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Nuovo piano economico per la rinascita della Veneta Serenissima Repubblica

Di Note ufficiali Sabato 25 Febbraio 2017 alle 16:44 | 0 commenti

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Pubblichiamo di seguito la seconda parte del lavoro del responsabile economico del Veneto Serenissimo Governo, Valerio Serraglia: Nuovo Piano Economico per la rinascita della Veneta Serenissima Repubblica (Piano Guardiola) pervenutoci, dopo la prima parte, dal Veneto Serenissimo Governo. Quando si va ad impostare un piano economico per un paese bisogna avere chiari i quadri geopolitici internazionali, perché è la politica ad influenzare e gestire l'economia: ed è per questa ragione che il Veneto Serenissimo Governo ha inteso proporre il Nuovo Piano Economico, partendo da un mutato scenario politico planetario, illustrato nella prima parte di questo documento.

Crediamo che le richieste di chiarimento del perché abbiamo convenzionalmente chiamato il nostro piano economico "piano Guardiola" trovi la risposta del Veneto Serenissimo Governo nel dare uno sviluppo alla rinascente Veneta Serenissima Repubblica, in un sistema circolare, e abbia come fine che quanto prodotto dal popolo ritorni al popolo stesso, in varia natura. Inoltre esiste un aspetto geografico-economico, che parte dalla nostra collocazione all'interno del Mare Mediterraneo; e anche questo è un elemento che va illustrato.

Noi affermiamo che la nostra storia, cultura e tradizioni hanno al loro interno tutti gli elementi per trovare una strada economicamente praticabile, con tutte le sue varianti materialistico-dialettiche. La Veneta Serenissima Repubblica aveva nel commercio un elemento primario del suo sistema economico, in virtù della sua posizione geografica, poiché il Mar Mediterraneo era il centro del sistema dei trasporti marittimi, e il Golfo di Venezia ne era il naturale sbocco per l'interazione europea con il resto del mondo conosciuto a quell'epoca.

La caduta di tale funzione è stata causata dallo spostamento su altre rotte del traffico commerciale.

A fronte della crisi della globalizzazione unipolare, il Mar Mediterraneo riassume un ruolo importante, anche senza raggiungere i valori precolombiani.

E' del tutto evidente, alla luce degli ultimi decenni, che il traffico commerciale deve trovare un giusto e integrato equilibrio tra vie marittime e ferroviarie: nessun porto può essere strategico senza un adeguato e sicuro sbocco ferroviario. Ne è un esempio eclatante il porto del Pireo, il quale da decenni non riesce a realizzare uno sbocco ferroviario praticabile e sicuro al suo originario disegno strategico.

Il ricorso di vie alternative ai trasporti marittimi, via della seta ferrata Cina-Russia-Rotterdam può essere complementare e non alternativa alle vie marittime, e comunque è costosissima e non raggiunge l'obiettivo di coprire il Mar Mediterraneo e i suoi paesi rivieraschi, nonché l'Europa centromeridionale.

In questo contesto il nostro obiettivo strategico è costruire ex novo una" Rotterdam del sud", nel nord Adriatico, aprendo un rapporto di collaborazione con tutti i popoli e le nazioni dell'Europa di centro; dando uno sbocco commerciale a questo progetto costruendo un grande porto e ovviamente avere un supporto, per un trasporto ferroviario veloce, in grado di collegare Venezia- Trieste- Lubiana- Budapest- Bratislava- Vienna- Praga- Monaco di Baviera- Zurigo- Milano- Verona- Venezia, integrato da una linea diretta Monaco-Vienna-Venezia.

L'elevato consumo di materia energetica nel 3° millennio ci costringe a predisporre un adeguato sito per stoccare tali prodotti di varia natura, provenienti dai paesi produttori, via Mediterraneo e Adriatico, successivamente smistarli nel resto dei paesi della Mitteleuropa, i quali dovrebbero garantirne la sicurezza nella distribuzione, attraverso la costituzione di appositi reparti militari composti dai paesi interessati.

Tutto questo riguarda parte degli aspetti di politica economica e dei rapporti con popoli e nazioni contermini, partendo da un esame scientifico dell'attuale stato dell'economia globale. E evidente che, come precedentemente asserito, nessuna nazione o popolo di dimensioni medio-piccole, appartenenti al 1° e al 2° mondo, è in grado di reggere un'economia manifatturiera di grandi dimensioni, sia per il valore aggiunto determinato dai costi della forza lavoro sia per il livello socioeconomico fin qui raggiunti.

Quindi bisogna rapidamente deindustrializzare tutto il territorio veneto, con il compito di recuperarlo, ristabilizzando un rapporto eco-compatibile tra natura-esseri viventi-economia, bloccando e invertendo il depauperamento, determinato da oltre 2 secoli di colonizzazione politica, economica e culturale. Questo ha comportato un'assimilazione della cosiddetta classe dirigente veneta che si è piegata agli interessi complessivi dell'occupante di turno, specialmente al centralismo economico di Roma, ricavandone qualche piccolo interesse; questo per chiarire che non basta essere veneti per essere bravi e buoni: anche nel Veneto esistono non pochi monsignor Tiso.

Per entrare nel merito:

1) Ogni comunità deve produrre ciò che gli è più consono. Quello che le grandi potenze economiche non potranno mai riprodurre è il Veneto stesso con tutte le sue immense risorse paesaggistiche e storiche: Venezia, Verona, Padova, Vicenza, Cortina, l'Altopiano di Asiago, il Lago di Garda, le Terme, le Spiagge, le Dolomiti, ...

2) Arrivare attraverso un piano complessivo e con svolte graduali a sviluppare produzioni di qualità, nell'artigianato e nell'agroalimentare di eccellenza. Le vendite dei prodotti della Veneta Serenissima Repubblica si faranno solo sul territorio della Repubblica con certificazione del marchio Veneto a prescindere dal valore. Questi e altri rapporti economici con i Paesi esteri non possono essere in funzione della richiesta ma in funzione delle necessità economiche e sociali della Veneta Serenissima Repubblica.

3) Riconversione totale dell'economia e bonifica del territorio.

4) Costruire un'economia legata al movimento turistico di qualità e a un sistema sanitario proiettato alla cura e riabilitazione degli ammalati di tutto il mondo.

5) Realizzare un sistema di produzione integrato dell'agro-alimentare con il sanitario, avendo nel made in Veneto gli unici prodotti commerciali garantiti di qualità, quali arma vincente .

6) Sviluppo avanzato della ricerca scientifica legata al territorio, alle sue dinamiche economiche e al servizio del nostro popolo e della sua economia.

È evidente che il sistema economico monetario UE-Euro non è in grado di soddisfare le necessità di ogni singolo Stato; in quanto qualsiasi persona, anche ignorante di economia, si rende conto che ad uno sviluppo ineguale corrisponde un sistema economico e monetario necessariamente flessibile. La lira è entrata nell'euro abbondantemente sovrastimata. Nessuna nazione per quanto grande o per quanto piccola può sopravvivere al distorto concetto di globalizzazione e a un suo essere presente nei flussi economici del terzo millennio.

Un'altra questione decisiva riguarda la viabilità interna, che noi chiamiamo "Orsa maggiore"; occorre costruire una metropolitana di superficie che congiunga le seguenti città: Venezia-Treviso-Conegliano Veneto-Montebelluna-Bassano del Grappa-Schio-Thiene-Vicenza-Verona-Padova-Venezia, con una integrazione Verona-Rovigo-Padova a sud ovest e a nord Conegliano-Belluno-Calalzo di Cadore-Cortina.

Ridurre al minimo l'utilizzo del gommato.

Mettere a disposizione gratuita la mobilità ciclo-elettrica, collegata alle stazioni metropolitane; i taxi non devono essere a combustione interna.

Sviluppo della ricerca energetica alternativa, e comunque evitare grossi complessi produttivi di energia; quest'ultima deve essere diffusa nel territorio coinvolgendo la popolazione nel suo insieme, e nella rapida prospettiva, di rendere autosufficienti le comunità locali.

Nel quadro del Nuovo piano economico non può essere ignorato l'aspetto della difesa militare e socio civile della nostra patria, sia per gli aspetti economici sia per la necessità di ricostruire un rapporto di amore tra la costituente armata che deve essere vista come elemento di familiarità e difesa del territorio e del suo popolo.

Il disastro commesso dall'occupante italiano in questi 150 anni è evidente, quindi nostro compito è quello di azzerare tutto e ripartire dalla nostra storia, cultura e tradizioni anche da un punto di vista militare.

1) Costituire una armata di 3 reggimenti (da mar, de terra e celeste) di pronto intervento, di leva volontaria di ambo i sessi, 30 mesi, più l'istituzione di un quarto reggimento (Gran Guardia) con compiti di sicurezza e difesa strategica a disposizione del governo per interventi mirati.

2) Leva obbligatoria per ambo i sessi, di 6 mesi, (milizia territoriale) con addestramento in loco, con richiami periodici ogni 2 anni, da impiegare per aggiornamento e per interventi di stabilizzazione del territorio; mobilitabile in qualsiasi momento in caso di necessità.

3) Abolizione della Protezione Civile, affidandone tutte le competenze alla milizia territoriale, con il supporto dei battaglioni di pronto intervento.

Concessione della cittadinanza veneta:

La cittadinanza veneta può essere concessa a chi ama e conosce la nostra patria, non certamente con un atto formale; quindi i richiedenti dovranno dimostrare nei fatti i loro sentimenti. La strada da percorrere sarà: servire per 60 mesi nei reggimenti di pronto intervento dell'armata, che avrà il compito di educarli alla nostra storia, cultura, tradizioni e lingua. Per quanto riguarda le unioni con cittadino/cittadina veneto/veneta: stessa procedura, ma di soli 30 mesi nelle milizie territoriali (con compiti adeguati alle proprie capacità psicofisiche); alla fine di tali periodi verrà emesso un giudizio insindacabile.

Questo è un ulteriore contributo che fa seguito al documento "Pace e autodeterminazione dei popoli" settembre 2015. Esso dovrebbe aprire un dibattito, al fine di salvaguardare i diritti dei popoli all'autodeterminazione e alle loro scelte economiche, attraverso un riappropriarsi delle storie, culture tradizioni; ci auguriamo che esso sia foriero di rapporti positivi, amichevoli e di collaborazione tra tutti i popoli europei e quelli del Mediterraneo.

Il Veneto Serenissimo Governo presenterà questo suo documento programmatico in tutti gli incontri ai prossimi forum internazionali, alle Cancellerie e ai movimenti che ci sono affini.

per il Veneto Serenissimo Governo

il responsabile economico

Valerio Serraglia


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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