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Nuovo Piano Socio Sanitario Regionale, Coletto: "può essere storico, il primo con autonomia"

Di Note ufficiali Venerdi 20 Luglio 2018 alle 17:40 | 0 commenti

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“Questo potrebbe essere un Piano storico, il primo che si occupa di sanità in un quadro di Autonomia della Regione Veneto. Per questo, tra le sue caratteristiche, c’è la flessibilità, per inserire agevolmente e velocemente le novità autonomiste che auspichiamo, e che in questa materia potrebbero essere consistenti”. Lo dice - in una nota - l’Assessore alla Sanità Luca Coletto, nel giorno in cui approda in Commissione del Consiglio regionale la Proposta di Piano Socio Sanitario Regionale 2019-2023, approvata dalla Giunta e trasmessa al Consiglio a fine maggio.

“I contenuti dell’Intesa alla quale hanno iniziato a lavorare le delegazioni trattanti della Regione e del Governo – dice Coletto - potranno infatti avere un impatto rilevante su alcune principali aree d’intervento lasciate all’autonomia regionale come, solo per fare qualche esempio, la valorizzazione delle risorse umane del Servizio Sanitario Regionale, il sistema tariffario sia sotto il profilo del rimborso che della compartecipazione, la spesa farmaceutica, nuovi Lea”.

“Sul piano tecnico – tiene a precisare l’Assessore – va subito sgomberato il campo dalla fake news per antonomasia, quella dei tagli. Questo nuovo Piano è in continuità con quello che volge al termine e, per questo, ha una precisa caratteristica: non si toccano, non si ridimensionano e tanto meno si chiudono gli ospedali pubblici, sui quali si è lavorato riorganizzando molto e bene dove serviva, così come sulla nuova geografia delle Ullss passate da 21 a 9 e sugli aspetti pratici dell’organizzazione, con la nascita di Azienda Zero e con la semplificazione amministrativa”.

“Ci si occuperà quindi, in particolare tra i moltissimi aspetti considerati – aggiunge Coletto – dell’assistenza agli anziani, delle malattie cronico degenerative in costante aumento con il crescere dell’aspettativa di vita, delle necessità della donna e del bambino, dello sviluppo delle strutture intermedie sul territorio, della medicina territoriale, dell’ulteriore crescita e affinamento delle reti, dell’informatizzazione per arrivare al più presto all’introduzione del fascicolo sanitario elettronico, della prevenzione come strumento prezioso di salvaguardia della salute prima che intervenga la necessità di cura, della valorizzazione del personale, del mantenimento e della crescita delle eccellenze diffuse su tutto il territorio, e non solo negli ospedali hub, caratteristica questa che rende la sanità veneta praticamente unica in Italia”.

“Così come unica in Italia – conclude Coletto – è la strategia, che riconfermiamo con assoluta convinzione, della massima integrazione tra sanitario e sociale. E’ più difficile e costoso che non scindere nettamente i due aspetti come si fa altrove, ma è la scelta migliore per garantire a tutte le persone l’assistenza multidisciplinare di cui hanno bisogno”.

Nel Piano Socio Sanitario Regionale 2019-2023, il profilo dei bisogni assistenziali dei veneti viene affrontato con un’analisi dedicata a numerosi ambiti: impatto dello scenario epidemiologico sulla domanda dei servizi sanitari; promozione della salute e prevenzione dei fattori di rischio; salute della donna e del bambino; percorso del paziente in ospedale; presa in carico della cronicità per intensità di cura e di assistenza; malattie rare; salute mentale; integrazione socio sanitaria; governo del sistema e delle aziende; governance del patrimonio informativo socio sanitario; governo della farmaceutica e dei dispositivi medici; governo e politiche per il personale; gestione delle risorse finanziarie e strumentali; ricerca, innovazione e valutazione delle tecnologie sanitarie; rapporti con l’Università.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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