Ospedale a Montecchio o Arzignano, stop alle discussioni e si scelga
Mercoledi 4 Aprile 2012 alle 09:45 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 231
di Roberto Ciambetti, Assessore al Bilancio Regione Veneto
Ha ragione chi dice che un'infrastruttura non si deve fare solo perché si teme di perdere un finanziamento; ma è anche vero che, a furia di discutere, dibattere o approfondire, troppo spesso le opere non si fanno o i soldi originariamente stanziati finiscono puntualmente per non bastare.
In secondo luogo settori, come quello della sanità impongono innovazioni anche strutturali che sono conseguenza dei tempi mutati, di mutati stili di vita e di straordinarie innovazioni tecnologiche : si ammala e ci si cura in maniera diversa dal passato, oggi le sale operatorie sono vieppiù sofisticate, con interventi chirurgici sempre meno invasivi mentre le degenze sono rimodulate rispetto agli usi di un tempo, sebbene non diversamente dalla logica novecentesca la scelta del luogo su cui costruire un nuovo ospedale si basa necessariamente sulla velocità di accesso al pronto soccorso; nelle emergenze, oggi come ieri, la velocità è fattore chiave e oggi, come ieri, oltre che il dove conta la qualità di chi opera nell'ospedale, medici, infermieri, specialisti.
Attendere anni per realizzare un nuovo impianto ospedaliero non significa dare ai cittadini di domani una struttura all'avanguardia, quanto togliere ai cittadini di oggi un servizio adeguato: possiamo permetterci questo lusso in un'area, l'ovest vicentino, che sta dimostrando una dinamicità straordinaria ed una elevata domanda sociale, nella quale l'assistenza medico-sanitaria gioca un ruolo decisivo? Anche in questo caso la velocità è elemento cardine: scegliere in tempi brevi e prima possibile aprire i cantieri.
Politicamente parlando trovo un azzardo perdere ulteriore tempo riaprendo un dibattito che sembrava essere stato avviato verso una soluzione logica e condivisa, quella che individuava l'area adiacente l'attuale struttura sanitaria di Montecchio Maggiore come spazio ideale di riferimento lungo corridoi di traffico in grado di servire celermente un ampio bacino di utenza. Arzignano ha due limiti sostanziali: i cantieri in un'area di proprietà Asl richiederebbero anni di lavoro; in secondo luogo, l'ospedale sarebbe appartato rispetto appunto alle principali direttrici di area; davanti a questi punti negativi, Montecchio presenta migliori e più lineari opportunità operative; non dimentichiamo, Arzignano è divisa da Montecchio solo da cinque o sei chilometri.
Come assessore al Bilancio della Regione rispetto, sia chiaro, le decisioni che le comunità locali prenderanno, ma devo anche ricordare che non è stato facile individuare questo finanziamento in un bilancio, quello regionale, segnato ben più da tagli che da investimenti e francamente mi spiacerebbe veder vanificato questa scelta da prese di posizione che, per quanto di nobile ispirazione, potrebbero dilatare oltremisura i tempi. DA assessore agli enti locali, poi, noto come la cooperazione e la condivisione di uffici e servizi tra Comuni dovrà intensificarsi sempre più e ciò deve valere anche per la sanità : per la sanità , anzi, mi auguro che il processo veda l'accorpamento e l'abbattimento delle strutture amministrative, al fine di liberare risorse per potenziare presidi e servizi medici o paramedici. Meno impiegati e più infermieri, meno uffici e più sale operatorie o stanze di degenza: le malattie non passano allo sportello, né si arrestano con flebo di burocrazia o, peggio, con litigi politici.
Da ultimo aggiungo che un investimento per 50 milioni di € nel Vicentino in una fase di recessione economica non deve di certo essere ostacolato: tutto deve avvenire nella massima cristallinità perché l'urgenza non deve celare né pratiche illecite, né scorciatoie di alcun genere, ma aprire cantieri, dare posti di lavoro, è la medicina migliore per contribuire a curare quella brutta malattia che si chiama crisi economica. E anche questo è un motivo in più per agire. Agire in fretta, nella massima trasparenza: in caso contrario, indirizzare altrove quei 50 milioni sarebbe cosa non solo necessaria ma giusta.
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