Occhi di terra, foglie che ci osservano: Gregolin
Domenica 1 Agosto 2010 alle 22:06 | 0 commenti
Antonio Gregolin - La singolare mostra di Antonio Gregolin (dal 24 luglio) fino al 5 agosto a Villaga (Vi) realizzata con foglie dipinte, in difesa della bellezza e contro la devastazione del paesaggio.
"Sono foglie che danno un messaggio. Guardano chi le osserva e si lascia osservare" dice Antonio Gregolin (nella foto L'altra faccia della terra).
L'artista presenta così la sua mostra "Occhi di Terra" allestita a Villaga (dal 24 luglio) fino al 5 agosto prossimo, presso in centro parrocchiale dalle 18 alle 23, in occasione della tradizionale festa paesana.Â
Foglie dipinte,utilizzate però come tele: olmo, ciliegio, quercia, gelso, platano, tutte raccolte nei boschi dei Monti Berici. E' questa la singolare proposta dell'artista "raccoglitore" di Montegaldella che prende spunto dagli elementi naturali: "Arte naturale o natura che si fa arte" come spiega Gregolin.
Lui da "primitivo dell'arte vicentina" trasforma legni e foglie in occhi che scrutano: "La Terra ci guarda, ci osserva e oggi s'interroga" e lo slogan della mostra. Un singolare percorso "involutivo" dalle caratteristiche didattiche, "che porta noi abitanti del pianeta -consumatori delle sue limitate risorse-, a diventare osservatori più attenti e sensibili alle nostre azioni quotidiane". Divulgatore ambientale da ormai un ventennio, Gregolin è conosciuto per aver fondato il Bosco delle Fate e ideato la campagna Salva il Saluto, è una guida naturalistica dei sentieri magici dei Berici. "Non è difficile -spiega l'artista-, passare dall'educazione ambientale all'arte per l'ambiente. Il mio è un percorso esperienziale che dura da due decenni e parte da una celebre frase di Goethe: "La cosa più difficile al mondo è vedere quello che sta sotto il nostro naso". La bellezza è davanti a noi, solo che spesso non ce ne accorgiamo. Se poi ci metti un pizzico di fantasia, il risultato è vedere come dentro una foglia vi sia uno sguardo. Il problema è che ormai ci stiamo abituando al brutto. Allo scempio ambientale. Alle opere che deturpano il paesaggio. Per questo i miei occhi sono attenti osservatori. La mia è un'arte che grida il rispetto per tutto ciò che ci osserva".
"Un'arte che tutti possono sviluppare, se hanno un minimo di sensibilità nel vedere il mondo che li circonda. Cosa nient'affatto scontata al giorno d'oggi!". Una visione surrealista tra ciò che l'occhio umano vede e quanto la Natura mostra, espressa anche con una serie di singolari scatti fotografici, fatti in natura dall'artista.
Non a caso Gregolin in queste settimane sta lavorando al progetto del fotografo di Oliviero Toscani sul Nuovo Paesaggio Italiano che porterà come denuncia nelle varie piazze d'Italia le brutture del Bel Paese. "Perché ho scelto Villaga? Perché è un piccolo paesino -spiega Gregolin- di appena 600 abitanti immerso nel verde con tutte le contraddizioni della terra Berica: una stupenda campagna che ricorda la Toscana e l'impatto industriale che la sta attanagliando. Qui ad esempio c'è l'impatto visivo con un cementificio e alcune cave, mentre tutto intorno l'occhio spazia tra boschi, campi e vigneti. I cittadini devono scegliere così se la tutela del territorio o lo sviluppo incontrollato che si profila per il futuro".
"Le mie foglie -conclude "l'artista primitivo"- s'interrogano, così come vorrei facesse chi si lascia osservare dalle tante creature che ci circondano che costituiscono la biodiversità culturale come di un paesaggio, che pretende di essere difesa dal brutto che avanza".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.