Pensieri Rotondi
Martedi 11 Giugno 2013 alle 22:14 | 1 commenti
Appena ieri è scoppiata la querelle sul caso sicurezza quando il consigliere comunale Manuela Dal Lago ha fatto esplodere alcune contraddizioni in seno alla maggioranza di centrosinistra dopo avere ripreso le dichiarazioni dell'ex questore Dario Rotondi da poco assessore alla sicurezza proprio nella giunta di centrosinistra, che è poi quella che ha governato nei cinque anni passati. Rotondi aveva spiegato infatti che negli anni passati poco si è fatto in termini di lotta al degrado.
Ovviamente la cosa ha mandato in fibrillazione la maggioranza di centrosinistra. Le parole di rotondi infatti possono essere interpretate in vari modi. Una critica alla gestione tout court in capo alla polizia municipale. Cosa che genererebbe nubi dense sul dirigente della polizia municipale Cristiano Rosini e sul personale in genere e che ha già visto la presa di posizione netta a favore delle divise da parte di Cgil. In alternativa le parole dell'ex questore potrebbero essere interpretate come critica alle politiche sociali contro il degrado e allora la questione si allargherebbe e non poco sul piano politico.
Rimane però la questione fondamentale. Vicenza è complessivamente una città sicura. Se si confrontano le statistiche sui fatti criminosi dagli anni '60 ad oggi si noterà un sensibile miglioramento. I politici, da destra a sinistra, con la scusa della cosiddetta sicurezza percepita, usano la problematica come uno strumento di marketing. Da anni si arriva al paradosso che un bel pezzo della politica e di una opinione pubblica babbea consideri più pericoloso lo scippo o l'episodio di microcriminalità della grande operazione fraudolenta con la quale la banca o la finanziaria di turno spillano fior di quattrini a malcapitati più o meno attenti. Il che avviene anche con la complicità dei media che a Vicenza dedicano molto più spazio alla cronaca nera dei media del Belpaese.
Vicenza invece è una città che ha bisogno di legalità e soprattutto di giustizia. In queste ore sui giornali locali si legge dell'ennesimo processo per abuso edilizio finito nelle secche della prescrizione. E così avviene (o avverrà ) per tutti quegli importanti procedimenti che hanno importanti risvolti pubblici nel senso lato del termine (grandi frodi al fisco, questioni ambientali, illeciti urbanistici o edilizi), soprattutto quando investono soggetti più o meno legati all'establishment locale. Questa è la questione. Dall'ex questore, per esempio, ci si sarebbe aspettato un commento sull'affaire via Vecchia Ferriera. E più in generale sarebbe doveroso domandarsi quante risorse e quanto territorio in questa città sia finito nel ventre di interessi poco commendevoli senza che la politica e la giustizia facessero ciò che è dovuto. Purtroppo è invalsa la convinzione che nei confronti del topo d'appartamento occorra tolleranza zero, ma se la stessa dovuta tolleranza zero la si applica ai reati dei colletti bianchi allora si diventa giustizialisti.
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