Ospite deceduto al San Camillo, Turra risponde a Raniero: "Non ci servono i suoi consigli, crea solo ansia e preoccupazione"
Venerdi 20 Novembre 2015 alle 22:25 | 1 commenti
All'Ipab c'è una guerra in corso. Una guerra che affonda le sue radici nella gestione delle strutture da parte delle varie cooperative che negli anni si sono succedute e che spesso hanno ottenuto appalti con il collaudato e quanto meno dubbio sistema degli appalti al massimo ribasso. Una guerra anche sindacale, che non risparmia colpi. L'ultima delle battaglie un sindacato, USB, l'ha fatta poco prima del passaggio della gestione del San Camillo dalla cooperativa Bramasole a Ipark, la controllata Ipab, a capitale interamente pubblico, dopo che la prima era stata esclusa per i noti fatti dei "vermi".
Come abbiamo già spiegato, solo una parte di dipendenti della Bramasole sono rientrati al San Camillo, solo in forma temporanea - in attesa del previsto concorso pubblico - e attraverso un'agenzia interinale. Una soluzione che i sindacati non avevamo digerito, appellandosi all'articolo 73 del contratto UNEBA, applicato da Ipark, che dice che il passaggio dei lavoratori in forma di assunzione diretta è possibile in casi di emergenza. E così, appena effettuato il cambio della guardia (all'inizio di questa settimana) tra Bramasole e Ipark, tempo pochi giorni e le polemiche si sono riaccese.
La prima è scoppiata ieri. Una nota di Germano Raniero dell'Usb, indirizzata all'amministratore unico Ipark Vicenza (la trovate qui) rimarcava il fatto (definendolo increscioso) che un intervento da parte di un'infermiera (nuova) su di un ospite deceduto sarebbe andato troppo per lunghe. La lettera faceva capire che la responsabilità del fatto è da attribuirsi al cambio di gestione e alla presenza di nuovo personale non preparato.
Abbiamo chiesto al presidente dell'Ipab, Lucio Turra e al direttore di Ipark, Gino Bertinato, un loro commento sui fatti. E il quadro risulta un po' diverso da come è stato raccontato. L'altra faccia della medaglia?
La risposta di Turra è secca: "Ringraziamo Raniero di fornirci informazioni ma gli facciamo sapere che siamo in grado di arrangiarci da soli e di certo non ci servono i suoi consigli sopratutto se sono mirati a creare ansia e preoccupazione alle persone che stanno lavorando al San Camillo". Per il presidente dell'Ipab il fatto che è accaduto è tutt'altro che increscioso: "Io dico che ci lasci lavorare, non abbiamo bisogno di consulenze esterne e di spie delle spie, sabbiamo benissimo che fare, ci sono regole e protocolli che osserviamo e il fatto che una persona nuova possa aver rallentato un lavoro non significa niente e non è niente di grave".
Dello stesso avviso anche il direttore generale Gino Bertinato, che ci ha spiegato tecnicamente l'accaduto : "C'è stato un decesso preannunciato, l'ospite era già in fase finale della sua malattia e la cosa è avvenuta, come spesso avviene, di notte. È stato constato il decesso dal medico di guardia, non subito ma dopo cinque minuti perché era impegnato in quel momento in altri compiti. Se c'è stato un certo disagio dovuto al fatto che l'infermiera era giovane e ha trovato qualche difficoltà , non mi sembra una cosa rilevante, l'operatrice è sempre stata affiancata dalla coordinatrice infermieristica che se n'era andata e ha fatto seguire le procedure via telefono".
La morte, certo, è un fatto che non fa piacere a nessuno ma è un passaggio che in strutture come quelle del San Camillo, gli operatori guardano in faccia quotidianamente. "È un lutto, niente da dire su questo - aggiunge Bertinato - ma non è avvenuto nulla che non avvenga normalmente, gli stessi parenti erano presenti fin dal pomeriggio per accompagnare il caro lungo il trapasso, perché quella è la situazione. Certo, è più facile che un'infermiera più anziana possa anche mostrare un'aplomb maggiore rispetto a un'infermiera giovane, ma è tutto lì. L'infermeria ha tardato un po' nel portare gli strumenti per constatare il decesso, già avvenuto, ma questo non ha alcuna attinenza con l'evoluzione della vita della signora, che è stata assistita nel migliori dei modi fino alla fine".
A livello tecnico, infine, il direttore ha voluto spiegare bene la questione dell'articolo 73 e del passaggio dei dipendenti. "È vero che l'articolo 73 del contratto collettivo Uneba, che noi applichiamo, parla di passaggio automatico di dipendenti in caso di emergenza, ma questo funziona quando la società è privata, mentre Ipark non è una Srl qualunque che applica l'Uneba, quindi questa possibilità sarebbe stata contro alla legge", spiega Bertinato, concludendo: "Da direttore confesso che sarebbe stato più comodo e conveniente riassorbire persone che già lavoravano nella struttura, ma non è che sia a nostra discrezione la possibilità di farlo, il concorso (le cui procedure per l'assunzione dei dipendenti inizieranno a gennaio ndr) è l'unica strada possibile, la legge ci obbliga in modo esplicito ad attivare procedure di selezioni uguali per tutti".
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