Partite iva, Toniolo (NCD): blocco aumenti aliquota Inps
Martedi 20 Gennaio 2015 alle 17:08 | 0 commenti
Il Presidente della Commissione bilancio del Consiglio regionale del Veneto, Costantino Toniolo dell'NCD Veneto Autonomo torna sulla questione del comitato a difesa delle partite iva
In questi giorni ho aderito al comitato promotore apartitico #PartiteIva #LaPartitanonèchiusa che ha l'obiettivo di rimediare al grave errore compiuto dal governo (e ammesso dal Presidente Renzi) con la Legge di stabilità nei confronti di migliaia di professionisti e imprenditori che a partire da quest'anno si vedono incrementare i versamenti per i contributi previdenziali (gestione separata Inps) e subiscono un clamoroso aumento del cosiddetto regime dei minimi che aumenta le tasse in modo iniquo.
Purtroppo a palazzo Chigi sono incappati in una svista clamorosa: la Legge di Stabilità ha previsto un nuovo regime le cui caratteristiche non incentiveranno di certo il lavoro autonomo. Il nuovo regime prevede, infatti, un'aliquota sostituiva di Irpef, Ires, Irap e Iva al 15% (contro il 5% del vecchio regime) e paletti più stretti che escluderanno una grossa platea di possibili beneficiari".
Pertanto è necessario rimediare ed il Governo ha già annunciato che ci metterà mano con il decreto Mille Proroghe. Ma come? Da parte mia appoggio in pieno la proposta di Confprofessioni (che rappresenta i sindacati di categoria dei professionisti iscritti agli Ordini) e delle associazioni dei lavoratori autonomi del terziario avanzato (quelli senza ordini professionali, ndr) come Acta e Alta Partecipazione.Â
Ritengo che sia urgente che il governo sostenga in Parlamento gli emendamenti al Mille Proroghe che prevedono il blocco dell'aumento dell'aliquota della gestione separata Inps e subito dopo metta mano al regime dei minimi congelandoli sulle vecchie percentuali.
Apprezzo anche l'iniziativa di protesta promossa dalle associazioni che in assenza di segnali concreti stanno chiedendo a tutti i professionisti, autonomi e free lance di evidenziare esplicitamente nelle fatture che rilasciano ai propri clienti l'aggravio fiscale e contributivo prodotto dalle politiche del governo. Confassociazioni, Acta e Alta Partecipazione hanno dato vita alla campagna 'Mettiamo in fattura il Malus Renzi' che prevede proprio l'indicazione in fattura di quello che può essere definito davvero il 'Malus Renzi', in contrapposizione al Bonus di 80 euro dato l'anno scorso da Palazzo Chigi ai lavoratori dipendenti.
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