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Pannella, un uomo fuori dal coro. E un commento fuori dalla retorica
Venerdi 20 Maggio 2016 alle 14:23 | 0 commenti
È scomparso Marco Pannella ed è politically correct mostrare il proprio cordoglio per la perdita di un uomo politico che ha, si dice, dato molto al Paese. Certo la sua passione politica, la sua visione di una Stato più laicista che laico, perché ha lottato perché vi fossero in Italia leggi che dire abbiano come fine la giustizia, ossia il bene civile, è molto difficile. Ma la democrazia dei numeri, vince chi ha un voto in più, ha approvato e con i referendum siamo diventati migliori?
Questa domanda non si deve fare, è impertinente, perchè ci pone di fronte non al vantaggio materiale, ma alla coscienza, quella impalpabile, che è spesso meglio non ascoltare, soprattutto in politica dove prevale la ricerca del consenso e i politici inseguono solo questo.
Per Panella spenderò solo queste righe e continuerò a domandarmi se il fine della nostra società sia proprio quello che lui indicava oppure un altro, quello morale che tutti invochiamo, ma poi non seguiamo, e nel segreto delle urne optiamo per il vantaggio immediato, perchè, questa è pure la visione panelliana, quello che conta sono solo io e quello che io pongo, secondo quel sogno che Max Stirner indicò nel suo saggio L’unico e la sua proprietà dove con chiarezza affermava: “non l’Uomo è misura di tutte le cose, bensì io sono tale misura†e lo Stato non può far altro che appagare il mio volere qualunque esso sia.
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