Nulla manifesto
Domenica 7 Ottobre 2012 alle 15:38 | 0 commenti
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Sembra che il manifesto «splatter» con cui la minoranza del Pdl ha criticato la politica della giunta berica in materia di sicurezza abbia scosso una città che notoriamente, nei bar, in piazza, in famiglia e persino in sala Bernarda, di politica, almeno per gli argomenti che contano, discute ben poco. Sul piano mediatico il Pdl quindi ha centrato il bersaglio. Non importa che se ne parli bene o male... l'importante è che se parli, dicevano un tempo i fan di Andy Warhol. Il quale aveva capito però che una formula del genere ha la caratteristica del fuoco di paglia.
Questo tipo di marketing va bene per un prodotto da lanciare lì per lì, in modo spot. Non se si vuole incidere nel profondo. Ad ogni modo le critiche che la maggioranza di centrosinistra ha rivolto al «lugubre banner pubblicitario» non lasciano alcun segno: comportamento irresponsabile, voglia di parlare alla parte irrazionale delle persone, manifesto violento o che incita alla violenza. Queste sono le formulette Bignami cucinate in sala Bernarda nel bla bla retorico, tipico di una certa sinistra da salotto. Fuffa.
La questione è un'altra. Lo striscione shock è una specie di locomotore. La forza motrice è sempre quella. La differenza la fa il vagone che ci si attacca dietro. Una cosa è un carro di scorie tossiche. Una cosa è un vagone pieno di bei libri. Una cosa è una carrozza panoramica piena di turisti rincoglioniti. Esempi? Se il morto per strada fosse stato utile per parlare della debacle cui l'interesse collettivo è andato incontro dopo la sottoscrizione degli accordi pubblico privato da parte del consiglio la cosa, seppur cruda, avrebbe avuto un senso. Lo stesso dicasi per evidenziare "la sanatoria urbi et orbi" per la zona di Ponte Alto che starebbe scritta nella nuova delibera sul Piano interventi. Magari qualcuno avrebbe potuto chiedere lumi sulla storia trentennale del depuratore di Sant'Agostino. Oppure sulle morti causate non tanto dalle micropolveri, di cui si straparla, ma dalle nanopolveri. Invece la minoranza blandisce la questione della sicurezza (questione che merita attenzione sia chiaro) in modo non strumentale come sostiene la maggioranza di centrosinistra, ma in modo vacuo. Ovvero senza andare al cuore del problema.
Che senso ha chiedere di recintare campo Marzo senza domandarsi come mai le scene di campo Marzo non le vediamo nel grande parco lungo il lago ad Annecy, gemellata con Vicenza? Nessuno per esempio si è mai domandato se situazioni di microdegrado possano essere mitigate, per esempio, facendo pressione sul legislatore nazionale? Magari legalizzando, sotto il ferreo controllo statale, lo stupefacente «leggero»?
Evidentemente andare al cuore del problema è un lusso che centrodestra e centrosinistra non possono permettersi. Perché verrebbe alla luce la realtà delle cose. Ovvero che le fazioni in campo alla fine non fanno che scannarsi per contendersi il ruolo di cameriere dei poteri forti. Cosa che è tantopiù evidente quando destra e sinistra divise su tutto o quasi, a fronte delle ristrettezze che distilla la crisi, sono sempre pronte ad accordarsi su emolumenti, prebende e incarichi. Lottano per il possesso dello sgabuzzino del potere, ma si spartiscono il sottopotere. Si azzuffano per un posto al sole dal quale servire i veri poteri, che sono quelli economico-finanziari. Lo scrittore Massimo Fini da anni lo dice. La democrazia non è quella dei manualetti di educazione civica o il passatempo in mano a certi editorialisti del Corsera, di Repubblica, del Giornale. La democrazia è un sistema di oligarchie mascherate che mortificano, senza molti sforzi vista la molle natura di veneti e italiani, gruppi ed individui in nome del pensiero unico. E tale costante vale anche per il caso del cartellone pulp. Ovviamente. Il cartellone alla fine svicola la discussione su argomenti fuffa. E il sindaco Achille Variati ringrazia. Ad assecondare la filosofia di George Orwell verrebbe da pensare che poche menti finissime abbiano studiato tutto a tavolino. Poi però uno si legge il compendio sulla stupidità nella storia del compianto professor Cipolla e allora capisce.
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