On. Berlato su uccisione reporter italiano a Bangok
Mercoledi 19 Maggio 2010 alle 16:22 | 0 commenti

Sergio Berlato - Dopo l'uccisione dei nostri soldati impegnati nel territorio Afghano ci troviamo ad affrontare un nuovo lutto di un connazionale ucciso a migliaia di chilometri dalla sua terra. Questa volta è un giornalista impegnato a documentare gli scontri di questi giorni tra camicie rosse e Governo Thailandese a Bangkok.
Anche se le contingenze sono diverse il tratto distintivo ed allo stesso tempo il filo conduttore che accomuna le due vicende rimane il sacrificio quotidiano per la difesa della Libertà . Libertà intesa come un bene primario, come valore assoluto, nel nome del quale rischiare anche la vita.
Lo si può fare indossando una divisa garantendo sicurezza a chi da solo non è in grado di difendersi ma anche portando in mano una macchina fotografica attraverso la quale documentare e garantire il diritto all'informazione.
Il 19 maggio viene ucciso Fabio Polenghi a Bangkok e nello stesso giorno nel 1987 moriva in Mozambico Almerigo Grilz, il primo giornalista italiano a rimanere ucciso in un teatro di guerra dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
In questo giorno che assume un significato cosi particolare, anche per questa strana coincidenza, voglio esprimere vicinanza alla famiglia del reporter Polenghi e ricordare tutte quelle donne e quegli uomini che con il loro sacrificio ci permettono di tenere una finestra aperta sul mondo.
Non possiamo e non dobbiamo dimenticare il sacrificio dei tanti giornalisti impegnati negli scenari internazionali ed il contributo di sangue che questa categoria ha versato per garantire a tutti noi la possibilità di un'informazione diretta e senza filtri che è alla base di ogni democrazia che si rispetti.
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