Nuova legge sull'agriturismo: un'occasione persa
Venerdi 10 Agosto 2012 alle 05:20 | 0 commenti
CIA, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri - Il parere a caldo delle associazioni agricole sulla nuova disciplina approvata dal Consiglio regionale Non è un problema tanto di singole norme, affermano all'unisono i presidenti regionali di CIA, Coldiretti, Confagricoltura e COPAGRI, ancora una volta schieratisi compatti su questa materia, quanto di impostazione complessiva della nuova legge sull'agriturismo; una legge che di nuovo ha poco, in quanto è lontana da quell'obiettivo di semplificazione amministrativa posto al centro delle politiche regionali e sintetizzabile nello slogan "poche regole, chiare e fatte osservare", né si ispira se non in minima parte alla bella legge quadro nazionale.
Né è uscito un testo poco coraggioso, che non incide nei problemi vivi della realtà agrituristica e non compie una scelta chiara nel senso della liberalizzazione di questa attività , che, va tenuto ben presente, deve essere connessa e complementare all'azienda agricola, alla quale si è obbligati a dedicare più lavoro che a quella agrituristica.
Lo confermano anche le dichiarazioni dei responsabili politici ed istituzionali, più propense ad elogiare il passo compiuto con la disciplina di pescaturismo ed ittiturismo che ad evidenziare i progressi compiuti sul versante dell'agriturismo, di cui, piuttosto, sono indicate come novità prescrizioni già in vigore dal 1997: previo esercizio dell'attività agricola da almeno due anni, corso di formazione per gli operatori, tetto massimo di trenta posti letto nell'ospitalità e di ottanta posti a sedere nella ristorazione con il limite di 160 giornate d'apertura all'anno ecc.
Dispiace soprattutto che non sia stato compreso lo spirito con cui le associazioni di categoria avevano proposto di sostituire il limite delle giornate di apertura all'anno nella ristorazione con quello di un tetto massimo di pasti annuo, altrettanto serio del precedente ma in grado di permettere all'imprenditore una maggiore elasticità nella gestione dell'attività in base all'andamento della stagione.
Ciò non significa che la nuova legge sia priva di aspetti positivi. Si pensi, nella ristorazione, ll'aggiustamento delle percentuali di provenienza del prodotto, in maniera che l'azienda possa farsene garante a pieno titolo; e alla concessione di utili deroghe ai limiti dei posti a sedere, anche se legate ad una sommatoria di eccezioni complicate da gestire e controllare. In ogni caso, una valutazione definitiva potrà essere data solo
dopo una lettura attenta del testo normativo e la verifica della sua applicabilità nelle campagne. Sin d'ora, però, concludono i presidenti regionali delle associazioni agricole, l'impressione a caldo è quella di una normativa che cambia poco la situazione attuale, che non dà le risposte attese dagli operatori e perde
l'occasione di effettuare quelle indispensabili semplificazioni che sono rinviate ad un prossimo appuntamento legislativo che chissà quando si ripresenterà . Ora particolare attenzione dovrà essere prestata alla fase fondamentale dell'approvazione dei provvedimenti attuativi, che dovranno dettagliare ed integrare le norme di legge.
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