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Orso nel vicentino: i commenti di Coldiretti, Toniolo, Finco e Stival

Di Edoardo Pepe Martedi 24 Giugno 2014 alle 20:37 | 0 commenti

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Un orso che vive nel vicentino, sulle zone dell'Altopiano di Asiago, sta gettando nel panico gli abitanti e gli agricoltori che vedono minacciati i loro allevamenti e raccolti. Dopo le recenti uccisioni di animali preoccupa per altri attacchi futuri: di seguito i commenti sulla vicenda della Coldiretti, dei consiglieri regionali Costantino Toniolo e Nicola Finco e dell'assessore regionale Daniele Stival.

“Avevamo annunciato fin da subito che gli strumenti proposti dagli uomini del Corpo forestale dello Stato non sarebbero serviti a nulla. L’orso è stato trattato alla stregua di un animale da cortile, adottando misure di contenimento ridicole. Il recinto anti-orso, infatti, è stato abbattuto con poche zampate, con il rischio che oggi l’animale sia ancora più pericoloso”. Dura reazione del presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, dopo che all’attacco avvenuto in malga Galmarara vicino a Camporovere, nella notte tra sabato e domenica, con due vacche uccise e molte altre gravemente ferite, ne è seguito un altro che ha provocato ulteriori animali feriti e l’intera mandria dispersa. “La conseguenza di questi attacchi e del ripopolamento di specie animali pericolose per gli allevamenti e, potenzialmente, anche per l’uomo – spiegano Martino Cerantola e Giovanni Pasquali, rispettivamente presidente e direttore provinciale Coldiretti Vicenza - sarà l’abbandono totale della montagna da parte delle attività imprenditoriali e produttive, con conseguenze inimmaginabili al settore primario ed al Turismo”. Coldiretti ha informato il Prefetto di Vicenza dell’accaduto e scriverà al presidente della Regione Veneto Luca Zaia per manifestare viva preoccupazione. Sono oltre cento le malghe dell’Altopiano, un patrimonio unico in tutto il panorama europeo, che rischia di andare perduto. Il sindaco di Asiago Roberto Rigoni, presente alla conferenza stampa  indetta d’urgenza ieri pomeriggio da Coldiretti, assieme ad amministratori di Roana, Rotzo e Foza, ha evidenziato che “va presa in seria considerazione la pericolosità dell’animale per l’alpeggio, ma anche per le persone. Il Corpo forestale dello Stato non può limitarsi ad agire attraverso slogan che non possono tranquillizzare”. Parole condivise anche dal consigliere regionale Nicola Finco, presente all’incontro: “è indispensabile radiocontrollare con urgenza l’animale e fare sì che vengano disposti adeguati risarcimenti a favore degli allevatori colpiti, prevedendo una copertura anche per i danni indiretti”. Un danno, quello dell’orso, che si somma ad altre specie che insidiano il territorio dell’Altopiano. “Non dobbiamo dimenticare che anche la forte presenza di caprioli e mufloni che devastano le colture va affrontata. Le istituzioni devono iniziare a riflettere – aggiunge Dino Panozzo, presidente di zona Coldiretti di Asiago - sul rischio che la montagna venga abbandonata dalle attività produttive agricole, con danni pesantissimi al settore primario, ma anche al turismo ed all’indotto che ne deriva”. Irritato e spaventato anche Giuseppe Rigon, gestore di malga Galmarara: “da due notti non chiudiamo occhio per la paura che l’orso si ripresenti, come è accaduto. I nostri animali, impauriti, non mangiano e la notte tra domenica e lunedì sono stati feriti altri capi”. Dure le conclusioni del presidente Martino Cerantola: “l’assoluto immobilismo della Regione del Corpo forestale dello Stato, ogni giorno che passa non fa che aumentare i danni diretti ed indiretti, che dovrebbero essere ripagati proprio da chi si ostina a non adottare le opportune misure di salvaguardia degli animali d’allevamento e delle persone. Si dovrà pensare anche al mancato guadagno derivante dal turismo di malga e non solo ed ai tanti allevatori che lasciano la montagna per la paura degli attacchi dell’orso. La Regione Veneto riunisca con urgenza un tavolo tecnico per informare il mondo imprenditoriale agricolo e degli allevatori relativamente alle precise modalità di ripopolamento di queste specie animali, con specificazione chiara di costi e uomini in campo, nonché delle contromisure preventivate per far fronte ai conseguenti danni”.

 

“Il problema dell’orso, lo sappiamo tutti, non nasce oggi. Coscienti di questo, abbiamo già da anni stretto rapporti di collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, il Corpo Forestale dello Stato e il Corpo di Polizia Provinciale. Abbiamo già formato squadre di emergenza e stiamo collaudando sul territorio un sistema efficace di segnalazione. Non siamo quindi impreparati per gestire la situazione. La scorsa notte abbiamo consegnato la recinzione elettrificata e assicurato il presidio della zona proprio grazie al Corpo Forestale dello Stato e alla Polizia provinciale. Ci stiamo inoltre attrezzando per poter fare dissuasione secondo i criteri di intervento autorizzati dal Ministero, che, lo ricordo, è competente in materia”.

Lo sottolinea l’assessore alla Caccia della Regione del Veneto Daniele Stival, intervenendo sull’allarme creato in Altopiano di Asiago dalla ricomparsa dell’orso e dai suoi ripetuti attacchi agli animali, anche d’allevamento della zona, e rispondendo a qualche polemica che sta emergendo.

“Per l’orso, e lo abbiamo fatto recentemente anche per il lupo – prosegue Stival - dobbiamo chiarire con forza che la Regione del Veneto non finanzia nessun intervento di ripopolamento, ci mancherebbe altro!”

“Gli allevatori sono comprensibilmente preoccupati – aggiunge Stival- ma devono sapere che l’intenzione della Giunta regionale non è certo quella di favorire l’orso e le sue scorribande. L’obiettivo è invece quello di rendergli la vita più difficile, proteggendo le prede e dissuadendolo dall’assumere atteggiamenti via via più impattanti”.

“Anche l’orso - fa notare l’Assessore - sta ricomparendo in tutto l’arco alpino, negli spazi che un tempo gli erano abituali. Giunge dalla Slovenia e dal vicino Trentino, spostandosi con grande facilità”.

“Non possiamo abbatterlo –prosegue Stival- perché è specie altamente protetta dall’Unione Europea. Sarebbe reato perseguito penalmente e automaticamente si aprirebbe una procedura di infrazione a livello comunitario. La sfida non può che essere quella di imparare a gestirlo. Limitando i danni, apprestando difese efficaci e, in caso di danno, risarcire gli allevatori che si ritrovano con capi di bestiame predati e mandrie spaventate”.

“L’obiettivo della Regione –precisa l’Assessore regionale- è stato quello di reperire dei fondi non a carico dei cittadini veneti ma a carico dell’Unione Europea. Bisogna sensibilizzare le comunità locali ed informare gli allevatori sulla possibilità di ricevere in uso gratuito le recinzioni e su come fare tempestive e documentate segnalazioni per ricevere i contributi a fronte di danni subiti”.

 

 

Un vertice urgente con l'assessore Daniele Stival, i sindaci, le categorie, i Forestali e la Polizia provinciale per far fronte al problema dell'orso in Altopiano. È l'impegno formale assunto dal presidente della Commissione Ambiente in Consiglio regionale, il leghista Nicola Finco, che stamane ha incontrato gli allevatori in Asiago danneggiati dalla presenza del plantigrado ed ha sentito anche il governatore Luca Zaia. "Il solo ristoro dei danni non basta - spiega Finco -. È necessario intervenire sulla presenza dell'orso che ha ucciso numerosi capi di bestiame finora, causando nelle mucche traumi neuro-ormonali ed indiretti i cui costi non sono attualmente quantificabili. In Asiago ci sono oltre 100 malghe attive, con 10.000 capi ovini e bovini, oltre ad un turismo d'eccellenza che in questi giorni, a causa delle notizie sull'orso apparse nei media nazionali, rischia di venire compromesso proprio all'inizio della stagione". "Ora - aggiunge il leghista - ho sentito personalmente questi allevatori e sono disperati, non solo per i danni immediati. Il rischio, e la politica deve capirlo per prima, non è il destino dell'orso che non è comunque in pericolo, bensì la presenza e la sopravvivenza delle malghe in quota. È ovvio che, penalizzate già dai costi maggiori, e oggi dal plantigrado e dai danni che arreca alle mucche, queste malghe chiudano e gli allevatori si spostino in pianura. La convivenza con un orso al momento non è possibile, e da questo non si prescinde. Non basta il ristoro dei danni attraverso l’apposito Fondo regionale, nè pensare di arginare il tutto costruendo recinti inutili: serve intervenire sulla causa, cioè la presenza del grosso animale in Asiago". "Gli allevatori hanno paura. La notte sentono rumori strazianti, e al mattino trovano capi abbattuti o scomparsi o fuggiti, con gravi danni per le mucche gravide o sotto choc neuro-ormonale. Di tutto questo, e delle soluzioni immediatamente possibili, tratteremo nel Tavolo che mi sono impegnato a convocare con gli allevatori e gli Enti preposti a dare loro una risposta immediata ed efficace entro pochissimi giorni", conclude Finco.

 

"Cinque mucche sbranate nel giro di due settimane e mandrie disperse con capi feriti! E il rischio che la presenza dell'orso in Altopiano possa diventare un deterrente al turismo!" E' la fotografia della situazione di difficoltà in cui si trovano  agricoltori, allevatori e operatori turistici dell'Altopiano di Asiago che descrive Costantino Toniolo (NCD), presidente della commissione bilancio del Consiglio regionale nella sua interrogazione a risposta immediata presentata alla Giunta regionale. "In queste ore le categorie degli allevatori si sono fatte sentire per via dei danni diretti arrecati dai plantigradi alle mandrie presenti a Malcesina e in val Galmarara per l'alpeggio", spiega Toniolo. "Agli allevatori la Regione deve garantire modalità e tempi certi di ristoro dei danni causati dalla fauna selvatica ai capi di allevamento e andare loro incontro per mettere in opera difese specifiche per i capi di bestiame".

Toniolo ricorda nell'interrogazione che durante l'estate sul territorio altopianese i bovini in alpeggio sono molto numerosi e si contano oltre 100 malghe in cui si pratica l'allevamento. Un comparto quello dei Sette comuni che costituisce per estensione dei pascoli e per numeri, il più importante sistema di alpeggio dell'intero arco alpino.

"L'altra preoccupazione riguarda il turismo", continua Toniolo: "alcuni operatori mi hanno contattato dicendomi che sono preoccupati per l'immagine dell'Altopiano con la presenza di orsi così aggressivi verso le attività di allevamento".

"Sappiamo bene, come ci spiegano gli esperti del Corpo forestale dello Stato, che l'orso non aggredisce l'uomo, anzi lo evita il più possibile", spiega Toniolo, "ma la diffusione delle malefatte dei plantigradi con tanto di foto di mucche sbranate 'impaurisce' l'opinione pubblica".

"E' necessario che sul piano turistico la Regione intervenga per impostare una campagna che valorizzi i pregi naturalistici dell'Altopiano di Asiago, risolvendo la problematica dell'orso".

"Tavoli permanenti per risolvere i problemi generati dall'orso sono inutili se non ci sono i soldi per ristorare gli allevatori danneggiati. La priorità è solo una: la Giunta trovi i soldi!" Lo afferma a proposito dell'orso di Asiago Costantino Toniolo (NCD), presidente della commissione bilancio del Consiglio regionale del Veneto in riferimento all'appello di Coldiretti e alla proposta di alcuni colleghi del consiglio regionale. "Ai colleghi che hanno proposto di istituire un tavolo in commissione ambiente dico che saranno solo chiacchiere inutili", spiega Toniolo. "Semmai l'assessore Stival, che sembra abbia la situazione in mano, dica in breve agli allevatori quanto ci vorrà perché siano indennizzati per i capi abbattuti dall'orso".

"In Consiglio regionale noi del Nuovo centrodestra ci stiamo battendo perché l'esecutivo della Regione, ovvero la giunta, preveda a bilancio un fondo specifico per i danni causati dagli animali selvatici all'agricoltura alla selvicoltura e alla zootecnia", prosegue Toniolo. "Non ci sono solo gli orsi, ma anche i cinghiali e i cervi che negli anni hanno fatto danni ancora più gravi".

E conclude Toniolo rivolto a palazzo Balbi: “bisogna trovare subito le risorse per ristorare gli allevatori”.

 

 

 

 

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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