Nulla da imparare dal cancaro
Domenica 2 Maggio 2010 alle 21:50 | 0 commenti
Pnv, Gianluca Busato - Capisco bene che Zaia non possa ritrattare le sue parole offensive per le decine di migliaia veneti morti in 12 anni circa a causa delle gesta del suo modello di strategia, Napoleone Bonaparte, "el cancaro" come viene chiamato da molti che non dimenticano la storia.
Il presidente del Veneto dice che noi veneti dovremmo imparare da lui. Perché ci ha battuti.
E perché ha conquistato tutta l'Europa, impantanandosi nella campagna di Russia. Come qualcun altro fece 130 anni dopo.
Anche come stratega io preferisco invece Sun Zu e ne consiglio la lettura anche a lui, che così potrà far propria una visione molto adatta al mondo in cui ci troviamo a vivere.
Mi spiace l'occasione sprecata per fare ammenda del proprio errore. Non è infatti vero che noi veneti dobbiamo imparare da chi ci ha sconfitti imbrogliando.
No, noi veneti dobbiamo imparare casomai da chi ha saputo sconfiggerlo, rendendo effimera la sua azione e relegandola a quella appunto di un conquistatore tout court, tra i più crudeli della storia, il più crudele che i veneti abbiano avuto la sventura di conoscere direttamente.
Noi veneti dobbiamo invece imparare da quei popoli che hanno saputo difendersi dai dittatori sanguinari. Un esempio? I finlandesi.
Oggi la Finlandia, mantenendo e difendendo con i denti la propria indipendenza di fronte all'invasore sovietico, si trova infatti ad essere una delle nazioni più invidiabili per benessere e capacità di adeguarsi ad un mondo che cambia.
Il Veneto indipendente saprebbe essere come la Finlandia, uno stato migliore per tutti noi, uno stato dal quale i giovani non sarebbero costretti ad emigrare per trovare risposte alle loro aspettative tradite da un Veneto assoggettato all'Italia.
Tutto ciò sembra utopia? Sicuramente, se l'atteggiamento dei veneti continuerà ad essere quello del suo presidente, che ha dimostrato servilismo verso chi ci deruba, finanche verso i propri massacratori della storia. E, peggio, non ha saputo riconoscere l'errore.
Gli rinnovo allora l'invito a cambiare spacciatore. Spacciatore di false notizie storiche, di falsi miti, di strategie errate, utili solo alla conservazione del potere e non certo all'emancipazione sociale e politica della Venetia. Per quella è necessario alzare il livello.
Ecco il mio invito. Impari da questa brutta uscita. Ne faccia tesoro, potrà forse ridiventare il mio presidente, se lo saprà fare. Noi veneti sappiamo perdonare.
Fino ad allora, io lo considererò per quello che ha dimostrato di essere l'altra sera in tv: un presidente servile in preda alla sindrome di Stoccolma, tanto nelle considerazioni storiche, quanto nel dire sempre sì al suo "capo", che pensavamo fosse il Popolo Veneto.
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