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Categorie: Politica
PdAC: il Primo Maggio è dei lavoratori e delle lavoratrici che lottano
Mercoledi 30 Aprile 2014 alle 14:48 | 0 commenti
PdAC Vicenza - La giornata del Primo Maggio è nata più di 120 anni fa, in ricordo dei "martiri di Chicago" che furono condannati a morte negli Stati Uniti per aver diretto una lotta contro lo sfruttamento capitalistico. Dal 1889 si decise di realizzare ogni anno, in occasione della ricorrenza, una giornata internazionale di lotta della classe lavoratrice.
Da allora, a più riprese, c'è stato il tentativo di cancellare il Primo Maggio: basta pensare alle ordinanze dei sindaci di centrodestra e centrosinistra che permettono l'apertura delle attività commerciali, attività commerciali .
O molto più subdolamente,c'è stato il tentativo di trasformarla  in un momento di celebrazione della collaborazione di classe e della concertazione, che tanti danni ha prodotto nella classe lavoratrice, svuotandola di ogni contenuto conflittuale e anti capitalista.Â
Il Partito di Alternativa Comunista, sezione italiana della Lega Internazionale dei Lavoratori-Quarta Internazionale, ripudia questa strumentalizzazione della giornata del Primo Maggio e invita i lavoratori e le lavoratrici  a trasformare ogni manifestazione in autentica giornata di lotta!
 Tanto più quest'anno il Primo Maggio deve rappresentare una risposta operaia alla guerra sociale scatenata contro i lavoratori. Una guerra che in Italia ha conosciuto già due grandi attacchi nel 2014: la firma dell'Accordo “vergogna†sulla rappresentanza sindacale, che di fatto elimina ogni forma di opposizione all'interno delle fabbriche e cancella la democrazia sindacale imbavagliando il sindacalismo conflittuale e di base (o presunto tale); il secondo grande attacco viene dal “nuovo†governo Renzi che con il suo Jobs act aumenta la precarietà lavorativa (vedere le norme sull'apprendistato) salvo coprire demagogicamente il tutto con la promessa degli 80 euro in busta paga.
Il Primo Maggio non è una giornata di "festa": è la giornata della guerra di classe con cui i lavoratori devono respingere gli attacchi di un capitalismo sempre più in crisi.
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