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Paola, in pochi giorni "icona femminista" sotto i riflettori nazionali: "mi vien voglia di chiudere Facebook"

Di Edoardo Andrein Giovedi 5 Novembre 2015 alle 01:31 | 0 commenti

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In pochi giorni la sua storia è finita su quasi tutti i quotidiani nazionali e l'hanno contattata personalmente decine di testate giornalistiche locali e nazionali: quotidiani, da La Nuova Venezia a Il Fatto Quotidiano, riviste patinate femminili, televisioni da TgCom24 per Mediaset a L'Aria Che Tira su La7, che le ha pagato ieri, 3 novembre, il biglietto per Roma per farla essere presente nella trasmissione condotta da Myrta Merlino: "una grande, appena sono arrivata mi ha accolta calorosamente facendomi i complimenti per aver denunciato ciò che mi è successo".

Il titolo, per sintetizzare la vicenda in questione, più o meno su tutti i media, è stato:  
“Sei sposata? Hai figli?” le prime domande al colloquio di lavoro. "Mi rifiuto di rispondere". E il colloquio finisce lì.
La protagonista della storia è Paola Filippini, una ragazza di 28 anni, veneziana, o meglio, mestrina, anche se, a differenza dei suoi concittadini incalliti sostenitori del referendum per "staccare" la terraferma di Mestre dal Comune di Venezia, pensa che "stiano bene insieme le due città".
Con Paola, fotografa freelance, parliamo camminando lungo le calli di Venezia, in una delle pause del corso di giornalismo alla scuola Dino Buzzati presso l'Ordine dei giornalisti di Venezia che anche lei sta frequentando. E per il cui desiderio di presenza nella giornata di oggi, 4 novembre, ha rifiutato la richiesta di intervista arrivata da RaiNews24...
"Mi hanno chiamato anche altre trasmissioni, ma non so se ci andrò; mi sono messa in un bel casino... mi vien voglia di chiudere Facebook".
Tutto, infatti, è iniziato da un lungo post sul suo profilo Facebook dal quale è derivato il tran-tran mediatico che sta andando un po' oltre le sue aspettative. Un racconto pieno di amarezza, ma scritto in modo coinvolgente ed emozionante (di seguito a questo articolo riportiamo il testo completo), e che ha raccolto, finora, più di 72 mila "mi piace", oltre a migliaia di condivisioni e commenti, anche se non sempre positivi e di sostegno:
"C'è stata più di una persona che mi ha insultata pesantemente, sostenendo anche che stessi solo cercando pubblicità, o che dovessi semplicemente rispondere a quelle domande iniziali che mi sono state rivolte...".
La scelta di non rispondere a quelle domande è costata a Paola una probabile possibilità di ottenere quel lavoro, viste le sue competenze, esperienze e conoscenza delle lingue straniere (se le fossero state chieste... prima) riportate nel curriculum. 
"Dopo il clamore che sto suscitando - aggiunge - in futuro ho anche timore di fare ancor più fatica a trovare un lavoro; ai colloqui magari mi vedranno con sospetto, come una che crea problemi...". 
Oggi a chi le chiede dello spiacevole "inciampo" lavorativo che le è accaduto, Paola ne parla ormai come un ricordo al quale è meglio guardare avanti, prestandosi a battute ironiche con i suoi immancabili sorrisi, specchio di un carattere che potrebbe sembrare rude all'apparenza, tra anellino alla narice del naso e fascino femminile, ma che invece è quello di una ragazza semplice e cordiale.
E soprattutto determinata:
"Se avesse provato a toccarmi, come si è visto con altri titolari ai colloqui di lavoro ripresi dalla telecamere nascoste delle Iene, in questo momento probabilmente avrei i suoi testicoli come portachiavi".
Una determinazione a lottare contro le tante discriminazioni che colpiscono le donne italiane, in diversi ambiti, lavorativi, familiari o sportivi. Discriminazioni per le quali i politici e le politiche, una volta accomodati nelle loro "poltrone", sembrano spesso dimenticarsene, visti i risultati.
Lasciando il non facile compito di "paladina femminista" a una ragazza che ha scritto uno sfogo su Facebook.
Speriamo ora che il grido di Paola, insieme a quello di tante altre donne in passato, finalmente non rimanga inascoltato, come una goccia nel mare, o nella... Laguna.
Nel frattempo, però, un dubbio curioso ancora rimane... 
Paola, i figli ce li hai o no?
 
Ecco il testo integrale del post su fb:
Premetto che ho contato fino a diecimila prima di scrivere queste parole. Ma non riesco a non dirle. E le scrivo qui, per una massima diffusione. Perché tutti devono sapere cosa accade al giorno d'oggi. Vi chiedo di prendervi un paio di minuti per leggere e condividere ciò che mi è successo, perché mi sento offesa e arrabbiata, e tutti, uomini e donne, devono sapere.
E' SUCCESSO DI NUOVO, ED E' ORA DI DIRE BASTA.
Questa mattina sono stata convocata per un colloquio di lavoro presso una nota agenzia immobiliare di Mestre che si occupa-anche-di affitti turistici. Sto cercando un lavoretto saltuario per arrotondare perché non sono ancora abbastanza brava e famosa per vivere di sola fotografia, quindi mi sono proposta come hostess per check-in per alloggi turistici, un lavoro che ho già fatto per tanti anni.
Lui, l'egregio Dott. M.M. si presenta all'appuntamento con 30 minuti di ritardo. Non fa niente. Ha una maglia verde lega, ma mi astengo da pregiudizi. Entro nell'agenzia, e dietro di me, sulla porta, un signore che parla poco l'italiano chiede di poter entrare a chiedere un'informazione. Lui, l'egregissimo M.M., lo secca con un “Torna dopo!”. Soppesando il suo grado di educazione e professionalità, lo seguo verso il suo ufficio.
Mi fa accomodare alla sua scrivania, ma non si presenta, non mi da la mano, non si scusa del ritardo, mi da del tu. Questa cosa mi da fastidio, ma anche qui passo oltre.
Prende un foglio prestampato. Questionario Informativo, c'è scritto. Inizia con le domande: 
Lui: “la tua data di nascita?”
io:“1-12-87”
Lui:“e quanti anni hai?”
io: “28” 
Lui:“dove vivi?”
io: “risiedo a Mestre”
Lui:“..mi serve l'indirizzo preciso”
io: “sono certa di averlo già scritto nel mio C.v.” sorrido educata.
Lui:“mi serve questa informazione di nuovo” (seccato)
io: “va bene, via ***”
Lui:“ok. Stato civile?”
io: “in che senso?” (oh no, sento già lo stomaco chiudersi)
Lui:“sei sposata? Convivi? Hai figli?”
Respiro “E' necessario che io risponda a questa domanda?”
Lui:“si, è necessario” (si sta agitando)
io: “posso non rispondere”?
Tenetevi forte.
Lui: “Certo. Allora ti puoi anche accomodare fuori, per me il colloquio finisce qui”.
Prende il Questionario Informativo, lo strappa davanti alla mia faccia con fare da vero uomo duro. Si alza, mi apre la porta.
“Non capisco,” dico io “perchè mi sta congedando in questo modo”
Lui: “Perchè tu mi devi rispondere alle domande, e se non mi rispondi il colloquio non può proseguire”
Io: “Non può proseguire il mio colloquio se io non le descrivo la mia situazione famigliare?”
Lui: “esattamente.”
Io: “mi può fornire almeno una spiegazione?” (cerco di insistere)
Lui: “Devo sapere se sei sposata e se hai figli, perché questo determina la tua disponibilità lavorativa”
Io: “mi scusi Dottore, ritengo che la mia disponibilità lavorativa esuli dalla mia condizione privata. Se vuole sapere quanto e quando posso lavorare, mi può semplicemente chiedere qual'è la mia disponibilità oraria”
Lui, ormai furibondo:“Io chiedo quello che mi pare, e se non vuoi rispondere non posso darti il lavoro. Ora te ne puoi anche andare”.
1...2....3......Vabe dai, ormai è fatta. Parto con le mie:
“Posso dirle una cosa? E' proprio per colpa di persone come lei che questo Paese sta andando a puttane. Perché se a una donna viene chiesto di dichiarare la sua situazione famigliare prima di chiederle quali sono le sue capacità, cosa sa fare e quali sono le sue aspettative lavorative, allora siamo proprio in un mondo di merda. Lei non sa che parlo perfettamente 3 lingue straniere, non sa che questo lavoro l'ho fatto per anni, che ho tanta esperienza e capacità. Lei non me lo ha chiesto. Mi tolga una curiosità, anche ai maschi chiede se hanno figli e se sono sposati quando fa loro un colloquio?”
Lui: “no, ai maschi non lo chiedo. Perché questo è un lavoro che ritengo debbano fare solo le donne”
Io (ormai balba): “Sul serio? Ma lei si sente quanto parla?”
A questo punto prendo la porta, ma prima di andarmene gli porgo la mano per salutarlo, professionalmente. Ma lui “no, non ti do la mano”
io: “e perché?”
Lei: “Perchè non voglio darti la mano, buona giornata”.
Sorrido, arrivederci, me ne vado. Torno all'ingresso, e lì, mentre sto per uscire, con gran classe mi urla dalla sua scrivania “spero proprio che troverai un lavoro!!”

Mi fermo un momento davanti alla porta. Non rispondo, semplicemente perché non è mio costume urlare alla gente da un ufficio all'altro. Chi mi conosce sa quanto sono Signora. Esco, e faccio un profondo respiro. Ho detto un decimo delle cose che avrei potuto dirgli. Perchè in quei momenti ti senti così male e così offesa che il cervello rallenta per l'incredulità. 
E allora: Caro piccolo uomo col maglione verde e il cazzo sicuramente minuscolo, nel tuo bellissimo ufficio hai incorniciato la foto di tua figlia, una graziosa ragazzina di circa 16 anni, che – per ironia della sorte – assomiglia tantissimo a me quando avevo la sua età. Prova a pensare, piccolo uomo con piccolo cervello e grande presunzione, quando un giorno non molto lontano, la tua piccola vergine figliola andrà a fare un colloquio di lavoro, ed incontrerà un piccolo uomo che le chiederà se è sposata, se ha figli, se convive, e che le sue risposte in merito alla sua situazione famigliare determineranno il suo successo lavorativo. Prova a pensare per un momento come può sentirsi una donna, quando le viene fatta una domanda del genere. E' offensivo, è bruttissimo, è una VIOLENZA. Perchè non importa se hai studiato, se hai lavorato tanti anni, se hai fatto gavetta, se hai un bel C.v.. Importa se hai figli. Perché se li hai, è meglio che tu stia a casa ad allattarli. 

Ho scritto questo fatto su facebook, e lo racconterò a tutti. Perché le donne devono sapere che non si devono mai abbassare a queste offese, e gli uomini devono sapere che esistono tanti uomini di merda a questo mondo. Proprio ieri ne parlavo con alcuni colleghi, fatalità oggi mi è successo, di nuovo. Ho perso la possibilità di un lavoro, ma non mi importa niente. Ho salvato la mia dignità, ho mantenuto la mia privacy. La condizione della donna al giorno d'oggi è ancora molto difficile.
Sappiatelo tutti.

Leggi tutti gli articoli su: Lavoro, donne, Paola Filippini

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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