Pci-Fgci Veneto: un ricordo dell'uccisione di Abd El Salam Amhed El Danf
Sabato 15 Ottobre 2016 alle 00:40 | 0 commenti
PCI – FGCI federazioni del Veneto
E' passato un mese dall'uccisione di Abd El Salam Amhed El Danf. Questo era il nome di un professore di agraria egiziano, emigrato in Italia, che lavorava come operaio nel settore della logistica alla GLS di Piacenza. Aveva 53 anni, padre di cinque figli. Abd El Salam era sindacalista dell'USB. È stato ucciso da un tir, mentre stava lottando per i diritti di tutti gli addetti di un comparto, la logistica, dove la precarietà e lo sfruttamento la fanno da padroni. Abd El Salam, ce lo ricordano i suoi colleghi di lavoro, aveva un lavoro a tempo indeterminato, “garantitoâ€.
Poteva restare indifferente alla protesta di chi era più sfruttato di lui, ma è stato così perché Abd El Salam aveva coscienza di classe e, nella notte del 14 settembre, era là con i suoi compagni a protestare perché fossero riconosciuti i normali diritti a tutti i lavoratori. Quei diritti che dovrebbero essere garantiti da una Costituzione sempre più umiliata e resa inattuabile da politicanti attenti solo ad apparire e a restare aggrappati alla loro poltrona. Così, schiacciato da un tir che improvvisamente ha tentato di rompere il presidio di lavoratori, Abd El Salam è morto per il lavoro. Non è stata una morte per infortunio e non si può neppure credere a chi sostiene che sia stato solo un “incidente stradale†né che sia stata una “tragica fatalità â€. Abd El Salam Amhed El Danf è stato assassinato per il profitto di lorpadroni, così come furono uccisi gli operai che scioperavano a Reggio Emilia e i braccianti uccisi ad Avola negli anni sessanta del secolo scorso. È la stessa violenta volontà di soffocare con qualsiasi mezzo le giuste rivendicazioni di chi vive del proprio lavoro.
Sin da subito la notizia di questo assassinio è stata cancellata dagli organi di informazione. Forse lo si è voluto fare perché rappresenta il volto spietato, violento e inumano dei “moderni†rapporti di lavoro che si vogliono instaurare nel nostro paese. Uno sfruttamento che va al di là delle sempre più precarie condizioni di lavoro che si vivono ogni giorno o della cancellazione dei diritti nei posti di lavoro. Uno sfruttamento totale che mette in discussione la vita stessa di chi protesta, di chi si oppone, di chi non accetta di subire le imposizioni padronali. Di fronte al silenzio e all'indifferenza di chi si vuole girare dall'altra parte, di chi pensa che la solidarietà tra chi vive del proprio lavoro sia qualcosa appartenente al passato, noi vogliamo ricordare la persona Abd El Salam Amhed El Danf. Vogliamo che si abbia memoria della sua passione, della sua intelligenza, della sua lotta (che è anche la nostra), della sua vita spesa perché non ci siano più sfruttamento e umiliazione ma coscienza collettiva del diritto inalienabile di ogni essere umano di avere un lavoro sicuro, garantito e giustamente retribuito che permetta a tutti di vivere a testa alta.
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