al Ministero di agire entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione.
Inoltre, al Ministero i Sindaci chiedono di chiarire se i valori soglia determinati dall’Istituto superiore della sanità per la concentrazione di sostanze perfluoro alchiliche nelle acque destinate al consumo umano e nelle altre matrici ambientali debbano essere assunti a parametro normativo di riferimento per l’avvio delle procedure di bonifica.
Cosa chiedono i Comuni all’ARPAV
All’Arpav invece i Sindaci chiedono di fare chiarezza sull’inquinamento da PFAS e le sue cause, anche per poter valutare i presupposti di eventuali ulteriori iniziative a tutela della salute e dell’ambiente.
La richiesta è quindi di comunicare quali siano le concentrazioni di PFAS nei terreni, nelle acque sotterranee e nelle acque superficiali dei territori comunali e di definire il perimetro complessivo del fenomeno di deterioramento ambientale. Inoltre, i Comuni chiedono ad Arpav di stabilire se esista effettivamente un nesso causale tra il rilascio di tali sostanze nell’ambiente e l’attività della società Miteni Spa.

Leggi tutti gli articoli su: Acque Vicentine, Acqua inquinata, pfas

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network