Parco Fornaci, l'eterna incompiuta
Giovedi 16 Luglio 2009 alle 16:54 | 0 commenti
A due anni dell'inaugurazione, non c'è ancora chiarezza su gestione e utilizzo del secondo parco della città . Gli ex consiglieri di circoscrizione: "Serve un progetto culturale"
Parco Fornaci, due anni dopo: sono passati in un lampo questi 24 mesi, dopo il taglio del nastro avvenuto il 16 luglio 2007, giorno di inaugurazione del secondo parco più grande della città , 36mila metri quadri nel mezzo del quartiere più densamente popolato di Vicenza, San Lazzaro.
Fatto il parco, però, bisogna «fare» quelli che il parco lo usano: renderlo cioè un luogo integrato con il quartiere, fruibile dalle diverse fasce di cittadini, dal bambino all'anziano, e nei più diversi orari. E' proprio quello che, a detta degli ex consiglieri della fu circoscrizione 6, manca totalmente, con il rischio che la grande area verde scivoli presto verso l'incuria e il degrado.
Tra sport e sociale
«Il Comune ha da poco pubblicato un bando per la gestione della pista da skate, un'opera pronta da mesi ma ancora non ufficialmente aperta. Anche se in realtà i ragazzi del quartiere la usano già da tempo - spiega Andrea Tapparo, ex consigliere di quartiere di Sinistra Democratica -. Ora, il problema è che questo bando prevede esclusivamente la gestione della rampa in quanto "impianto sportivo". Addirittura, come mi hanno spiegato i membri di alcune cooperative sociali che avrebbero voluto partecipare al bando predisposto dall'assessorato di Nicolai, si richiede al futuro gestore di pagare il comune per poter fare un chiostro di bevande con bar accanto alla rampa. Una disponibilità economica che evidentemente associazioni e cooperative non hanno». Continua Tapparo: «Quindi il bando è pensato per associazioni sportive e non sociali, e qui sta il vero punto critico: non si fa così! Non si può pensare di gestire un'area così grande, in un quartiere così densamente abitato e "difficile", dando a uno la gestione della rampa, all'altro quella del laghetto, ad un altro le specie arboree o la gestione delle festicciole pomeridiane. Non si tratta di un parchetto qualsiasi, ci vuole una gestione culturale complessiva, con la partecipazione di qualcuno che sappia gestire l'aspetto sociale della vita nel parco».
Non solo apri, chiudi, pulisci
Non fa nomi Tapparo, ma vedrebbe bene un'associazione sul modello dell'Arci Ragazzi: «Da quando i ragazzi hanno iniziato a usare la rampa da skate, ha cominciato a girare un po' di spaccio. Lì c'è bisogno di una presenza di professionisti che sappiano gestire i casi sociali, mediare, senza aumentare i conflitti. Quello insomma che facevano gli animatori di strada negli anni ottanta e novanta, e che poi sono spariti». Morale della favola: parco Fornaci non è un impianto "sportivo" ma prima di tutto uno spazio "sociale".
Ma mentre il bando per lo skate park è stato pubblicato, sulla gestione complessiva dello spazio verde regna ancora una spessa nebbia. «La convenzione con la precedente gestione scadeva il 30 giugno, a quanto mi risulta, ma l'amministrazione non ha ancora pensato a rinnovare» dice l'ex presidente della circoscrizione 6, Matteo Tosetto (Pdl). Da due anni - di cui l'ultimo in proroga - ad aprire, chiudere e sorvegliare lo spazio verde è l'assocazione Il Quadrifoglio, che già gestisce il centro anziani del Villaggio del Sole. Tosetto viaggia sulla stessa lunghezza d'onda dell'ex collega dell'opposizione Tapparo: «Su questo eravamo tutti d'accordo - dice -. Come circoscrizione avevamo pensato ad un progetto ricreativo e culturale, che andasse oltre la gestione ordinaria: apri, chiudi, pulisci. Il parco è grande 36mila metri quadri, sarebbe il secondo della città , ma di fatto deve diventarlo. E' meraviglioso e strategico proprio per il contesto altamente urbanizzato in cui si trova, in mezzo a un quartiere da trentamila abitanti. Noi i primi tempi tenevamo aperto fino alle 21.30 o alle 22».
Circoscrizioni, che nostalgia
Il ruolo dell'amministrazione comunale, in assenza delle vecchie circoscrizioni, non avrebbe brillato per rapidità e presenza: «L'amministrazione anche quest'anno ha portato avanti un'iniziativa come "Teatro sotto le stelle" che noi come circoscrizione avevamo promosso per 14 anni - continua Tosetto -. Tutto bene, salvo che poi nessuno della giunta o del consiglio comunale è venuto alle rappresentazioni, in quartiere non si è visto nessuno. E' normale, hanno altre cose a cui pensare. Però si sente che non ci sono più le circoscrizioni. Per quanto andassero ridimensionate, c'erano comunque venti consiglieri sempre presenti sul territorio, che ora mancano». La pensa così anche Andrea Tapparo: «Come ex consiglieri siamo totalmente inascoltati, e l'amministrazione sconta una totale assenza di dialogo con le periferie. Avere delle figure di riferimento sul territorio, che potevano segnalare i problemi e conoscerne la storia, serviva».
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