Pedofilia,note su lettera (Mons.) Crestani a GdV
Giovedi 9 Settembre 2010 alle 00:33 | 0 commenti
Caro direttore, le invio questa nota per sottolineare le gravissime affermazioni di tale Sebastiano Crestani che scrive al Giornale di Vicenza in data 5 settembre sullo scabrosissimo tema della pedofilia. A dir il vero la lettera andrebbe riportata parola per parola, tanto è infarcita di misericordia e solidarietà per i pedofili, quanto di deprecazione per i tribunali che sogliono "godere nell'infliggere la pena".
Cito ancora: "Meglio lavare i panni sporchi in casa propria, non sventolarli in pubblico, con l'effetto di screditare la maggioranza (qual'è questa maggioranza? I pedofili?n.d.r.). Vale di più ... soddisfare i nemici (dei pedofili? n. d. r.) che condannano il vizio altrui, godendo invece di compiangerlo?"
Incredibile!
A prima vista il tutto potrebbe apparire come la posizione di una persona che, armata di amore verso il prossimo, voglia usare misericordia verso coloro che sono nell'errore, ma leggendo tra le righe appare chiaro che si parte da una citazione di S. Paolo, alla quale non credo molto, perlomeno non credo che si riferisca alla pedofilia, per accennare nascostamente a precise direttive della gerarchia cattolica, che conosciamo benissimo, atte a consigliare gli insabbiamenti.
Mi fermo qui, anche perché la lettera è di difficile interpretazione, e mi sembra che in qualche punto l'autore meni il can per l'aia per confondere le idee. Bazzicando troppo la filosofia, che sappiamo essere il grande amore del Crestani, può accadere anche questo, che invece di essere più chiari, si diventi addirittura criptici.
Mi permetto però, prima di chiudere, di affermare con forza che la pedofilia è un reato e come tale ne va perseguito e punito l'autore. Tutto il resto sono illazioni personali di una mentalità un po' contorta.
Mons. Sebastiano Crestani, non si comprende il motivo che la induce a nascondere il titolo e con esso il ministero sacerdotale da lei liberamente scelto e, aggiungo anche, coraggiosamente vissuto, ogni volta che interviene in un pubblico dibattito. Non credo ci sia nulla da vergognarsi in questo. Su quello che ha scritto sì, c'è da vergognarsi, a meno che lei non possa spiegarsi meglio e far comprendere anche a noi quello che ci sembra di non poter né accettare né capire.
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