Nuovi equilibri cercasi: la salvezza del Vicenza passa dalla difesa
Lunedi 21 Gennaio 2013 alle 18:47 | 0 commenti
Per difenderla (la B) occorre innanzitutto difendersi (bene). Quel che è mancato al Vicenza nel girone d'andata: vuoi per errori grossolani, vuoi per carenze strutturali, vuoi per perdite che via via hanno pesato sempre di più (Gentili e Lazco nelle retrovie, Rigoni a centrocampo), vuoi per spirito un po' troppo garibaldino. La missione salvezza passa innanzitutto dall'ultimo fronte, quello della trincea, dove bisogna ripararsi e non scoprirsi.Â
Il Vicenza l'ha fatto poche, pochissime volte perché a furia d'insistere sulla qualità dell'attacco (25 gol, miglior rendimento relativamente alle ultime sei della classifica) s'è smarrito dietro, ha incassato reti banali ed ha perso il gusto (poi riscoperto sabato scorso nell'amichevole col Cittadella) di chiudere una gara senza aver subito. Non capita in campionato da quasi due mesi (24 novembre: 0 a 0 ad Ascoli) ed è successo rarissime volte in un girone d'andata caratterizzato da troppe imbarcate (in cinque occasioni la squadra di Breda ha incassato ben tre gol). Insomma, il mese di sosta dovrà essere servito soprattutto a raffinare gli equilibri, ad accorciare le distanze, ad insegnare l'arte della prudenza. Di punti, alla salvezza diretta, ne mancano tanti, ma ci si arriva spesso con piccoli passi, magari con un pareggio sofferto, con una partita blindata, con qualcosa di nuovo che può servire al morale e via via liberare dall'incubo una squadra con grosse potenzialità (ora superiori con le grosse entrate di mercato: Bojinov su tutti). Quello della struttura tattica è un discorso quasi superfluo perché si può difendere meglio con due mediani piuttosto che tre se ad alimentare la pressione ci vanno pure gli attaccanti. È una questione di mentalità , insomma. Ed il Vicenza deve farla propria. Partendo dal Cesena, che ha qualche punto in più (due), ma è un disastro nelle retrovie: 40 gol subiti, peggior difesa della B, primato da condividere con la Pro Vercelli. Il problema è che subito dopo arriva il Vicenza (appaiato con Grosseto e Juve Stabia ) a quota 32. Per questo, prima di ogni cosa bisogna perfezionare gli automatismi difensivi, far più densità davanti al portiere, lasciare poco o nulla all'avversario. Sembra facile, ma facile non è. A Roberto Breda il cambio di passo riuscì a Salerno due stagioni fa. Modificò un po' la struttura, lavorò su un 4-3-3 in cui gli esterni si sacrificavano da matti e con un girone di ritorno strepitoso arrivò quarto, ai playoff, e sfiorò la B (poi persa in finale contro il Verona). Ce la fece allora, può riuscirci adesso, corroborando l'asse difensivo con Milanovic, piazzando il mediano puro Cinelli in ruolo di play-maker (in attesa del pieno recupero di Rigoni), tutelando un po' di più le fasce. È la politica del sacrificio. La B si difende difendendosi.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.