Patto di stabilità, Bizzotto presenta un'interrogazione alla Commissione Europea
Sabato 23 Marzo 2013 alle 12:41 | 0 commenti
Europarlamentare Marta Bizzotto, Lega Nord - "L'apertura dell'Europa a un'interpretazione più flessibile del Patto di Stabilità consentirà finalmente allo Stato italiano di far fronte ad una parte degli oltre 70 miliardi di euro di debiti contratti con le imprese: una vera e propria manna dal cielo, considerando l'incapacità fin qui dimostrata dal Governo di Roma.
Ma questo primo importante passo in avanti dovrà necessariamente essere seguito da una corretta ed inflessibile applicazione della Direttiva UE sul ritardo dei pagamenti per evitare che, da oggi in avanti, lo Stato accumuli nuovi debiti nei confronti delle aziende che lavorano per gli enti pubblici".
Queste le parole dell'europarlamentare e responsabile federale del dipartimento Europa della Lega Nord Mara Bizzotto che, con un'interrogazione alla Commissione Europea, ha invitato l'esecutivo comunitario a "vigilare ufficialmente sulla corretta applicazione della Direttiva UE sul ritardo dei pagamenti" che, in Italia, è stata recepita "in maniera limitata" per vie delle "troppe deroghe concesse". "Purtroppo, il decreto con il quale il nostro Paese ha recepito la direttiva comunitaria si sta rivelando a maglie troppo larghe, provocando un dilatamento dei tempi con cui lo Stato vorrebbe pagare i propri fornitori e lasciando alle parti ancora troppi margini di discrezionalità per concordare termini di pagamento superiori alle scadenze previste dalla legge"continua la Bizzotto. "Bisogna scongiurare il pericolo che ai debiti pregressi si sommino debiti nuovi - spiega l'on. Bizzotto - Se, infatti, l'allentamento del patto di stabilità consentirà di saldare soltanto 40 miliardi in due anni dei debiti pregressi, di pari passo sarà necessario monitorare attentamente ciò che succederà da oggi in poi: le aziende che oggi lavorano con lo Stato devono essere pagate entro un massimo di 30 giorni, altrimenti si ripiomberà nel tunnel dei debiti che lo Stato non riesce ad onorare". Va ricordato che, con una media di 180 giorni per il pagamento d'imprese e fornitori, lo Stato italiano è tuttora il fanalino di coda dell'intera Unione Europea, riuscendo a fare peggio anche di Grecia (174), Spagna (160) e Portogallo (139): le amministrazioni più efficienti sono in Finlandia (24 giorni) e in Estonia (25 giorni), ma anche in Germania (36) e Francia (65) se la passano decisamente meglio che nel nostro Paese.  E la situazione non è confortante neppure in Veneto, dove si paga in media a 140 giorni, con punte di 400 giorni per alcuni fornitori della sanità pubblica. "Senza una corretta applicazione della direttiva sul ritardo dei pagamenti potremmo trovarci presto di fronte ad una nuova e gravissima situazione d'indebitamento - continua la Bizzotto - Secondo le regole stabilite dall'UE, dopo i 30 giorni previsti dalla legge, scatta infatti un interesse dell'8,75% che rischierebbe di far schizzare di nuovo alle stelle i debiti dello Stato verso le imprese". "I cronici ritardi di pagamento e la mancanza di liquidità stanno affossando il nostro tessuto produttivo e per questo sarebbe fondamentale che lo Stato pagasse subito, e non in due anni, questi primi 40 miliardi che deve alle imprese - conclude Mara Bizzotto - Saldare i pagamenti arretrati e, soprattutto, assicurarsi tempi certi per quelli futuri: questa è la strada che bisogna seguire per rimettere in moto il motore della nostra economia".
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